On 03/05/2020 21:01, ginox@??? wrote: > cioe' se non e' un'ipotesi realistica neppure che 15 persone si trovano
> all'aperto tra due mesi, con guanti monoso e mascherina e aggeggiano davanti
> ad ammennicoli elettronici assieme in videoconf con altre gruppettti simili,
> penso che sara' proprio un problema per il vivere sociale in generale,
> perche' non so se qualcuno di voi e' uscito di recente, ma gia' ora e'
> pieno di gente in giro, si presupppone quindi che dobbiamo imparare
> a gestircela questa cosa.
Riprendo il filo da qua e faccio una premessa per ragionare sulla
"virtualizzazione" dell'evento.
Nell'estate del 2001 io ero a casa mia. Non ero ad hm a Bologna, e non
credo ne avrei mai immaginato l'esistenza non fosse stato per un
articolo apparso su punto informatico due giorni prima dell'inizio. Con
un disumano dispendio di scatti sulla bolletta del telefono riuscii a
seguire stallman che parlava, e scambiai qualche chiacchiera con un
ragazzo gentile su #hackit99, delle mie parti, studente universitario
che era fisicamente lì e che mi descrisse la scena.
In qualche modo "ero" ad hm, ma la sensazione era quella di essermi
perso un evento troppo grande per un me appena diciottenne.
Una sensazione che per anni mi ha accompagnato quando non ci sono potuto
essere e che è montata, aumentando le mie aspettative, finché la prima
volta in cui fisicamente ci sono stato ho pensato che insomma, ok, non
so cosa mi aspettassi ma non c'è proprio tutto tutto quel che mi ero
immaginato. Bello in modo diverso, sicuramente da rifare, ma arei dovuto
appianare le differenze tra l'immaginazione e la realtà.
Fine premessa.
Io credo che appuntamenti come hackmeeting non si possano dividere dalla
componente fisica. Nascono per essere fisici, perché l'esigenza
all'inizio era riunirsi per contarsi e sapere di non essere sperduti e
soli. Non a caso la retorica iniziale è sempre "L'Hackmeeting è
l'incontro annuale delle controculture digitali italiane". Se le
controculture non si incontrano, l'incontro non c'è.
E sono molto d'accordo con ginox, per quanto detto sopra, sul sentimento
di tristezza che accompagna l'happening virtuale: del resto a scambiarci
messaggi digitali ormai passiamo praticamente intere giornate,
l'incontro fisico è l'unico modo per eliminare per un po'
l'intermediazione che, specialmente in questi giorni, divide le nostre
rispettive umanità.
Per come la ragiono io, mi metterei nell'ordine delle idee che qualunque
cosa si decida di fare da qui ai prossimi due mesi, quella cosa non sarà
hackmeeting. Nella peggiore delle ipotesi sarà un "hackstreaming", nella
migliore un "federated hackday", giusto per usare il linguaggio dei
giovani. Una roba diversa, con un significato leggermente diverso e, a
questo punto modalità organizzative e partecipative diverse,
possibilmente condivise.
Se davvero si vuole organizzare questo semi-incontro come una rete
diffusa di eventi indipendenti, che siano organizzati su linee guida
condivise e che permettano il rispetto delle prassi sanitarie e non
diano alibi a nessuno per favorirne l'interruzione (la stanza è troppo
piccola, siete su un prato ma più di 15, è assembramento, arriva la
polizia e sparpaglia tutti eccetera).
Mi rendo conto che sono scelte che sono in grado di fare solamente
gruppi già preesistenti sul territorio. Magari facendo anche saltare
l'idea di calendario programmato, per cui ci si ritrova con la caotica
situazione che alle 16 di sabato ci sono 14 dirette in streaming da
altrettante parti d'italia, e lì sei per forza obbligato a pensare a
come registrare in presa diretta e pubblicare la registrazione in tempi
brevi; di contro, allargando la finestra spazio/tempo uno potrebbe
pensare di diluire molti più seminari nell'arco di una settimana, a
orari improbabili ma anche semplicemente in orario post cena. Eccetera
eccetera.
Ora, lo so che sto sparando robe alla cieca così e possono anche portare
il ribrezzo tra chi legge; ma tutto questo è per dire che, saltati tutti
i soliti schemi, c'è ancora un certo margine di manovra anche per
immaginare questo evento, "non-hackmeeeting", "pseudo-hackmeeting",
"hackeccosasianonsisa", come un evento eccezionale, che si svolge solo
perché viviamo un tempo eccezionale, e che se funziona si potrà
riproporre prima o poi, stavolta insieme e non in sostituzione di
hackmeeting.