[Storiaorale] Patria di parole. Autobiografia degli italiani…

Supprimer ce message

Répondre à ce message
Auteur: Alessandro CASELLATO
Date:  
À: Sulle fonti orali e il loro utilizzo in storiografia e scienze sociali
Sujet: [Storiaorale] Patria di parole. Autobiografia degli italiani di Libia
Un libro di storia orale e public history, che è anche un'autobiografia
personale e collettiva. Lo discutiamo giovedì prossimo.

Gianni Dore (Università Ca' Foscari Venezia) e Alessandra Vigo (Università
di Padova)

discutono il libro



Domenico (Mimì) Infantolino, *Patria di parole. Autobiografia degli
italiani di Libia* (Cleup, Padova 2020
<https://www.cleup.it/product/21507113/patria-di-parole>)



*giovedì 22 Aprile 2021, ore 16*



Nella locandina allegata le info sulle modalità di accesso.



«Voglio che sia una storia condivisa». Mimì Infantolino ha congedato il suo
libro con queste parole. Aveva cominciato la ricerca oltre dieci anni prima
per un bisogno personale: ritrovare la lingua della sua infanzia, l’arabo
di Tripoli che non aveva più potuto ascoltare dopo l’esilio seguito alla
rivoluzione di Gheddafi. Strada facendo si è caricato di un compito più
largo: offrire un’occasione di parola pubblica alla comunità di esuli di
cui si sente partecipe, e così contribuire a elaborare il trauma vissuto
all’indomani dell’espulsione degli italiani dalla Libia.

Sono stati dieci anni di lavoro intorno a una perdita, scanditi da tre tesi
di laurea preparate e discusse a Ca’ Foscari: in Lingue orientali, in
Antropologia culturale, in Storia. L’Università, forse senza esserne
consapevole, ha assolto in questo modo alla sua “terza missione”, quella di
ordine sociale e culturale, proprio mentre onorava i suoi compiti primari
di ricerca e didattica. L’autore di questo libro, infatti, è rappresentante
di una componente numerosa ma poco riconosciuta del mondo studentesco dei
corsi di laurea umanistici: quella degli studenti “più grandi”, che già
lavorano o sono in pensione, e che si iscrivono (o reiscrivono)
all’università per arricchire il proprio bagaglio culturale, oppure per
condurre quegli studi che non hanno potuto intraprendere quando erano più
giovani e condizionati da esigenze pressanti di lavoro. Spesso sono
studenti assai interessanti, motivati e vivaci; quando applicano le
conoscenze e le metodologie apprese nei corsi universitari alla propria
esperienza personale, di vita o lavoro, diventano dei ricercatori in
proprio con una marcia in più, perché hanno accesso ad ambiti e cerchie
sociali altrimenti non facilmente indagabili, e per questo poco studiati.

Mimì è stato un mediatore tra i “saperi esperti” professati in università e
la comunità degli esuli italiani dalla Libia. Come il nonno di cui porta il
nome, pioniere della penetrazione coloniale italiana in Tripolitania, ha
svolto la funzione di “informatore”, ma alla luce del sole. La sua naturale
propensione a coltivare le relazioni interpersonali ne ha fatto un vero e
proprio public historian, che ha condotto le sue ricerche a viso a aperto,
facendo oggetto di analisi autoriflessiva la propria storia personale e
familiare, e poi trasformando i propri oggetti di studio – i conterranei
tripolini – in coprotagonisti della ricerca, partecipi, attivi,
consapevoli. La metodologia della storia orale gli è stata congeniale: l’ha
praticata con impegno, raccogliendo un archivio di 48 interviste registrate e
trascritte, che sono la base documentaria su cui si fonda questo libro. (la
Prefazione prosegue qui
<https://cdn.storeden.net/dl_view.php/Prefazione+di+Alessandro+Casellato.pdf?documentID=5f773b42be7ea0c107e518b2>
).



--
Alessandro Casellato
AISO - Associazione italiana di storia orale
Dipartimento di Studi Umanistici
Università Ca' Foscari Venezia
Palazzo Marcorà - Dorsoduro 3484/D - 30123 Venezia




--
Alessandro Casellato
AISO - Associazione italiana di storia orale
Dipartimento di Studi Umanistici
Università Ca' Foscari Venezia
Palazzo Marcorà - Dorsoduro 3484/D - 30123 Venezia