Quoto senza indugio le argomentazioni di Stefania: primum vivere deinde philosophari.
Quella sul Green Pass mi sembra una battaglia di retroguardia, su cui è legittimo avere posizioni differenti ma, vista la situazione sanitaria e la crisi economica da cui si sta uscendo, ormai ultraminoritaria e che si esaurirà semplicemente quando ci sarà una estesa diffusione dei vaccinati (l'assessore Amato della Regione Lazio ieri parlava del 'liberi tutti' quando si sarà raggiunta la soglia del 90% di vaccinati) ed è previsto il termine al 31 dicembre 2021.
Nel merito la vaccinazione obbligatoria generalizzata, sarebbe una forzatura peggiore, perché ci sarebbero sempre persone che non vogliono vaccinarsi e rischierebbe di diventare una vaccinazione forzata (con l'utilizzo del TSO?).
Quindi soprattutto per tutelare i più fragili (io ho un fratello no-vax che ha un tumore ed è a rischio per qualunque virus, avendo le difese immunitarie abbassate dalla chemioterapia) spero che si arrivi presto al 'liberi tutti'.
Giuliano
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Inviato: Mercoledì, 29 settembre 2021 17:26:11
Oggetto: Re: [Pacifistat] Cancellazione dalla mailing list
Ciao Luigi,
ti ringrazio per la tua risposta esauriente ed efficace. È sempre un piacere sapere che qualcuno ha speso del tempo per ascoltare le tue motivazioni e dialogare in modo pacato. Mi sembra giusto replicare anche se spero che questo confronto non si riduca ad un dialogo a due.
Mi opporrei certamente e con voce ferma all’imposizione del tailleur, come ad altre forme di imposizione. Non ho mai avuto un tailleur grigio fumo e mi rifiuterei di indossarlo, anche mettendo a repentaglio le mie possibilità di carriera. Ma quello di cui parliamo è una questione molto più delicata: è in gioco la salute delle persone e soprattutto delle più vulnerabili. E ad oggi solo vaccinarsi può garantire a sé stessi e all’Altro (chiunque esso sia) di non correre seri rischi di contagio, che in alcuni casi (penso ai soggetti più fragili) potrebbero causare danni rilevanti. D’altra parte, quando abbiamo un problema di salute, ci affidiamo ai medici e prendiamo i farmaci. Anch’essi possono avere seri effetti collaterali a lungo termine e comunque se decidiamo di non prenderli, ne paghiamo le conseguenze in prima persona senza compromettere la salute degli altri.
Frequento molto teatri e cinema e l’idea di condividere lo spazio comune con altri vaccinati mi tranquillizza e mi ha spinto a tornare sia a teatro che a cinema. Sono certa che questo sia un pensiero comune a tutti coloro che in questo particolare frangente della vita hanno ancora bisogno e voglia di frequentare spazi pubblici in cui condividere riflessioni ed emozioni.
E ancora, che facciamo se un giovane vuole guidare ma vuole essere libero di scegliere se prendere la patente o meno? Per difendere la libertà di scelta e d’azione individuale sempre e comunque, dovremmo quindi consentire a chi è contrario alla patente di guidare lo stesso? In democrazia la libertà non è mai assoluta, ma sempre mitigata da leggi condivise…
L’esperienza di smart working fatta finora ci ha insegnato un modo diverso di lavorare e stare al mondo. E questo, secondo me, dovremmo valorizzare nella nostra battaglia a favore di una maggiore flessibilità nel lavoro, indipendentemente da altre questioni (come l’obbligo del green pass) imposte dalla situazione attuale.
Un caro saluto.
Valeria
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Inviato: Mercoledì, 29 settembre 2021 13:57:11
Oggetto: Re: [Pacifistat] Cancellazione dalla mailing list
Care Stefania e Valeria, grazie per le vostre risposte e grazie per non cancellarvi da Pacifistat.
Concordo totalmente con te Stefania, ed apprezzo che le tue idee siano per la libertà di scelta nonostante non sia contro i vaccini: sono sicuro che in tanti la pensino come te...
Concordo meno su quello che ha scritto Valeria, con il massimo rispetto per la sua opinione, differente dalla mia.
