Szerző: I-330 Dátum: Címzett: hackmeeting Tárgy: Re: [Hackmeeting] Pandemia. Di tecno-assoluzionismo e di come la
tecnologia non ci salvera'
Il 5/7/20 6:33 AM, pinke ha scritto:
> Vi proponiamo questo scritto come l'inizio di un percorso, e non come
> la sua fine.
> Ci piacerebbe continuare a portare avanti queste riflessioni come
> comunita' di Hackmeeting nella sua interezza.
> Abbiamo strutturato il testo lungo una serie di buzzword da debuggare
> e spacchettare criticamente. Invitiamo chi lo vorra', hacklab o esseri
> umani o cani o gatti o piccioni, a continuare insieme questo lavoro,
> aggiungendo altre buzzword e tematiche.
> Non abbiamo pensato a un modo/processo/percorso per farlo, ma intanto
> vi facciamo questa proposta e che la magia dell'autorganizzazione
> faccia il resto nel capire come, quando e dove.
brave tutte che avete buttato giù queste riflessioni, mi paiono
interessanti.
a me piacerebbe discutere di più sulla questione della didattica a
distanza perché mi sto trovando invece in mezzo a una situazione che è
abbastanza diversa da quella che descrivete e il conflitto si sviluppa
su linee diverse. sto lavorando come esercitatrice in un'università
californiana e da noi il grande problema del passaggio dall'insegnamento
in classe a quello online è stato sentito soprattutto dalle docenti, più
che dalle studentesse. cioè noi ci siamo ritrovate nel giro di una
settimana a ristrutturare tutti i corsi primaverili (qui l'anno funziona
a trimestri di dieci settimane l'una) in versioni online di se' stessi
senza avere uno straccio di supporto dall'università per farlo.
sono in una università (pubblica) dove la retta annuale è di 20mila
dollari, e dove era abbastanza normale per me sapere che una parte delle
mie studentesse io a lezione non la avrei mai vista perché tra il lavoro
e la quantità di classi da seguire per laurearsi in 3 anni anzichè in 4,
se devi fare una scelta, salti la lezione del dipartimento meno severo.
da quando abbiamo passato l'insegnamento online, per la prima volta io
ho in classe studentesse che riescono a seguirsi un corso di linguistica
socioculturale senza farsi venire le paranoie che se stanno a lezione da
me stanno perdendo tempo che potevano dedicare ai compiti di biologia.
per me questa cosa è stata una sorpresa.
non so bene come analizzare questa intera situazione. da un lato, ho
studentesse che normalmente faticano a stare a galla con la quantità
idiota di compiti che assegniamo qui, che per la prima volta si riescono
a leggere i testi proposti con calma. dall'altra, il passaggio
all'istruzione online ha stroncato lo sciopero delle dottorande di
University of California che durava da dicembre e ci ha ributtate a
barcamenarci tra un contratto di merda, l'isolamento sociale, e
un'università che adesso ha le liste di chi ha fatto traballare la barca
e ora cerca lentamente di liberarsi di noi una per una senza che si
riesca a reggere l'urto isolate come siamo.
spostare i corsi online qui ha voluto dire che molte delle studentesse
che normalmente vivono in macchina durante l'anno scolastico perchè gli
affiti qui sono alla stregua di san francisco sono tornate a casa, e a
sentire loro c'è da sperare che rimaniamo online fino a dicembre. magari
semplicemente la tecnologia ti salva quando la situazione che hai
intorno è talmente una merda che vivere in un incubo corporativistico è
solo leggermente peggiore della tua quotidianità.
poi c'è da dire che alle scuole elementari e superiori le cose non
stanno messe così bene. un punto che forse avrebbe senso considerare
anche in italia è che a queste età qui la scuola ha anche un ruolo di
supporto ai genitori che lavorano. qui il programma che le pantere nere
avevano iniziato negli anni 70 di dare cibo gratis nelle scuole, il
governo se lo era rivendicato, e per famiglie povere (che qui da me vuol
dire quasi sempre Latinx o nere) mandare le figlie a scuola voleva dire
essere sicure che almeno un pasto al giorno lo mangiavano.
quindi tutto questo era per dire che nel caso dell'istruzione
universitaria (e anche dell'istruzione universitaria nelle carceri)
forse il passaggio all'istruzione online è da valutarsi con criteri
diversi che nel caso delle scuole dell'obbligo. forse invece no perché
in italia manca ancora tempo ad arrivare alla situazione quotidiana che
c'è qui.
un abbraccio,
i-330
--
«E tu quale ultima rivoluzione vuoi? Non ci sarà mai un’ultima rivoluzione, le rivoluzioni sono senza fine.
L’ultima, cioè, è per i bambini: l’infinito spaventa i bambini ed è necessario che i bambini dormano tranquilli la notte…»