Capisco i vostri punti di vista, ne ho conosciuti moltissimi con il
vostro stesso punto di vista e, come avete detto anche voi, lo rispetto
perche' ogniuno puo' provare la via che vuole e anzi, piu' vie ci sono
piu' probabilita' ci sono di arrivare ad un risultato.
Pero' diciamo che mi sento vecchio e che voglio raccontare una
storiella, diciamo anche che e' immaginaria e frutto delle letture
avvenute durante la quarantena (fatti ed avvenimenti sono di pura
fantasia e non potranno essere usati contro di me davanti al tribunale
dell'inquisizione socialista).
-- Incipit --
Prima del salto nell'iperspazio prendiamo una velocissima rincorsa,
siamo a meta' degli anni '70, diciamo tra il 1975 e il 1978. In Italia
e' in corso da tempo una rivoluzione e gli stati preparano una
contro-rivoluzione chiamata, mi sembra, "Progetto Trevi". Il progetto
Trevi ha un obiettivo molto semplice per bloccare il fermento
rivoluzionario: dividere la sinistra "parlamentare" da quella
"extra-parlamentare" tramite un processo di criminalizzazione forse
fatto (guardandolo a posteriori) di stragi di innocenti. Ovviamente i
mandanti sono piu' o meno anonimi mentre gli esecutori li potremmo
cercare tra fascisti ed "ex partigiani bianchi", magari riuniti sotto il
progetto "Gladio". Ma apparte il sangue che non vogliamo scordare,
focalizziamoci sull'obiettivo: dividere i/le "buoni/e" dai/dalle
"cattivi/e".
------- fiuuuuushhhhhhhhhhhhhhhh ---------
Fine anni '90, il muro di Berlino e' caduto, il benessere economico e'
alle stelle e i centri sociali sono al massimo del loro vigore. Le
compagne e i compagni pensano che "un altro mondo e' possibile",
politici ed intellettuali di tutto il mondo riflettono sul fatto che il
modello capitalista globalizzato e' sempicemente assurdo, si basa su
l'assioma che "Il pil deve sempre crescere" sapendo bene che nessun
sistema puo' sostenere un incremento costante senza un approvigionamento
infinito di energia (tralasciamo il fatto che arrivi dallo sfruttamento
animale, naturale o della forza lavoro).
Ma torniamo a noi: un movimento dice "basta" e discutendo si organizza
per protestare contro gli "8 grandi". I capi della Polizia ricordano gli
insegnamenti dei loro predecessori: 1.Terrore 2.Dividere i buoni dai
cattivi.
---------------------------- Salto iperspaziale 2001 -> 2020
----------------------
Dopo il G8 i movimenti sono bloccati, molti compagni di ritorno da
Genova raccontano alle generazioni un piu' giovani (come la mia) cose
tremende. Di nascosto si racconta cosa e' successo a questo e a quello,
quasi avendo il pudore di nascondere cosa sia un attacco di panico (si
potrebbe aprire il capitolo sulla normalizzazione psichiatrica ma
evitiamo per tenere la storiella leggera).
La paura pervade e lo Stato puo' passare alla "fase 2": dividere i
"dialoganti" dai "non-dialoganti". La ricetta e' molto semplice: "Buono
= firma la burocrazia", "Cattivo = non firma la burocrazia". Nei centri
sociali con una gerarchia si istituzionalizzano i "portavoce", li si fa
"occupare i vecchi partiti in disuso" ma a patto, ovviamente, di puntare
il dito sempre e comunque contro i "Cattivi".
Fatta la prima divisione il gioco e' semplice e sembra applicare alla
perfezione il concetto ricorsivo: "Prendi i cattivi, dividili in "buoni
e cattivi". Prendi i nuovi cattivi, dividili in "buoni e cattivi".
Prendi i nuovi...."
Ad oggi personalmente tiro il risultato di questo gioco: i centri
sociali sono morti e la Liberta' e' un valore secondario nella societa'
(gioco facile ora per le nuove destre).
Bravo Stato, sei stato bravo... Hai combattuto una guerra nell'unico
modo che la tua Costituzione di permetteva, a volte qualche morto ti e'
scappato ma comunque i tuoi servi sono sempre stati assolti.
-------- Conclusioni -------------
Anno 2020: Il sistema che "cresce sempre" non esiste e ad un certo punto
diventa sempre ed inevitabilmente instabile.
