Toti «capocantiere» corre sulla Gronda controversa
Liguria. Il governatore toglie le restrizioni del Dpcm di Conte. Le opposizioni al comune di Genova contestano: lavori inutili sulla bretella autostradale
In un Nord ancora in piena emergenza, il governatore ligure Giovanni Toti recita il ruolo dell’instancabile «aperturista» a suon di propaganda. Dal rilancio dei cantieri alla proposta di abolire «codice degli appalti, gare europee, controlli paesaggistici e certificati Antimafia», lacci e lacciuoli che impedirebbero la ripartenza «post-bellica», dall’invito a tornare alle urne, per le amministrative, tra fine giugno e inizio luglio, ai bavaglini regalati ai neonati liguri. Ieri, a Pasquetta, si è messo al lavoro con la squadra per «colmare alcune lacune del provvedimento governativo che prolunga il lockdown fino al 3 maggio».
L’ORDINANZA DI TOTI PREVEDE , a differenza di Lombardia e Piemonte, alcune estensioni rispetto al Dpcm del governo Conte. Via libera ai giardinieri, alla manutenzione degli stabilimenti balneari in vista della stagione estiva, così come alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna. Ma anche alla riapertura dei piccoli cantieri edili. «I grandi invece li abbiamo sempre lasciati aperti», ha precisato il presidente della Liguria.
E TRA I VARI CANTIERI c’è quello della Gronda, la tanto discussa bretella autostradale con l’obiettivo di ridurre il traffico su Genova. Qui, qualcosa non torna. I rappresentati di Chiamami Genova, i consiglieri municipali della Valpocevera, Sara Gallo e Davide Ghiglione, e il consigliere comunale Paolo Putti, si sono chiesti perché ci siano lavori in via Perlasca, nel quartiere Rivarolo, non distante dal ponte Morandi, seppure il tracciato non sia ancora definitivo. Lavori, dunque, che potrebbero risultare totalmente inutili.
«Lo scorso novembre – spiegano – abbiamo presentato, presso il V Municipio Valpolcevera, un’interrogazione a risposta immediata per avere informazioni riguardo ai lavori nella zona retrostante l’ex-Miralanza relativi alla Gronda di Ponente, chiedendone la ragione, visto che era in corso un dibattito politico-istituzionale che poteva portare al ridimensionamento dell’opera. La risposta dell’assessorato ai Lavori pubblici del comune di Genova ci è arrivata solo adesso, con grave ritardo, e ci è stato detto che si stanno portando avanti i lavori in attesa di una indicazione definitiva sulla realizzabilità o meno di tale opera e che, a tale scopo, sono stati utilizzati i detriti derivanti dal crollo e dalla demolizione del ponte Morandi».
LE PERPLESSITÀ NASCONO dal fatto che sul tavolo c’è, da alcuni mesi, la cosiddetta mini Gronda, apprezzata dai Cinque stelle, che stralcerebbe la galleria da Vesima a Bolzaneto, sfruttando la Strada a mare e mantenendo il raddoppio della A7. I lavori finiti sotto la lente della lista di sinistra si riferiscono alla costruzione di un cantiere di 18mila metri quadrati destinato ad area di stoccaggio dei materiali propedeutici (carpenterie metalliche) alla realizzazione del cosiddetto fangodotto, un sistema di trasporto delle terre di scavo anche amiantifere delle nuove gallerie previste per la Gronda che correrà lungo il Polcevera sino al mare.
«IN PRIMO LUOGO ci domandiamo la ragione di queste opere propedeutiche: se andasse infatti avanti l’ipotesi di mini Gronda, che ci lascia comunque perplessi, costituita dal raddoppio della A7, il fangodotto non avrebbe più senso in quanto collegato al mega cantiere previsto dalla vecchia ipotesi in località via Nostra Signora della Guardia. Quindi – si chiedono Gallo, Ghiglione, Putti – a che gioco stiamo giocando? Questo dibattito è tutto un bluff? Purtroppo, gioco o non gioco, questo avverrà e sta già avvenendo sulla pelle dei cittadini della Valpolcevera».
DOPO UNO STOP DOVREBBERO ripartire, infine, in forma ridotta pure i lavori di un’altra opera contestata, il Terzo Valico, la tratta ferroviaria ad alta capacità, e per buona parte in galleria, tra Genova e Tortona. I camion hanno già ripreso a percorrere il fronte ligure, in Val Verde; mentre sul lato piemontese, dove la giunta ha scelto di prolungare il rigore, non è ancora certa la ripartenza, verrà decisa dopo il confronto tra il consorzio costruttore Cociv e i sindacati.
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