Autore: ca_favale_mlist Data: To: ca_favale_mlist@inventati.org Vecchi argomenti: [inquieto] rete di scambio Oggetto: [inquieto] Su tricolori ai balconi, fratelli d'Italia,
bella ciao e strumentalizzazione XXV aprile
Il patriottismo è l’ultimo rifugio dei farabuttiSamuel Johnson
La solita scemenza sul patriottismo che è bene, mentre il nazionalismo è male. Anche Bossi era il più patriottico di tutti, solo che di una patria più piccola, che sentiva più sua. Se non siamo d’accordo con la Padania non è perché abbiamo l’ossequio dei nostri confini, ma proprio perché i confini non ci piacciono e crearne degli altri neppure.
In realtà nessuno ha mai spiegato quale sarebbe questa differenza fra patriottismo e nazionalismo, se non quanto a intensità: generalmente, se hai una notevole predilezione per il Paese in cui sei nato è nazionalismo, se ce l’hai un po’ all’acqua di rose è patriottismo. Altre volte è semplicemente questione di quanto ci stia simpatica l’azione o la persona in questione: se l’approviamo è patriottismo, se non l’approviamo è nazionalismo.
Che senso ha avere stima d’una cosa solo perché c’è capitata per caso? Sono fiero del mio codice fiscale. Sono orgoglioso di portare il 42 di piede. Fa ridere, eh? Le persone che dicono d’essere orgogliose – o fiere – d’essere nate in un posto, direbbero lo stesso se fossero nate in un altro. Ci sono davvero tante cose nel mondo che amiamo perché ci piacciono: la nostra musica, il proprio piatto preferito, il posto più bello che conosciamo, una poesia dal tono giusto. Ma amare un pezzo di terra solo perché ci è capitato di nascere è davvero sciocco: non è merito tuo, né suo.
Ancora peggio è far leva su certi sentimenti, come il naturale affetto verso il posto in cui siamo nati, sfruttare usanze e piacevoli ricordi per creare differenze e discriminazioni. Ed allora avanti con tricolori, inni, altari e monumenti. Tutto pur di farci sentire parte di un gruppo e sfogare la nostra rabbia e le nostre frustrazioni verso un altro, verso chi è diverso e arriva da lontano. Tutto pur di alimentare la "guerra tra poveri" e scannarci tra noi, alimentando futili motivazioni e lasciando fuori ( con gran soddisfazione e sicuro compiacimento) chi da tutto ciò ci guadagna politicamente ed economicamente.
Ed allora esponiamo bandiere e sentiamoci fieri dei nostri inni, coscienti almeno che qualcun altro, non noi, ne ha da guadagnare e ci spinge a farlo, per i suoi interessi e per salvaguardare se stesso ed il proprio potere. Per dividere non per riunire, mantenere inalterato lo status quo e salvaguardare i propri privilegi.
Stefano