Vi giro il volantino sul Medio Oriente.
Sono questi momenti significativi per il nostro futuro, e richiederebbero una maggiore attenzione da parte di tutti noi.
Ciao Michele Riccio
347-0115671
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LA MICCIA È ACCESA
La notte di giovedì 2 gennaio il generale iraniano Soleimani, una delle figure chiave della politica iraniana in Medio Oriente, è stato ucciso in un raid USA a Baghdad.
La scelta di Trump ha agito come un detonatore in una regione già epicentro delle tensioni interimperialistiche. L'Iran promette vendetta e già sono partiti i primi missili contro le basi americane nel Nord dell'Iraq.
Il fragile Paese che non conosce tregua è ormai il teatro di una guerra per procura. A farne le spese, i giovani lavoratori e studenti che protestavano in piazza per scrollarsi di dosso l'influenza straniera ed i vincoli etnici ed avviare un processo di democratizzazione.
A centinaia sono stati uccisi dalla polizia e dalle milizie sciite al soldo dell'Iran, che contemporaneamente provvedeva a reprimere le rivolte operaie interne. Teheran annuncia l'abbandono dell'accordo sul nucleare, come già avevano fatto gli americani ad aprile scorso, lasciando la UE con il cerino in mano. Anche formalmente è libertà di bomba nucleare in un'area già infarcita da armi, navi e soldati provenienti da tutto il mondo, Europa benigna ed Italia bonacciona comprese.
Il ciclo di riarmo di questo primo ventennio del nuovo millennio è senza precedenti nella storia, regalo dello sviluppo capitalistico.
Storicamente il Medio Oriente è sempre stato una polveriera, ma in questa fase storica la portata degli scontri è salita di livello. Gli attori locali sono diventati potenze regionali che danno filo da torcere ai protagonisti indiscussi del ciclo precedente. Sullo sfondo la lotta incessante per la spartizione delle sfere d'influenza, che investe anche il Mediterraneo con l'intensificarsi della guerra in Libia. Le vecchie nazioni coloniali, Francia ed Italia, devono cedere il passo alle aggressive Russia e Turchia.
Senza dimenticare la perenne battaglia per il controllo delle rotte dei flussi energetici, ancora più cruciale ora che il petrolio del Golfo alimenta l'immenso sviluppo asiatico. Molto probabilmente non siamo alle soglie di un grande conflitto mondiale, ma siamo consapevoli di vivere sull'orlo di un precipizio, dove tensioni e conflitti sono all'ordine del giorno, con il conto salato per uomini donne e bambini.
E’ l’imperialismo, con le sue paci impossibili e le sue guerre sempre più probabili.
La politica parlamentare è persa dietro mille giochetti interni per inseguire potere e poltrone.
Qualcuno però comincia ad invocare un sovranismo europeo.
Per salvare i popoli dalla catastrofe? No! Per non rimanere a bocca asciutta quando verranno distribuite le fette della torta mediorientale e libica.
Noi invece non ragioniamo in un'ottica imperialista. Contro il becero sovranismo nazionale e contro quello strategico di marca continentale, opponiamo la forza internazionalista di una classe mondiale.
In questo scontro sappiamo bene da che parte stare: con i lavoratori, qualsiasi sia la nazione che li ospiti e lo Stato che li opprima.
Domenica 12 gennaio ore 9.30
Attivo
“Medio Oriente epicentro delle tensioni nella nuova fase strategica”
Circolo Operaio Tiburtina via di Porta Labicana 37
(San Lorenzo)
Circolo Operaio Gianicolense Circ.ne Gianicolense 197
lotta comunista