Non so come finisca la storia ma vorrei tanto avere indietro un po' di
Liberta'....
blackflag
On 4/19/20 4:04 AM, tibi@??? wrote:
> Ciao e grazie, sento finalmente qualcuno che da corpo alle mie idee :)
> Ho sempre pensato infatti che il modo più efficace di lottare contro
> il potere non fosse opporsi o fare la guerra. Perché quella sai già
> che la perdi, esattamente come gli indiani hanno perso contro gli
> inglesi perché non avevano i fucili. A me dunque non interessa
> distruggere il potere, ma destrutturarlo, il che credo coincida col
> concetto di disruption, ovvero farlo collassare a causa dei suoi
> stessi errori. Non è facile. E lo è ancora meno se tutti continuano
> ancora a pensare invece di combatterlo. E lo è perché quando lo
> proponi tutti ti guardano ancora come un troll, un"artista" (in senso
> negativo). Eppure esempi di destrutturazione efficace ce ne sono. E
> forse avrebbe senso metterli insieme e farli conoscere.
> Io però non penso a pratiche dall'interno, ma a pratiche dall'esterno,
> sottili e invisibili ma efficaci, che cambino la direzione dei
> processi. Per fare un esempio semplice, per evitare di essere
> attaccati in manifestazione, non ha senso andare con gli scudi, perché
> manganelli, idranti e pallottole prima o poi arrivano e ti bloccano.
> Basta invece essere dinamici (come in bici), o sfruttare tecniche di
> delocalizzazione e riaggregazione a sorpresa (cosa che nessuno ha mai
> la capacità di mettere in pratica), per vedere altri scenari.
> ciao
> tibi
>
>
> Il 2020-04-19 10:06 T_Bazz ha scritto:
>> Ciao,
>>
>> grazie per la comprensione, Blackflag!
>> Anche io ovviamente capisco il tuo punto di vista e per molti aspetti
>> sono d'accordo con te. Diciamo che partendo da simili presupposti
>> politici (la critica al potere) ci sono modi diversi di lavorare.
>> Personalmente mi definisco anarchica anche io, pur se un'"anarchica
>> culturale" :)
>>
>> In realta' e' proprio da riflessioni simili che sono arrivata a questo
>> genere di pratiche. Magari ti/vi puo' interessare dare un'occhiata a un
>> testo che ho scritto un po' di tempo fa, il titolo in inglese e'
>>
>> Networked Disruption
>> Rethinking Oppositions in Art, Hacktivism and the Business of Social
>> Networking
>> Si puo' scaricare da qui:
>> http://networkingart.eu/books/
>>
>> Purtroppo non esiste in italiano, sto ancora cercando un editore che
>> abbia a cuore questi temi – non facile – per poterlo diffondere in
>> Italia.
>> (Nella pagina ci sono anche altri libri, in italiano solo "Networking:
>> La rete come arte", sulla storia dell'hacking, arte e activism in Italia
>> fino al 2006).
>>
>> La mia riflessione su questo punto partiva proprio 20 anni fa, quando
>> eravamo tutti attivi nel cosiddetto no global movement (anche se la
>> parola non ci piaceva affatto) e scaturisce dal massacro delle giornate
>> di Genova 2001 (tra l'altro il prossimo anno sono 20 anni da quelle
>> date, sarebbe importante pensare a qualcosa di collettivo...).
>> Quello che ho vissuto in quei giorni ha segnato profondamente il mio
>> modo di riflettere su pratiche oppositive – ero con il collettivo Strano
>> Network a Firenze ed eravamo in linea con Radio Gap, e trasmettevamo via
>> radio in una piazza fiorentina la diretta da Genova. Abbiamo assistito
>> in diretta all'entrata della polizia nel Media Center, e alla
>> soppressione della radio, e sappiamo tutti quello che e' successo dopo
>> (il Media Center stava di fronte alla Scuola Diaz in cui e' avvenuto un
>> violento pestaggio di molte persone e conseguentemente vere e proprie
>> torture a Bolzaneto). Mi ricordo ancora il senso di impotenza e
>> disperazione di quei giorni, e' stato veramente un trauma per tanti, che
>> purtroppo non si e' mai risolto del tutto a livello politico e legale.
>> In qualche modo siamo tutti ancora un po' "reduci", ed e' ancora
>> difficile parlarne non solo a livello individuale, ma anche come pratica
>> collettiva.
