E’ consuetudine della nostra Casa del Popolo attribuire un significato
particolare al mese di Gennaio, per noi il mese delle memorie, organizzando
rassegne di film e dibattiti centrati appunto sul tema della memoria.
Motivo, occasione iniziale è stata indubbiamente la istituzione da parte
della nostra Repubblica, nel 2000, e poi dalle Nazioni Unite, nel 2005, del
“Giorno della memoria” individuato nel 27 gennaio, data della liberazione
del campo di sterminio di Auschwitz ad opera dell’Armata Rossa.
Ma cosa significa “memoria” e poi memoria di cosa?
La data scelta e lo stesso atto istitutivo legano questa ricorrenza al
ricordo dello sterminio degli ebrei d’Europa e a quanti sono stati vittime
delle deportazioni ; ma già in quell’atto si prefigurava una memoria che
non fosse solo narrazione dei fatti, ma anche riflessione “affinchè tali
eventi non possano mai più accadere”.
Un particolare significato, quasi di anticipazione degli avvenimenti e
delle problematiche degli ultimi anni è la introduzione, sempre di Primo
Levi, a “Se questo è un uomo”
“Esso non è stato scritto per formulare nuovi capi d’accusa: potrà
piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti
dell’animo umano. A molti individui o popoli può accadere di ritenere, più
o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa
convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si
manifesta solo in atti saltuari e incoordinati e non sta all’origine di un
sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso
diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena
, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle
sue conseguenze con rigorosa coerenza; finchè la concezione sussiste le
conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe
venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.
Crediamo che il messaggio civile di Levi stia appunto nell’invito, che
abbiamo da tempo fatto nostro, a porre l’attenzione, la riflessione e prima
ancora la memoria, su quelle situazioni in cui quel dogma , lo
straniero/l’altro come nemico, sono stati occasione di oppressione, di
sterminio.
Come mantenere questo impegno con la Casa del Popolo chiusa? Anzitutto con
una riflessione, una lettura individuale che potremo poi condividere
direttamente su Facebook o tramite la nostra casella di posta
Vi proponiamo poi la condivisione di due film/documentari facilmente
ritrovabili in internet che sollecitano, la riflessione sui nostri
comportamenti, sia come nazione che come individui.
Si tratta di “ Fascist legacy” e di almeno la prima parte di “Shoah”. Il
primo, prodotto dalla BBC e comprato e nascosto dalla RAI, ripercorre le
conquiste e occupazioni italiane di Libia/Etiopia e Jugoslavia dove la
inferiorità attribuita alle popolazioni occupate fu presa a motivazione
del le stragi/deportazioni operate dal nostro esercito
“Shoah”, girato dal regista francese Lanzeman, ripercorre invece attraverso
testimonianze , non solo le vicende degli internati, ma anche quella di chi
collaborò o assistette passivamente allo sterminio dei lager chiamando così
in causa non tanto il comportamento dei diretti attori , quanto invece di
quella ampia sfera di persone comuni che, spaventate o indifferenti,
assistettero passivamente o collaborarono.
"Comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è
accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed
possono oscurare anche le nostre” (Primo Levi)
Il Presidente CdP
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