Purtroppo non è possibile difendere lo smart working, svincolandolo dal vaccino e dal green pass, per un semplice motivo: il nostro Governo vuole costringere la maggior parte degli italiani a vaccinarsi senza rendere obbligatorio il vaccino per legge, per cui costringe tutti i lavoratori a tornare a lavoro in presenza e rende obbligatorio il green pass per lavorare, minacciando una sospensione dello stipendio e sanzioni amministrative. Se non ci fosse stato l'obiettivo di vaccinare tutti, il lavoro agile non sarebbe stato neanche sfiorato e sarebbe stato valorizzato, infatti lo stesso Brunetta non aveva mai fatto cenno alla soppressione del lavoro agile fino a poco fa...
Che si imponga per legge l'obbligo vaccinale per tutti e per tutte le età! Ma non si possono mortificare così i lavoratori ed il fine non può giustificare i mezzi: è la stessa strategia utilizzata anni fa, all'epoca il fine era congelare i rinnovi contrattuali e non ripristinare il turnover ed il mezzo utilizzato fu la demonizzazione dei lavoratori pubblici, "fannulloni".
Come lavoratori non possiamo accettare che vengano utilizzati questi ricatti: anche chi è a favore dei vaccini non può accettare che vengano utilizzati questi metodi di coercizione, perché oggi è il vaccino, domani sarà qualcos'altro che domani può non andar bene a qualcun altro. Da domani tutti i dipendenti pubblici devono andare in ufficio con giacca e cravatta o con tailleur grigio fumo, i trasgressori e gli evasori non percepiranno lo stipendio, e non è possibile che chi già va in ufficio in giacca e cravatta se ne freghi perché il problema non è suo...
Dobbiamo reagire e dobbiamo farlo tutti insieme, indipendentemente dall'essere a favore o contro ai vaccini, per i modi meschini con i quali stanno imponendo il vaccino ai lavoratori, non perché non sia giusto far vaccinare quante più persone possibile...
I politici proclamano che il Green Pass sia uno strumento di libertà, ma è vero (Excusatio non petita, accusatio manifesta)! Il Green pass è uno strumento di coercizione, soprattutto se utilizzato come ricatto per i lavoratori e soprattutto se abbinato, guarda caso decretato nello stesso momento, all'obbligo di lavorare in presenza: costituisce una notevole discriminazione che una persona per andare a lavoro, ove abbia scelto di non vaccinarsi visto che è un suo diritto in quanto non vige nessun obbligo di legge che lo imponga, debba sottoporsi al tampone, a proprie spese e con grosse perdite di tempo. Questo è innegabile ed i lavoratori ed ancor più i sindacati non possono accettarlo! Se fosse veramente uno strumento di libertà, i politici non avrebbero commentato come una vittoria il fatto che che il solo effetto annuncio dell'obbligo di Green pass per i lavoratori abbia provocato un impennata delle richieste dei vaccini! Forse gli è scappato da bocca, ma in questo modo hanno candidamente ammesso che l'obiettivo del Green pass non è dare la libertà e la sicurezza alle persone, ma è una coercizione, non stabilita per legge, alla vaccinazione! Un vero e proprio abuso!
Riguardo agli spunti di riflessione che proponi Valeria, in alcuni casi anche suggestivi per me che sono di Napoli, preferisco non entrare nel merito: come dicevo, in questo momento, continuare a discutere su vaccino si/vaccino no porta solo a dividerci. Non faccio finta che non ci sano le due fazioni opposte che si detestano: purtroppo ci sono e sono alimentate in maniera dolosa da chi ci governa, perché è più facile imporre delle coercizioni se ci sono le due opposte tifoserie (dividi ed impera), e dai mass media. Credo che in questo momento dovremmo fare tutti uno sforzo per andare oltre e non cascare nei luoghi comuni, perché chi è a favore dei vaccini non è per forza un caprone che segue la massa, che si uniforma a quello che decide l'establishment e che non è capace di pensare con la propria testa, ed allo stesso modo chi è contrario al vaccino non è per forza un terrapiattista, compolottista, veganista, omeopatista e perfino terrorista. Ognuno ha fatto una scelta ed ha preso una decisione in base ad informazioni incomplete: nessuno di noi può essere certo di aver fatto la scelta giusta...
