Re: [Hackmeeting] #TRACKHACK MANIFESTO

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Szerző: arnihacker
Dátum:  
Címzett: hackmeeting, ginox
Tárgy: Re: [Hackmeeting] #TRACKHACK MANIFESTO

> Il 21/08/2020 13:49 ginox@??? ha scritto:
>
>
> On Fri, Aug 21, 2020 at 09:40:17AM +0000, puck@??? wrote:
> >
> > Sostanzialmente Haraway utilizza questa figura nel tentativo sia di superare
> > la dicotomia natura-cultura e metterla nei termini di un continuum, come
> > dici tu: “siamo carne che macina simboli”; sia come immagine critica per
> > descrivere un mondo che vedeva l’informazione giocare un ruolo sempre più
> > importante per le scienze e per il capitalismo (Manifesto Cyborg è dell’85).
> > Usa il cyborg anche per allontanarsi da un pensiero Umanista
> > (antropocentrico, eteropatriarcale, colonialista ecc.), ad esempio lei con
> > “cyborg” indica anche la relazione tra umana/o e animale, non solo con le
> > macchine. Praticamente usa questa figura ibrida per portare avanti una
> > visione relazionale ed ecologica dove tuttu sono attoru e connessu le unu
> > con le altru.
> >
>
> pero' a me non convince neanche il manifesto di donna haraway,
> perche' per superare il dualismo natura/artificiale usa una figura
> neutra che diviene contenitore del continuum tra le cose,
> ma solo perche' la definisce in questa maniera. Cioe' se
> avesse detto siamo "bribrebre", che non vuole dire niente, allora
> lo avrei capito come esercizio retorico. Lei scrive in un momento
> storico in cui c'era del grosso entusiamo per le tecnologie informatiche.
> Si inserisce in quel contesto e cerca di influenzarlo recuperandone parte
> della terminologia e riempiendola con il proprio immaginario.

La figlia di George Byron è stata la prima programmatrice
https://www.economyup.it/innovazione/donne-e-tecnologia-15-nerd-che-hanno-fatto-la-storia/
https://www.womentech.eu/
http://rosadigitale.it/it/il-movimento/
http://www.fedoa.unina.it/3349/1/Federica_Marcozzi-Tesi_di_dottorato.pdf
Transfemminismo: il pensiero di Donna Haraway e Judith Butler
Susanna D'Ambrosio
https://www.youtube.com/watch?v=dS-5K9Q0r-M
http://users.libero.it/scarmela/immagini/abstract.pdf
https://amslaurea.unibo.it/6730/1/lodi_michael_tesi.pdf
in generale:
http://www.leswiki.it/1980-adrienne-rich-eterosessualita-obbligatoria-ed-esistenza-lesbica/
https://web.uniroma1.it/disp/sites/default/files/allegati/Femminismo%20Encicloped.%20Treccani.docx



> Per usare la figura del cyborg la definisce formandola sulle
> caratteristiche utili a sostenere il proprio discorso.
> Sono passati 25 anni credo e l'idea della tecnologia che penetra i corpi
> non si e' pero' realizzata in questo senso.
> Non mi torna il ragionamento, perche' se sono cyborg nel 2020 e la tecnologia
> e' fortemente e indelebilmente in me, io non posso staccarmene mai
> perche' fa parte di me, ma e' un pensiero che non mi
> lascia tranquillo

non ci lascia tranquill1/e?
>e nn mi aiuta a superare il dualismo
> naturale/artificiale, mi fa solo sentire a disagio e tendenzialmente
> dominato.
> Al posto di cercare una metafora che possa rendere l'idea, per superare
> il dualismo del pensiero occidentale, io preferirei dire semplicemente
> che non mi piace, non serve identificarmi con un soggetto terzo inventato
> e astratto, per riflettere sul rapporto tra persone e mondo basta che ci
> poniamo questo obiettivo, per rivendicare la propria autonomia
> in termini di gestione e sperimentazione sul corpo, la sessualita', ecc...
> basta dire esattamente questo.

Questo appunto o dici tu
> Nel 2020 con data science, big data e compagnia
> profilante, io onestamente non ho voglia di fare il cyborg, perche'
> non e' una figura di cui sento di poter definire il significato
> senza che poi arrivi Larry Page e mi dica "vuoi provare i miei google
> glass ?"

L"immaginazione che proietti non è la paura cyborg di donna j arraway o il ferro latte neutro di cui parlava....
lei non ha mai parlato di immaginazione skizzoide e resto dentro lo specifico della sua biografia, perchè se poi vogliamo
analizzare la cosa da "filosofo": Ape Regina
(PUNK femm.) su ror e casa delle donne possono darti un quadro ancora + netto di quanto la paura blocchi anche quel femminismo di qualità italiano relegato alla guida di un aereo
piuttosto che creatore di una silicon valley mediterranea: la fase appunto del femminismo neoliberale che investe chi progamma di meno e vorrebbe avvicinarsi "senza cattiva immaginazione" come invece veramente propone donna j arrway,
alla tecnologia...
ciao