[Storiaorale] presentazione volume I treni dell'accoglienza …

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Autor: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
Data:  
Para: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
Asunto: [Storiaorale] presentazione volume I treni dell'accoglienza di Bruno Maida
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea

nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia

Aderente all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la
storia della Resistenza e dell’età contemporanea

13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
<mailto:istituto@storia900bivc.it> istituto@???

<http://www.storia900bivc.it/> www.storia900bivc.it; www.istorbive.it
<http://www.istorbive.it>



Giovedì 10 dicembre 2020, alle ore 18, l’Istituto invita alla presentazione
del volume di Bruno Maida, I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e
solidarietà nell’Italia del dopoguerra 1945-1948 (Einaudi, 2020).

Ne discutono con l’autore Bruno Ziglioli, dell’Università degli Studi di
Pavia, e Enrico Pagano, direttore dell’Istituto.

L’iniziativa è organizzata tramite la piattaforma Zoom e vi si potrà
accedere, a partire dalle ore 17.45, fino a un massimo di 100 partecipanti,
utilizzando il link https://zoom.us/j/3375528693 o l’ID 337 552 8693.



Tra il 1945 e il 1948 l'Unione donne italiane e il Partito comunista
organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini
provenienti da famiglie povere di diverse parti d'Italia, prima da Milano e
Torino, poi in gran parte dal Mezzogiorno, portandoli in zone dove le
condizioni di vita sono relativamente migliori. L'Emilia-Romagna è l'area
che ne accoglie il maggior numero, ma è coinvolta buona parte delle regioni
italiane. L'operazione è pensata per consentire all'infanzia povera di
affrontare i mesi invernali, i più difficili per le condizioni alimentari e
climatiche. Spesso però i bambini si fermano per periodi più lunghi, a volte
tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie
che li hanno accolti. Questi treni, chiamati “treni della felicità”, sono il
simbolo di una complessa operazione di assistenza all'infanzia nella quale,
nei primi anni del dopoguerra, è impegnato un gran numero di organizzazioni
nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati,
laici e confessionali. È un crocevia nella storia di solidarismo dell'Italia
novecentesca ma è al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro
significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la povertà come
categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l'infanzia; il
protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le
modalità con cui il Partito comunista traduce nella società il suo progetto
di partito nuovo e nazionale.



In allegato la locandina dell’iniziativa.







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