Un caro saluto
Luigi
__________________________________
Luigi De Iaco
Ricercatore
Istat - Dcat
Responsabile scientifico del Progetto
"Informazione statistica territoriale e
settoriale per le politiche di coesione 2014-2020"
Project manager
Indicatori territoriali per le politiche
piazza Marconi, 26/c - 00144 Roma Italy
tel.: 0646734417
----- Messaggio originale -----
Da: "mastrost" <mastrost@???>
A: "Stefania Cardinaleschi" <cardinal@???>, "deiaco" <deiaco@???>, "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 28 settembre 2021 17:26:14
Oggetto: Re: [Pacifistat] Cancellazione dalla mailing list
Ciao Luigi, ciao Stefania, ciao tutti,
anch’io non mi cancello, ma mi pronuncio. Oggi più che mai è importante non scappare o nascondersi, ma esprimere il proprio parere. Sono d’accordo con voi sull’importanza di continuare a farci sentire per non vedere annullate le grandi conquiste che abbiamo ottenuto con lo smart working e perché questo grande esperimento imposto dalla pandemia possa continuare a rappresentare, dopo la pandemia, una vera modalità alternativa di lavoro per il nostro istituto.
Però penso che l’impegno per garantire un futuro allo smart working vada sostenuto fuori dall’attuale contesto pandemico. Anche perché oggi, in una situazione non Covid-free, sarebbe difficile far convergere le posizioni di chi ritiene il vaccino un ritorno alla libertà con quelle di chi invece lo vede come una minaccia della libertà personale.
Sono una convinta sostenitrice del green pass (anzi a dirla tutta sarei per l’obbligo vaccinale), ma non odio la corrente opposta. Ritengo che si debba andare avanti su questa strada perché come cittadini abbiamo il diritto/dovere di vedere tutelata la salute di tutti (oltre che la nostra individuale), garantendo però allo stesso tempo i diritti di quella minoranza costituita da coloro che non possono vaccinarsi per seri motivi di salute.
Non possiamo far finta che non esistano due fazioni contrapposte ed è per questo che conquiste lavorative come lo smart working vanno difese fuori dal contesto pandemico sia perché si spera che questa situazione finisca al più presto e che lo smart working diventi invece una modalità di lavoro non più straordinaria ma ordinaria sia perché una battaglia intrapresa da soggetti con opinioni così divergenti sul tema della libertà sarebbe sicuramente perdente.
Dunque mettendo per ora da parte il tema dello smart working e rileggendo i precedenti interventi, vorrei partecipare anch’io al dibattito che era in corso sul tema ‘vaccini si, vaccini no’. E lo faccio ricordando Napoli nell’estate del 1973 e scomodando uno psicanalista, una figura oggi necessaria per aiutarci a lavorare e magari ad uscire da una delle angosce principali di questi tempi.
'Era l’estate del 1973 e a Napoli si combatteva la battaglia contro il colera. “Vogliamo il vaccino” chiedeva la popolazione. A testimoniarlo una vecchia foto in bianco e nero conservata dall'archivio Carbone. Nella foto in bianco e nero ci sono uomini, donne e bambini. Protestano perché vogliono proteggersi da quel nemico che evoca terrore e lutti. Vogliono quel vaccino anche per essere liberi, per poter mandare i figli a scuola… La mobilitazione di massa portò a una campagna di vaccinazione record. Il colera fu così sconfitto'. Da Repubblica: (
https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fnapoli.repubblica.it%2Fcronaca%2F2021%2F07%2F27%2Fnews%2Fnapoli_dall_estate_del_1973_al_2021_in_piazza_per_chiedere_il_vaccino-311960925%2F&e=3cfb7ead&h=901cd572&f=y&p=y ).
Sempre su Repubblica del 28 luglio scorso Massimo Recalcati, che di viaggi negli abissi mentali se ne intende, prova a tracciare una geografia del frastagliato popolo no vax, partendo da una costante del loro ragionamento: il grande capitolo filosofico-politico della libertà.
È un breve ma incisivo articolo disponibile on line (anche se questa versione purtroppo è interrotta da altre notizie):
https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.repubblica.it%2Fcronaca%2F2021%2F07%2F29%2Fnews%2Fnella_mente_dei_no_vax-312284179%2F&e=3cfb7ead&h=a774dae0&f=y&p=y
Le energiche riflessioni di Recalcati continuano sull’ultimo Robinson di Repubblica che peraltro raccoglie anche il parere di Luciano Canfora sui complottismi nella storia della civiltà. Questi ultimi articoli non sono ancora disponibili, ma potete trovare qui qualche traccia:
https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.repubblica.it%2Frobinson%2F2021%2F09%2F24%2Fnews%2Fsu_robinson_il_grande_complotto_contro_la_storia-319103564%2F&e=3cfb7ead&h=03e994dc&f=y&p=y
Ciao.
