Autor: Carmine De Angelis Data: Para: pacifistat Assunto: Re: [Pacifistat]
Il vaccino ci aiuterà ma non ci libererà dalle pandemie
Concordo pienamente
Il 10/12/2020 11:03, Roberto Badel ha scritto: >
>
> https://ilmanifesto.it/il-vaccino-ci-aiutera-ma-non-ci-liberera-dalle-pandemie/ >
>
> Non sembrano essere in molti, in questi giorni, a rendersi conto che
> l’Italia è tornata, come nel marzo scorso, il paese in cui la pandemia
> miete più vittime. Eppure i dati epidemiologici sono eloquenti: per
> numero dei contagi abbiamo raggiunto l’ottavo posto, ma l’indice di
> letalità è secondo solo a Messico e Iran e in linea con Gran Bretagna
> e Perù. Persino Stati Uniti e Brasile sembrano star meglio di noi. Se
> poi guardiamo al numero dei decessi giornalieri, siamo tornati in cima
> alla lista e il presidente dei medici del Fnomceo ha denunciato la
> morte di altri 27 medici in 10 giorni, e parlato di «strage degli
> innocenti».
>
>
> Eppure, nel nostro paese si fa a gara nell’interpretare
> ottimisticamente i primi rallentamenti della curva dei contagi; ci si
> schiera in modo sempre più critico nei confronti delle strategie di
> contenimento decise dal governo; si cerca di convincere tutti che la
> svolta è dietro l’angolo, grazie a vaccini dichiarati in tempi record
> efficaci e sicuri, mediante comunicati stampa, dalle stesse
> multinazionali che li producono; si attacca chi si permette di
> avanzare dubbi non sull’importanza dei vaccini, ma sulle modalità
> della comunicazione e sull’eccessiva fretta con cui si è proceduto,
> per la prima volta nella storia, nel percorso di sperimentazione.
> Eppure, sono le principali testate scientifiche del mondo e in
> particolare The Lancet a sottolineare come sia legittimo sperare nei
> risultati così trionfalmente annunciati, ma che alcuni nodi dovrebbero
> essere sciolti prima di gridar vittoria.
>
> Non è ancora certo, infatti, se questi vaccini impediscano la
> trasmissione del virus o si limitino a proteggere da forme gravi i
> vaccinati: un risultato importante, che però non faciliterebbe il
> raggiungimento dell’«immunità di gregge». Non sappiamo quanto duri
> l’immunità conferita da questo virus: quello che sappiamo deriva dalle
> nostre conoscenze su Sars e Mers e da studi che dimostrano la presenza
> di anticorpi neutralizzanti nei guariti.
>
> Ed è evidente che se l’immunità indotta dal «virus da strada» non è
> particolarmente robusta, né duratura, difficilmente un vaccino
> composto da frammenti del genoma o da proteine antigeniche virali farà
> meglio. Poi ci sono i casi di reinfezione che sembrerebbero attestare
> limiti nell’immunitaria adattativa e l’incerta efficacia negli
> anziani, i soggetti più a rischio.
>
> Alcuni sottolineano che la pandemia è ancora in fase iniziale e che il
> virus continuerà a mutare per adattarsi alla nostra specie e
> difendersi dal nostro sistema immunocompetente, come accade a tutti i
> virus a Rna emersi da poco dal loro serbatoio animale: per cui è in
> teoria possibile che un vaccino oggi efficace, lo sia meno tra sei
> mesi o un anno.
>
> Ci sono poi i problemi di disponibilità dei vaccini a livello
> planetario e di accesso equo e le enormi sfide logistiche di
> produzione e distribuzione. Movimenti internazionali come Gavi, legata
> a un personaggio discusso come Bill Gates, propongono strategie per
> una distribuzione equa, ma fin qui sono stati i paesi ad alto reddito
> ad accaparrarsi centinaia di milioni di dosi.
>
> Anche gli sviluppi a lungo termine della pandemia sono imprevedibili.
> Non sappiamo se Sars-CoV-2 tenderà a diventare endemico, se avremo
> epidemie stagionali o ri-emergenze a lungo termine di sue varianti ed
> è impossibile prevedere quale vaccino garantisca i risultati migliori
> nelle diverse situazioni.
>
> E se il vaccino prescelto non si rivelasse efficace, le conseguenze
> sarebbero gravissime: sia perché i vaccinati, credendosi protetti,
> abbasserebbero la guardia; sia perché la fiducia di molti nelle
> vaccinazioni potrebbe diminuire e si rafforzerebbe il circuito NoVax.
> Ma l’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non
> possiamo avere dati certi: sia perché i numeri sono piccoli, sia
> perché gli effetti più temuti emergono nel lungo termine.
>
> In particolare le apprensioni concernenti il possibile inserimento
> dell’Rna virale nel genoma umano non possono essere facilmente
> smentite. In ultima analisi accettare l’accelerazione delle procedure
> implica la fiducia negli enti di regolazione: per questo si sarebbe
> dovuto attendere le valutazioni, anziché assecondare i proclami delle
> multinazionali.
>
> Comunque sia, una cosa è certa: puntare sul vaccino come unica arma
> risolutiva è pericoloso. Perché la pandemia non è un «incidente
> biologico», che senza preavviso ha colpito l’umanità e che può essere
> affrontato con farmaci e vaccini, ma il sintomo di una malattia
> cronica e rapidamente progressiva, che riguarda l’intera biosfera. Un
> dramma epocale inutilmente annunciato e che tenderà a prolungarsi e a
> ripetersi se non cambieranno le condizioni ambientali e sociali che lo
> hanno determinato.
>
> È importante ricordare, infatti, che da almeno 18 anni a questa parte
> (Sars), ma potremmo anche dire dalla fine del secolo scorso, dalla
> morte di un bimbo a Hong-Kong (1997) per una polmonite da virus
> aviario (H5N1) le principali agenzie sanitarie internazionali emettono
> drammatici bollettini sull’imminenza di un evento pandemico
> potenzialmente catastrofico.
>
> Il principale errore di chi punta esclusivamente su un’ancora
> aleatoria vaccinoprofilassi di massa consiste nel dimenticare che le
> pandemie sono drammi socio-sanitari ed economico-finanziari di enormi
> dimensioni che non potremo evitare senza ridurne le vere cause:
> deforestazioni, bio-invasioni, cambiamenti climatici e dissesti
> sociali (a partire dalle immense megalopoli del Sud del mondo).
>
> E soprattutto se alle strategie di contenimento del virus e di
> riduzione delle catene dei contagi (lockdown) non seguirà una
> trasformazione radicale dei sistemi sanitari occidentali: perché è
> evidente che i paesi asiatici e socialisti (Cuba) nei quali la
> medicina territoriale è ben organizzata, hanno fermato in poche
> settimane la pandemia, al contrario dei paesi in cui il neoliberismo
> ha trasformato anche la medicina in un immenso Mercato.
>
> * Membro del Comitato scientifico di ECERI (European Cancer and
> Environment Research Institute) – Bruxelles
>
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>
> _______________________________________________
> Pacifistat mailing list
> Pacifistat@???
> https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.autistici.org%2Fmailman%2Flistinfo%2Fpacifistat&e=3cfb7ead&h=70bbe143&f=y&p=y