[Hackmeeting] [ten] titolo_del_talk

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Autore: Elisabetta Randon
Data:  
To: hackmeeting@inventati.org
Nuovi argomenti: Re: [Hackmeeting] [ten] UNA FILOSOFA ALLE PRESE CON L’ATTIVISMO
Oggetto: [Hackmeeting] [ten] titolo_del_talk
carisimmi,scrivo per proporre il mio talk.
Lingua: italiano
Tema dell'intervento:
UNA FILOSOFA ALLE PRESE CON L’ATTIVISMO
 Ground Control to Major Tom, una domanda fluttua nel cyberspazio: gli hacktivisti sono un bene o un male perla società civile terrestre? Ma soprattutto, cosa sono?

Nel mio intervento vorrei riprendere la mia Tesi di laurea magistrale,dove ho cercato di comprendere come possa essere definito dalla filosofiapolitica l’hacktivismo italiano e lesue forme di conflitto con il sistema.

 Per fare ciò riprenderò velocemente  la storia della nascita dell’hacktivismoitaliano. Ciò mi permetterà di comprendere le peculiarità dell’attivismoelettronico in Italia ed il suo legame con la scena cyberpunk. In seguito cercherò di svolgere una lettura criticadell’hacktivismo italiano per capire come potrebbe essere categorizzato. Inparticolare partirò dall’assunto che esso possa essere l’eredità di una delleultime forme di disobbedienza manifestatesi: la disobbedienza civile. Per fareciò farò riferimento alla teoria sulla disobbedienza civile di Rawls ( J.Rawls, Una teoria della giustizia, acura di S. Maffettone, Milano, Giangiacomo Feltrinelli editore, ed. 2008.),Harendt (H. Arendt, Disobbedienza civile,Milano, Chiarelettere editore srl, 2017 quarta ed. 2019) e Dworkin ( R.Dworkin, I diritti presi sul serio,Bologna ,Il mulino,1982). In conclusione esporrò la mia interpretazione, ovvero,  che l’attivismo elettronico in Italia non èdeclinabile come disobbedienza civile, ma piuttosto, sulla scia della scena cyberpunk da cui nasce, esso siriconosce come un’esperienza che vuole uscire dai confini del sistema.

Per quanto possibile, per questioni di tempo, mi piacerebbe sentire l’opinionedei vari partecipanti sul tema.

Un salutoElisabetta