"Il problema fondamentale della AdTech, infatti, è che si basa su un
sistema di aste online (Real Time Bidding) svolte in tempo reale. Nel
momento in cui l’utente va su un sito, automaticamente si apre un’asta
su un Ad Exchange (una piattaforma) per vendere lo spazio pubblicitario
presente sulla pagina visitata ad un inserzionista. Il tutto si svolge
in millesimi di secondo (se vedete rallentamenti nell’apertura della
pagina questo potrebbe dipendere dall’asta online, perché spesso la
prima cosa che viene caricata è la pubblicità). Un inserzionista vince
l’asta, e il suo annuncio viene visualizzato sulla pagina visitata
dall’utente. Nell’annuncio è generalmente inserito un sistema che
controlla se l’annuncio viene visualizzato, per quanto tempo e se viene
cliccato (e queste informazioni vengono aggiunte al profilo dell’utente).
Ciò che viene messo all’asta non è tanto lo spazio pubblicitario in
quella specifica pagina (es. pagina che parla di sport) quanto lo stesso
utente. La piattaforma o il circuito pubblicitario realizzano un profilo
comportamentale di tutti gli utenti che visitano gli innumerevoli siti
partner del circuito, nel quale profilo generalmente non sono contenuti
il dato nome e cognome (che però può essere presente nei profili delle
piattaforme) ma risultano numerosi altri dati estrapolati dalla
navigazione online. Tra questi (lista delle categorie IAB): la fascia di
reddito, la religione, l’inclinazione politica, compreso dati
“sensibili” quali le condizioni di salute (disabilità) o i disordini
alimentari, e perfino se si è stati vittime di incesto o abuso
(categoria IAB7-28 Incest/Abuse Support). L’utente viene comunque
identificato univocamente, anche in assenza di nome, sulla base di
identificatori univoci (es. cookie), ma anche in base all’impronta
(device fingerprint) cioè i dati ricavati dal dispositivo utilizzato per
navigare online .
Sulla base di quel profilo comportamentale l’utente è inserito in una
serie di categorie. Gli inserzionisti vogliono rivolgere le loro
pubblicità a delle specifiche categorie (segmentazione, es. donne in
attesa, di reddito alto, residenti in una specifica zona), per cui la
piattaforma o il circuito, quando l’utente finisce su una pagina di un
sito partner lo identificano, e sulla base del profilo “vendono”
l’utente agli inserzionisti. Gli inserzionisti, quindi, fanno delle
offerte sulla base delle sue caratteristiche comportamentali (i dati)."
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