>>
>> Personalmente dopo quei giorni ho capito che l'opposizione frontale era
>> stata strumentalizzata, chi stava al potere ha preso vantaggio delle
>> lotte dal basso, e bisognava ripensare certe pratiche. Questo lavoro
>> sulla "disruption" parte proprio da li'...e per questo il nostro
>> progetto si chiama Disruption Network Lab (anche se ora e' diventato
>> qualcosa di piu' collettivo e internazionale, e non sono solo io a
>> definirlo, ma tante altre amiche-colleghe – siamo quasi tutte donne).
>>
>> In questa idea di "disruption" e' parte principale la riflessione della
>> lotta al potere partendo da pratiche "all'interno" che il potere non si
>> aspetta, e che quindi lo scalfiscono perche' se ne studia la logica e lo
>> si conosce bene. Da qui nasce l'interesse per il whistleblowing, e anche
>> il nostro punto di vista politico. Ache il whistleblowing e' una pratica
>> che parte dall'interno dei sistemi e li destruttura cambiando
>> radicalmente punto di vista (chi era dentro va fuori). I whistleblowers
>> pur se prima appartenevano a questo "potere", diventano poi fra le
>> persone piu' a rischio, perche' rappresentano di per se' uno stato
>> d'eccezione del sistema. Proprio perche' sono andati contro gli apparati
>> statali-governativi-commerciali in cui lavoravano, non possono piu'
>> trovare lavoro, sono isolati a livello sociale e affettivo, da alcuni
>> considerati il nemico, e a volte manipolati politicamente. La mia
>> posizione (e non solo mia) e' che appartengano alla categoria dei
>> "vulnerabili" e quindi necessitano supporto e attenzione, soprattutto da
>> chi lotta contro il potere!
>>
>> Ma ovviamente, ognuno la vede come vuole - e ci sono molti modi di andar
>> contro il potere. Tutti comprensibili secondo me!
>> In ogni modo, il vero "nemico" e' altrove...e molto piu' pervasivo di
>> noi che comunque ci sbattiamo per studiarlo, combatterlo, ed esporne le
>> pratiche.
>>
>> Saluti,
>>
>> T_Bazz
>>
>>
>>
>>
>> On 18.04.20 14:33, Blackflag wrote:
>>> Ciao,
>>>
>>> capisco il tuo punto di vista, veramente! E' solo che ho un punto di
>>> vista diverso da quello che proponi, per me e' importante lavorare, o
>>> quantomeno ragionare, prima sulle cause che sugli effetti.
>>>
>>> Il mio e' solo un approccio diverso, per esempio personaggi come
>>> Snowden
>>> non mi piacciono proprio per niente e preferisco starci kilometri di
>>> distanza. Neanche i "whistle" mi piacciono in realta'.
>>>
>>> Vabbe' scusa se ho espresso male il mio pensiero nella mia mail
>>> precendete, comunque buon proseguimento.
>>>
>>> bf
>>>
>>> On 4/16/20 9:50 AM, T_Bazz wrote:
>>>> Ciao,
>>>>
>>>> non so se ho piu' l'eta' per discussioni con questi toni, ma vabbe'.
>>>> Giusto per amor di chiarezza, se per "veterani dell'Air Force US" ti
>>>> riferisci a due whistleblower, Brandon Bryant e Cian Westmoreland, che
>>>> sono fra i 5 whistleblowers che hanno denunciato l'uso pervasivo dei
>>>> droni durante i conflitti americani in medio oriente, mi sembra
>>>> fondamentale ed estremamente importante invitare a parlare queste
>>>> persone.
>>>>
>>>> E' da coloro che sono all'interno dei sistemi che si impara come
>>>> neutralizzarli. E del resto lo abbiamo imparato anche da Snowden, come
>>>> ben si sa in questa lista.
>>>>
>>>> Lavorare con e sui whistleblower e' quello che facciamo ormai da anni
>>>> nel nostro programma di conferenze ed e' una cosa di cui vado
>>>> estremamente fiera. Anche perche', lo facciamo indipendentemente. Gli
>>>> "sponsor" di cui parli sono finanziamenti pubblici per poter fare il
>>>> nostro programma, che non influenzano minimamente la direzione in cui
>>>> andiamo. Da sei anni produciamo il nostro reddito da soli, grazie a
>>>> queste conferenze che toccano temi difficili e veramente poco
>>>> dibattuti
>>>> a livello politico e tecnologico. Noi siamo a Berlino, e il tema del
>>>> whistleblowing in Italia e' purtroppo ancora molto scarso, a parte
>>>> poche
>>>> coraggiose organizzazioni, e alcuni gruppi di discussione
>>>> indipendenti,
>>>> che ne parlano. Non c' e' neanche una traduzione corretta nella nostra
>>>> lingua. Bisognerebbe fare di piu', invece di sparare a zero contro
>>>> chi fa.
