gizero: >> Quindi chi non può o non vuole venire ad hackmeeting potrà seguire
>> una diretta di quello che succede, che però non sarà centrata sui
>> seminari.
>
>Quindi: :Chi non puo’ venire puotra’ seguire una diretta che non ci sara’”
>
>Tagliata la testa al toro rispetto a cose difficili come inclusione,
>socializzazione e uso delle tecnologie
quando vedo email così "pungenti" penso esse siano decifrabili solo
conoscendo la persona che le ha scritte, altrimenti fatico a capire le
connessioni logiche, i ragionamenti pregressi, il movente, gli effetti
sperati.
Di conseguenza, dato che ti conosco solo di nick e per sentito dire,
preferirei non risponderti.
Di contro può essere una buona occasione per parlare di un argomento che
mi pare assai caldo un po' in generale negli ultimi anni, ma soprattutto
nell'Anno Della Grande Sfiga. Ovvero: streaming sì o no? Cosa vuol dire
"incontro"? In quale misura il digitale ci interessa?
Sono dei domandoni a cui non troveremo la risposta secca, però poi la
prassi è fatta di decisioni che spesso riducono un problema complesso ad
una risposta secca. Nel report c'era la risposta booleana.
Io credo che ad hackmeeting i seminari siano una parte fondamentale, da
curare bene, quella per cui le persone si avvicinano... ma non quella
per cui le persone rimangono. Si rimane per quello che c'è _intorno_ ai
seminari: per parlare e praticare autogestione, per il fatto che i
seminari a volte nascono dalla situazione di hackmeeting e non il
contrario, per trovare persone con cui discutere o con cui programmare
assieme.
Allora se si volesse fare una cosa che assomigli ad un hackmeeting ma
accessibile a chi non può o non vuole raggiungere il luogo in cui si
svolgerà l'incontro, bisognerebbe trovare il modo di riprodurre tutto
questo. Non mi pare che ci sia da parte di nessuno la convinzione che
questo sia trasportabile sul digitale. Quindi streammare i seminari non
credo aiuti a rendere hackmeeting accessibile a chi non può recarvisi di
persona. Quando una cosa non è utile, ed è faticosa da fare, credo che
l'azione conseguente sia non farla.
Colgo l'occasione anche per dire la mia sul significato della parola
inclusione. Chi è escluso da hackmeeting? Mi pare che negli ultimi anni
abbiamo ragionato parecchio sul tema. Sicuramente queste discussioni non
hanno portato immediatamente a delle conclusioni che risolvono il
problema (che è più grande di noi, del resto), però il processo mi pare
fosse corretto: abbiamo detto che può essere escludente una prevalenza
maschile con tutte le conseguenze che comporta, abbiamo discusso con
diverse opinioni su come affrontare l'argomento dei "safer spaces" e
abbiamo fatto delle discussioni sui legami tra colonialismo e
tecnologia, non solo riconoscendo la grande bianchezza del nostro mondo
ma l'approccio coloniale anche in alcune modalità dell'industria
informatica. Abbiamo parlato del costo economico della partecipazione
all'incontro e degli spostamenti, ricordandoci di non incontrarci sempre
nella stessa parte d'italia per rendere più facili gli spostamenti.
Ecco, di fronte a tutto questo temo che stia nascendo una definizione di
inclusione che sta molti passi indietro a questi ragionamenti, che non
mi appartiene e spero non ci appartenga. È una definizione di inclusione
a misura di bianco connesso, preoccupata della recente scoperta del
fatto che le frontiere impediscono alle persone di muoversi.
Una definizione che dà enorme importanza a quelli che hanno recentemente
perso alcune delle loro libertà di movimento, dimenticandosi
distrattamente di chi non le ha mai avute. Si può dire, e potrebbe pure
essere vero, che le due cose non confliggono. Tuttavia in alcuni casi la
rabbia, in altri il semplice concentrarsi su alcuni soggetti "esclusi"
rispetto ad altri, mi fanno pensare che confliggano eccome.
Insomma, la discussione sul sessismo negli hacklab era ed è importante;
al forte è complicato muoverti se hai bisogno di una sedia a rotelle;
all'hackmeeting la percentuale di bianchi è schiacciante, così come
quella maschile.
Per nessuno di questi problemi ho ricette in tasca, ma come siamo finiti
a parlare del dramma di chi quest anno non può volare
a Roma?
baci
--
boyska
«These people are not afraid to significantly demean their
efficiency in order to fill their lives with wonder.»