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Vi racconto le ultimissime malefatte di Facebook

*di* * Umberto Rapetto <https://www.startmag.it/author/umberto_rapetto/>*
[image: Clubhouse]
*Le informazioni di 533 milioni di account Facebook sono stati illegalmente
pubblicati su un forum telematico di pirati hi-tech. Il commento di Umberto
Rapetto, direttore di Infosec.news <https://www.infosec.news/>*



Le informazioni di 533 milioni di account Facebook sono stati illegalmente
pubblicati su un forum telematico di pirati hi-tech, dimostrando la
fragilità dei sistemi di sicurezza della ciclopica piattaforma social.

Nomi, cognomi, indirizzi di casa, numeri telefonici, e-mail e tante notizie
biografiche sono finite in pasto ai curiosi e ai malintenzionati.

Tutto quel che gli utenti hanno inserito sulle pagine per “descriversi”,
fornire dettagli agli amici o semplicemente per soddisfare la “fame” di
dati di Zuckerberg
<https://www.startmag.it/innovazione/perche-il-congresso-usa-picchia-sui-ceo-di-facebook-google-e-twitter/>
& C., è adesso online. Chi ha una minima dimestichezza con i pericoli
informatici sa perfettamente che questi elementi conoscitivi possono essere
utilizzati dagli hacker per rubare l’identità dei malcapitati e per
commettere frodi e truffe in nome e per conto loro.

Anche se i dati non sarebbero recentissimi (si tratterebbe di uno “scippo”
fatto all’inizio dell’estate del 2019) è facile immaginare non siano poi
cambiati così significativamente (basti pensare a chi ha da dieci anni la
stessa utenza telefonica…) e quindi il rischio incombe.

A dare questa “bella” notizia è Alon Gal
<https://twitter.com/UnderTheBreach/status/1378314424239460352?ref_src=twsrc%255Etfw>,
chief technology officer della società di computer security Hudson Rock,
che invece di mandare un normale bigliettino di auguri di Pasqua ad amici e
parenti, ha provveduto a twittare la terribile scoperta.

Si tratta di un archivio ovviamente sterminato che include le generalità e
altre informazioni relative a soggetti dislocati in 106 Paesi in giro per
il mondo.

Se è vero che gli utenti di Facebook sono oltre due miliardi, con un
piccolo sforzo aritmetico si deve prendere atto che un account su quattro è
indebitamente “trasparente” per chi ne voglia approfittare.

Chi ha buona memoria ricorda lo scandalo di “Cambridge Analytica”
<https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/20/alexander-nix-chi-e-il-numero-uno-di-cambridge-analytica-che-schedava-gli-americani/4238362/>
che
con la violazione di “soltanto” 80 milioni di profili Facebook fece tremare
il mondo agitando lo spettro di interferenze nelle elezioni americane del
2016 e che solo in Australia deve “meritare” a Zuckerberg 153 miliardi di
euro di multa
<https://www.infosec.news/2020/03/10/news/riservatezza-dei-dati/in-australia-153-miliardi-di-euro-di-multa-a-facebook/>
.

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Contenuti sponsorizzati da <https://www.outbrain.com/what-is/default/it>

La circostanza deve far riflettere chi gestisce questa infinita mole di
dati, rammentando le responsabilità che, in virtù delle diverse leggi che
in ogni angolo del pianeta tutelano le informazioni personali, gravano su
chi li utilizza.

Il fatto, però, deve essere di insegnamento agli habitué dei social e in
particolar modo a chi “si beve” tutte le raccomandazioni che quelle
piattaforme sono solite propinare a chi se ne serve.

In maniera ossessiva – nel corso delle operazioni di identificazione e
autenticazione degli utenti (in pratica a ridosso della digitazione
dell’account e della password) – sullo schermo appare l’invito ad inserire
il proprio numero telefonico per presunte “ragioni di sicurezza”.

Qualcuno (e non solo qualcuno) non ha tardato ad ubbidire, mostrando
diligenza e fiducia.

Ma c’è chi crede davvero che, se succede qualcosa sul proprio profilo, il
cellulare comincia a squillare e un affettuoso operatore si presenta
dicendo “Scusi il disturbo, vorremmo avvisarla che qualche birbaccione….”,
raccontando le malefatte appena condotte a termine dal brigante di turno?

Se quelli di Facebook si accorgono automaticamente di possibili
cyber-marachelle perché non le bloccano altrettanto automaticamente?

Nel frattempo il numero dei cellulari di chi a suo tempo ha aderito alla
sollecitazione di Facebook è in vendita su Telegram…
*Articolo pubblicato su infosec.news
<https://www.infosec.news/2021/04/04/news/riservatezza-dei-dati/rubati-i-dati-di-mezzo-miliardo-di-utenti-facebook/>*