Valeria
----- Messaggio originale -----
Da: "Stefania Cardinaleschi" <cardinal@???>
A: "Luigi De Iaco" <deiaco@???>
Cc: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 28 settembre 2021 16:34:50
Oggetto: Re: [Pacifistat] Cancellazione dalla mailing list
Sono d'accordo con Luigi sul vedere che di fondo si è sviluppata una discussione sterile, con un non voluto confronto inproduttivo che ci fa perdere di vista rispetto alle modifiche sociali che tutto quanto sta accadendo di fatto crea.
Uscire forse anche questa è una sconfitta di questa chat.
Personalmente penso che dobbiamo allargare la nostra informazione, essere capaci di non giudicare e di accettare le decisioni degli altri sull'essere vaccinato o meno. Esiste libero arbitrio ma anche la possibilità di comunicare che le terapie domiciliali sono eccellenti , parlo delle due organizzazioni che lo fatto in casi di infezione da virus, è vero si muore è vero che si guarisce.
Ora il green pass, io ad esempio, indipendentemente da quello che farei, ora non posso fare vaccino, ho avuto un herpes e infezioni ricorrenti all'occhio ancora in cura.
Qualcuno mi vuole dire che posso essere tranquilla a tornare a lavoro perchè tutti sono vaccinati? Oppure i vaccinati sono tranquilli di non contagiarsi? sono tanto le domande e le risposte possibili, si può andare avanti su vari aspetti. ma a che serve?
Ma di fatto dovremo riuscire a farci spiegare perchè c'è un obbligo su uno strumento che dovrebbe garantire la salute, perchè sui treni rapidi c'è bisogno green pass e sui regionali no? non sto dicendo di metterlo a tutti, ma vorrei capire perchè. Voi non avete perplessità?
Lo smartworking è uno strumento utile di lavoro, quella flessibilità che consente una maggiore armonia tra tempo di lavoro e famiglia/impegni.
E' certamente più utilizzabile in gran parte delle attività, l'Istat ha dimostrato di aver fatto un lavoro eccellente, con tutte le difficoltà iniziali.
Un saluto a tutt@
Stefania
----- Messaggio originale -----
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A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 28 settembre 2021 15:27:22
Oggetto: Re: [Pacifistat] Cancellazione dalla mailing list
Carissimi, vorrei chiedere a tutti di non iniziare anche in Istat una sterile discussione tra no vax e pro vax, utile solo a far creare due fazioni che si odiano (come sta accadendo nel resto della società) ed a farci entrare in conflitto. In questo momento così delicato dobbiamo essere uniti, perché c'è in ballo il rinnovo del contratto, la messa in discussione dello smart working e l'obbligo del Green pass per poter lavorare in presenza.
Tutto questo a prescindere da come la pensiate su vaccini, green pass e smart working, è un intollerabile attacco a noi lavoratori del settore pubblico, del tutto analoga all'attacco dello stesso Brunetta di qualche anno fa, quando ha coniato il temine di "fannulloni", appellativo che abbiamo ancora appicciato addosso e preludio per negarci, pian piano, sempre più diritti!
Senza girarci troppo intorno, l'obbligo di Green pass ed il tentativo di eliminare lo smart working è uno strumento per "costringere" le persone a vaccinarsi, perché probabilmente non è possibile disporre per legge l'obbligo vaccinale. Ora, indipendentemente da come la pensiate su questi temi, vi sembra tollerabile che il Governo, all'italiana, costringa le persone a vaccinarsi limitando la libertà e rendendo molto impegnativo andare a lavoro, con la minaccia di perdere perfino lo stipendio, visto che non può obbligare al vaccino? Ora questi mezzucci vengono utilizzati per l'obbligo vaccinale, in futuro verranno utilizzati per imporre altre coercizioni aggirando la legge, la costituzione e le leggi europee.
Credo che dovremmo essere tutti uniti, pro vax e no vax, pro green pass e no green pass, pro smart working e no smart working, perché altrimenti ci schiacciano (dividi et impera...). Non possiamo stare a guardare e subire tutto questo. Spero che i sindacati siano sensibili a questo richiamo e inizino da subito ad attivarsi, per non far dividere i lavoratori e per non subire passivamente questi attacchi, cascando nella trappola (così come stiamo cascando anche noi) di essere a favore o contro l'una o l'altra cosa.
Lasciamo da parte l'ideologia (perché che di questo si tratta), andiamo oltre le due fazioni che si odiano e opponiamoci in maniera decisa ai tentativi di questo Governo di schiacciarci e di toglierci ogni diritto!
Scusa te se ho alzato la voce...
Chiedo a chi sta uscendo da questa lista di ripensarci (scusate l'invadenza...)
Un caro saluto
Luigi
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Luigi De Iaco
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