Ciao,
è di pochi minuti fa la notizia che la Corte Internazionale dell'Aja ha
ordinato al governo del Myanmar di mettere in atto misure per prevenire
il potenziale genocidio della popolazione Rohingya.
https://www.corriere.it/esteri/20_gennaio_23/corte-aja-ordina-birmania-prendere-misure-proteggere-rohingya-518ab87a-3dc7-11ea-a1df-03cb566fb1c9.shtml
Sono state quindi rigettate le tesi della presidente di fatto e premio
nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che aveva sostenuto di fronte alla
Corte che la vicenda della minoranza Rohingya andasse valutata come
"conflitto armato interno", e quindi non fosse di comptenza edlla Corte
stessa.
La minoranza musulmana dei Rohingya, da decenni oggetto di
dicriminazioni, ha subito a partire dall'Agosto 2017 un'operazione
militare su larga scala dell'esercito birmano, che ha prodotto più di
10mila morti e la fuga in Bangladesh di quasi 800.000 persone:
https://www.amnesty.it/myanmar-rohingya-tribunale-internazionale/
L'ISTAT, che a partire dal 2014 ha attivato una serie di progetti di
cooperazione statistica con il Myanmar in stretta collaborazione con il
Ministero degli Affari Esteri, ha invece proprio in questi giorni
firmato una nuova convenzione con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione
allo Sviluppo (AICS) per l’esecuzione del progetto “Miglioramento del
sistema statistico del Myanmar”, che avrà durata di 24 mesi e prevede a
favore dell’Istat un contributo di € 249.305,00 per la realizzazione
delle attività previste nel progetto.
Diventa dunque sempre più urgente trovare il modo di porre come
lavorator* dell'ISTAT la questione della cooperazione statistica con
regimi autoritari e colpevoli di violenze, abusi e discriminazioni e
dare seguito alla discussione cominciata nell'assemblea sulla guerra di
Siria dello scorso ottobre.
Stefano