-------- Messaggio originale --------
Oggetto: Cineforum in Boccaccio giovedì!
Data: 2020-05-26 22:01
Mittente: Pablo_Bkk_82 _ <pablopio@???>
Destinatario: "monzantifascista@???"
<monzantifascista@???>
Praticare autogestione, condividere momenti di socialità slegati dal
profitto, produrre pensiero e agire nel difficile contesto
socio-economico che stiamo vivendo: sono alcuni degli obiettivi che ci
poniamo nell'immaginarci i prossimi mesi in Boccaccio.
Queste cose ovviamente le vogliamo fare insieme a voi, riallacciando
quanto prima relazioni e complicità che il lockdown ha messo in stand
by.
Giovedì 28 maggio vi invitiamo dunque al cineforum estivo per
ricominciare a incontrarci e, nella semplicità di un'iniziativa di
questo tipo, rimettere in moto energie e far circolare idee rispetto ai
tempi che ci attendono, a come vogliamo decidere di attraversarli,
dentro e fuori le mura di via Rosmini.
L'iniziativa avrà luogo negli ampi spazi esterni del centro sociale e,
nel rispetto delle sensibilità di tutti/e in questa delicata fase,
metteremo in pratica i piccoli accorgimenti necessari affinché lo spazio
e la sua frequentazione vengano percepiti come sicuri.
Troverete pertanto sedie distanziate e ambienti sanificati, per il
resto, come già abbiamo scritto in queste settimane, crediamo nella
capacità delle persone di agire in maniera responsabile, tutelando se
stesse e gli altri.
Vi aspettiamo!
https://boccaccio.noblogs.org/post/2020/05/26/cineforum-in-boccaccio/
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Giovedì 28 maggio 2020 - ore 21
FOA Boccaccio 003, via Rosmini 11, Monza
Ingresso gratuito
SELFIE (Italia, 2019) di Agostino Ferrente
Napoli, Rione Traiano. Nell’estate del 2014 un ragazzo di sedici anni,
Davide, muore, colpito durante un inseguimento dal carabiniere che lo ha
scambiato per un latitante.
Davide non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. Come tanti
adolescenti, cresciuti in quartieri difficili, aveva lasciato la scuola
e sognava di diventare calciatore.
Anche Alessandro e Pietro hanno 16 anni e vivono nel Rione Traiano. Sono
amici fraterni, diversissimi e complementari, abitano a pochi metri di
distanza, uno di fronte all’altro, separati da Viale Traiano, dove fu
ucciso Davide.
Alessandro è cresciuto senza il padre, che dopo la separazione dalla
madre si è trasferito lontano da Napoli. Ha lasciato la scuola dopo una
lite con l’insegnante che “pretendeva” imparasse a memoria “L’Infinito”
di Leopardi. Ora fa il garzone in un bar: guadagna poco, non va in
vacanza ma ha un lavoro onesto in un quartiere dove lo spaccio, per i
giovani disoccupati, è un ammortizzatore sociale di facilissimo accesso.
Pietro ha frequentato una scuola per parrucchieri, ma al momento nessuno
lo prende a lavorare con sé. Il padre, pizzaiolo, ha un lavoro
stagionale fuori città e torna a casa
una volta alla settimana, mentre la madre è andata in vacanza al mare
con gli altri due figli. Lui, invece, ha deciso di passare l’estate al
rione, per fare compagnia al suo migliore amico e iniziare una dieta che
rinvia da troppo tempo.
Alessandro e Pietro accettano la proposta del regista di
auto-riprendersi con il suo iPhone per raccontare in presa diretta il
proprio quotidiano, l’amicizia che li lega, il quartiere che si svuota
nel pieno dell’estate, la tragedia di Davide.
Aiutati dalla guida costante del regista e del resto della troupe, oltre
che fare da cameraman, i due interpretano se stessi, guardandosi sempre
nel display del cellulare, come fosse uno specchio, in cui rivedere la
propria vita. Una disputa allontana i due amici: Alessandro preferirebbe
venisse raccontato solo il loro rapporto e il resto delle cose belle del
rione, ché di quelle brutte parla già
quotidianamente la stampa. Pietro, al contrario, non vorrebbe tacere
nulla, perché solo così lo spettatore potrà capire quanto è difficile
per loro, in quel contesto, vivere una vita “normale”.
Il racconto in “video-selfie” di Alessandro e Pietro e degli altri
ragazzi che partecipano al casting del film viene alternato con le
immagini gelide delle telecamere di sicurezza che sorvegliano come
grandi fratelli indifferenti una realtà apparentemente immutabile, con i
ragazzi in motorino che sembrano potenziali bersagli in un mondo dove la
criminalità non sembra una scelta ma un destino che ti cade addosso
appena nasci.
Un film fatto interamente di sguardi dove il rione appare ai due ragazzi
come una parafrasi dell’Infinito di Leopardi, che Alessandro prova
finalmente a raccontarci: circondato da un muro che esclude la
conoscenza di tutto ciò che sta al di là e che forse, si augura, un
giorno, almeno i suoi figli potranno finalmente scoprire.