>>>>
>>>> Se siete interessati e volete capire di cosa stiamo parlando, vi
>>>> consiglio di vedere questi video:
>>>>
>>>> DRONE: Inside the Predator - Keynote di Brandon Bryant
>>>> https://www.youtube.com/watch?v=hhjzqKJjfSc
>>>>
>>>> BOTS. Diffused of responsibility - Keynote di Cian Westmoreland
>>>> https://www.youtube.com/watch?v=-bQOBhtu9sY
>>>>
>>>> (su YouTube si...abbiamo fatto questa scelta per motivi che non sto a
>>>> spiegare ma pur se discutibile e' una scelta consapevole).
>>>>
>>>> Queste sono tutte le nostre conferenze:
>>>> https://www.disruptionlab.org/conferences
>>>>
>>>> Volevamo venire anche noi questa estate all'hackmeeting come
>>>> Disruption
>>>> Network Lab e parlare del nostro lavoro, anche perche' per me coincide
>>>> con una ricorrenza molto cara (i 20 anni dall'hackmeeting al Forte, in
>>>> cui mi sono sbattuta anche io facendo parte del collettivo AvANa nel
>>>> 2000), ma con questo virus che imperversa la vedo dura.
>>>>
>>>> Spero in ogni caso di vedervi presto tutt@!
>>>>
>>>> Saluti,
>>>>
>>>> T_Bazz
>>>>
>>>>
>>>> On 14.04.20 14:29, Blackflag wrote:
>>>>> Ciao,
>>>>>
>>>>> stiamo veramente parlando di un ente sponsorizzato dalla comunita'
>>>>> europea e altri enti istituzionli e che si bulla di invitare veterani
>>>>> dell'Air-force US a fare talk? E hai appena linkato un video su
>>>>> Youtube?
>>>>> E proponi di usare stampanti 3D per mettere una pezza agli effetti
>>>>> catastrofici generati da questo fottuto sistema capitalista?
>>>>>
>>>>> Boh... ormai abbiamo raschiato molto piu' del fondo del barile... :(
>>>>>
>>>>> bf
>>>>>
>>>>>
>>>>> On 4/14/20 4:28 AM, T_Bazz wrote:
>>>>>> Ciao,
>>>>>>
>>>>>> se guardi il video del nostro evento puoi constatare tu stesso
>>>>>> che non
>>>>>> si tratta di perditempo, e grazie al loro lavoro gli ospedali della
>>>>>> citta' di Monaco sono stati forniti con 3500 maschere prodotte con
>>>>>> questo sistema.
>>>>>>
>>>>>> https://youtu.be/RlslVj43p0s
>>>>>>
>>>>>> Saluti e buona visione!
>>>>>>
>>>>>> T_Bazz
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> On 12.04.20 09:24, alberto-g@??? wrote:
>>>>>>> Il 2020-04-10 12:46 T_Bazz ha scritto:
>>>>>>>
>>>>>>>> Parleremo di produzione critica in tempi di COVID-19: come
>>>>>>>> possiamo
>>>>>>>> usare 3D printing e laser cutting nella lotta contro la pandemia?
>>>>>>> E' bello che anche in questi tempi difficili le stampanti 3D e
>>>>>>> l'Arduino
>>>>>>> riescano come sempre a fornire il loro utilissimo servizio:
>>>>>>> individuare
>>>>>>> i perditempo con la testa tra le nuvole.
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> Hackmeeting mailing list
>>>>>>> Hackmeeting@???
>>>>>>> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting
>>>>>>>
>>>>> _______________________________________________
>>>>> Hackmeeting mailing list
>>>>> Hackmeeting@???
>>>>> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting
>>>>>
>>>>
>>> _______________________________________________
>>> Hackmeeting mailing list
>>> Hackmeeting@???
>>> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting
>>>
> _______________________________________________
> Hackmeeting mailing list
> Hackmeeting@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/hackmeeting