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*il Fatto Quotidiano*- 20 luglio 2021I vertici del fondo che controlla Gkn
hanno venduto azioni per 22 milioni di sterline. Tre mesi prima dei
licenziamenti di massa

di Fabio Pavesi

È bastato un semplice clic per far partire via mail le lettere di
licenziamento di tutti i *422 dipendenti* della *Gkn driveline* di Campi
Bisenzio, nei pressi di Firenze. Con lo stesso clic, pochi mesi prima della
decisione di chiudere l’impianto toscano, i manager di *Melrose*, il fondo
speculativo inglese che ha preso il controllo di Gkn nel 2018, andavano
all’incasso. Un clic dal computer per dare ordine di vendita delle azioni
di Melrose da parte del Ceo *Simon Peckham* e del vicepresidente *Chistopher
Miller*.

Il primo Peckham ha venduto in aprile, secondo quanto riporta la banca
dati *S&P
Global market Intelligence*, 4 milioni di azioni Melrose per un incasso di
circa *7 milioni di sterline*; il secondo Miller è passato all’incasso
vendendo tra marzo e aprile 8,7 milioni di titoli per un incasso di circa *15
milioni di sterline*. Ironia della sorte se sommate le due cifre – 22
milioni di sterline equivalgono a più di 25 milioni di euro – i due manager
di Melrose hanno portato a casa insieme più di quanto costano alla
controllata Gkn i 422 dipendenti mandati a casa all’istante. Il costo del
personale nel 2020 dell’azienda di Campi Bisenzio è stato di *19 milioni di
euro*. Meno del valore in azioni incassati dai due manager del fondo
inglese.

Sta in questa discrasia profonda, tra le sorti di chi lavora e di chi
governa, la cosiddetta finanziarizzazione dell’economia reale. A *Melrose*,
che acquistò nel 2018 le attività di *Gkn* che opera nella componentistica
per auto, importa poco o nulla cosa si produce e vende a Campi Bisenzio.
Importano solo i dati finanziari, quanti margini e profitti si riescono a
produrre. Se si compra nel 2018 un’azienda che fa componentistica auto in
un mercato che soffre da tempo di eccesso di offerta e di concorrenza sui
prezzi, non ci si può aspettare poi rendimenti da capogiro del capitale
investito.

E invece per il *fondo schiacciasassi* l’impresa era semplice. Del resto il
motto per Melrose è “buy, improve, sell”, cioè “*compra, migliora e vendi*”.
Ai padroni del fondo non importa l’investimento duraturo nel tempo. Entrano
nelle aziende, ristrutturano con l’obiettivo di vendere al più presto a un
prezzo più alto di quanto hanno pagato. Ma per far ciò devi raggiungere
target di margini e profitti tali da far salire il valore dell’azienda. Non
sempre come nel caso di Gkn ci si riesce e allora si stacca la spina. Il
prezzo lo pagano i lavoratori, mentre la fuga di chi ha congegnato
l’operazione Gkn come altre, si traduce nella vendita delle corpose azioni
assegnate come bonus e si incassano cifre milionarie.

Che il polo di Gkn a Firenze non andasse bene è nei numeri, che però non
sono così negativi da portare a una scelta così drammatica come la
*chiusura* e i licenziamenti. Nel 2020, complice il Covid, il polo di
Firenze ha fatturato *103 milioni* contro i *140 milioni* del 2019. Un calo
forte dei ricavi, compensato in parte però dalla cassa integrazione che ha
fatto scendere il costo del lavoro da* 24 milioni* a *19 milioni*. La
perdita è stata di *4,5 milioni* dopo i *3,5 milioni* del 2019. Ma negli
anni precedenti la fabbrica di Campi Bisenzio aveva prodotto *utili per 10
milioni*. Una battuta d’arresto, quindi, non una slavina.

E sono gli stessi vertici aziendali a rassicurare. Nel bilancio dello
scorso anno scrivono che nella seconda parte del 2020 le cose hanno ripreso
a funzionare e che il primo trimestre del 2021 ha visto una*crescita dei
ricavi del 7%* e del 14% sul budget di previsione. La Gkn di Campi Bisenzio
stava, come sostengono i vertici aziendali nella relazione di bilancio,
risalendo la china, dimostrando che la caduta non era irreversibile. E
*voilà* ecco arrivare lo stesso la scure dai padroni inglesi di Melrose. Il
2020 non è stato affatto disastroso per il fondo. Anzi. Melrose ha prodotto
cassa per la bellezza di *628 milioni di sterline* su* 9* *miliardi di
ricavi*. E i gestori del fondo, padroni dal 2018 di Gkn, si vantano di aver
restituito ai loro azionisti tra performance delle azioni e dividendi dalla
nascita del fondo nel 2003, la cifra imponente di* 4,7 miliardi di sterline*
.

Una macchina da soldi, per i suoi azionisti, non certo per il destino delle
imprese che comprano, ristrutturano e rivendono come nel caso di Gkn di
Firenze, chiusa in un lampo per *pochi milioni di perdite in due anni*, che
stavano per essere recuperate. Ma mentre a Firenze si apre il dramma di
oltre *400 famiglie senza più stipendio*, i manager di Melrose hanno di che
dirsi soddisfatti. Nonostante gli incassi milionari dalla vendita delle
loro azioni, Simon Peckham, l’ad di Melrose e il vicepresidente Christopher
Miller non sono rimasti a mani vuote. Peckham siede tuttora su un pacchetto
di 13,4 milioni di azioni Melrose che valgono ai prezzi attuali 20 milioni
di sterline e Miller vanta un pacchetto di titoli da 25 milioni di
sterline. Se la chiusura di Campi Bisenzio alzerà i margini totali del
gruppo allora il titolo in Borsa finirà per salire gonfiando ancora di più
il valore del loro pacchetto di azioni.
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Casa del Popolo di Settignano