ciao raga,
sono sellerius dei girolamo sepulveda connective, un co(ll|nn)ettivo di
artist* e hacker, veniamo timidamente da qualche anno all'hackmeeting e
stavolta volevamo dare anche noi il nostro contributo per il logo di
questo hackmeeting.
L'abbiamo caricato sulla cartella su files.esiliati.org e anche qui:
https://cicles.cisti.org/v/en7ov706Dl/Ja60VsjrVG3yU16W
Naturalmente se serve il vettoriale no problem!!!
Ci pare molto importante che quest'anno il logo stia cercando di operare
una sintesi tra temi diversi, tutti centrali ovviamente, nel portare
avanti l'immaginario liberatorio che hackmeeting promuove. Forse però
mettere alcuni simboli qua e la può risultare poco chiaro per chi
osserva distrattamente, quindi ci siamo permessə di fare alcune
aggiunte.
Molto bello il capannone indistinguibile dalla fattoria - un chiaro
riferimento, ci pare, a come la natura sia sfruttata e mercificata, ma
anche ai primi album di springsteen, riferimento quest'anno
geograficamente azzeccato - ma qui forse va evidenziato come la fabbrica
d'oggi non è solo il secondario, il trasporto merci, ma anche
l'estrazione di valore dall'eccedenza delle nostre vite. Per questo
abbiamo inserito una telecamera sopra al capannone: telecamere per
controllare che nessuno si avvicini, e telecamere che controllandoci con
la pubblicità mirata ci fanno avvicinare. Per alleggerire un po' la
pesantezza di questa prima stanza (di quella visita dei quadri ad
un'esibizione che è il nostro logo) mettiamo un pizzico d'ironia: la
telecamera è rigorosamente open hardware! come si vede nell'obiettivo,
no? O quella che stiamo vedendo è la nostra immagine riflessa di
portatori insani di smanettamento? Deciderà lo spettatore!
La pianta e l'USB sono perfetti così, ma se questa è la sequela di
attitudini di hackmeeting, mi pare manchi qualcosa: ecco quindi che
spunta, come un unicorno (questa non serve ve la spieghi!), un
cacciavite, riferimento al DIY, a tutto quell'hacking che non è
informatica e nemmeno elettronica. E infine, seguendo questa parabola,
si arriva alla prospettiva futura, all'immaginazione, che naturalmente è
negli occhi. Uno sguardo visionario invade la nostra Jane Austen
attrezzata con gli strumenti che abbiamo sopra descritto - la tipica
spirale visionaria qui parte dal logo dell'email, uno strumento vecchio
ma ancora simbolico e poi si evolve per risvolti più moderni diventando
una schwa: il genere si perde nelle nostre identità, sì, ma non è una
liberazione dal genere indifferente allo sfruttamento esistente nella
nostra società: il soggetto decostruito dal genere imposto non dimentica
le guerre per il petrolio, e sa che per liberarsene uno degli strumenti
a disposizione è la liberazione dai limiti imposti dalla termodinamica
asservita. La spirale ipnotica diventa quindi un riferimento al ciclo
virtuoso dell'energia che vogliamo realizzare. Qui, chi come me conosce
bene la zona potrebbe aver storto gli occhi per questo ultimo passaggio:
ma certo, la spirale richiama anche lo zampirone, strumento che
accompagnerà i nostri tramonti alla luce di un monitor.
Più giù, le speranze di sovversione che l'occhio vede, si scontrano con
l'assuefazione: il sorrisetto amazoniano (o a-manzoniano? se lui
sciacquava i panni nell'arno, noi dove sciacquiamo i nostri log? su
quale wall infame finiranno i nostri toot? è merda sicuramente, ma forse
stavolta non è d'artista) miete vittime anche tra gli hacker, illusi
che, in questa fattoria che assomiglia più a quella degli animali di
Orwell che a quella di peppa pig, siamo uguali agli altri solo nel
rapporto consumista con la macchina.
La parte posteriore del cervello è dedicata al sogno, sono visioni
allucinate, preveggenti, che si uniscono alla memoria. C'è al centro la
i di indymedia, le sue ondine, certo. Ma sopra di esse c'è una Ã, un
riferimento ai problemi di codifica di un mondo pre-utf8 (e alla
difficile accettazione da parte dei nativi delle codifiche di
quell'immigrazione che è stata l'arrivo di unicode). È dal lato opposto
rispetto alla schwa, e non può che trattarsi di una contra-dizione:
sognavamo un mondo di codifiche fantasiose e ci ritroviamo con gli
emoji. Ma la à è anche - lo vedete bene - una trivella. Di nuovo c'è il
riferimento al petrolio, ma anche all'estrattivismo sulle nostre
conoscenze e persino i nostri strumenti antagonisti: si somma con la
((i)) di indymedia, e subito diventa emittente radio.
Più giù vediamo al collo una catena - sid vicious vive, il punk quasi
quasi, ma la blockchain va alla grandissima, ed è uno strumento
fondamentale per liberarci dal capitale finanziario e dal signoraggio.
Sta sopra (ma non riesce a coprire, perché le relazioni sono più forti
dei rapporti economici) ad una ragnatela: tipico tatuaggio riot che qui
noi però allarghiamo di significato per riferirci alle reti mesh,
incarnazione di un nostro modo di intendere le reti.
ciao a tuttu da sellerius e da tutto il connettivo sepulveda