WuMing è un collettivo di informazione indipendente nato sulla scia di
Luther Blisset. In una serie di due articoli spiegano perchè hanno
deciso di non usare più Twitter come canale comunicativo. Ho letto solo
un primo articolo ed è lungo ma pieno di analisi e riferimenti su come
si sono evoluti i canali comunicativi negli ultimi 10 anni.
https://www.wumingfoundation.com/giap/2019/12/lamore-e-fortissimo-il-corpo-no-1-twitter-addio/
Un passaggio che mi ha colpito molto è il seguente.
Nella tradizione dei movimenti rivoluzionari, antagonisti,
controculturali è sempre stato cruciale crearsi i /propri/ media. Ogni
volta si trattava di esperienze molto avanzate rispetto al /mainstream/
dell’epoca: rotture creative che introducevano nuovi linguaggi e nuove
prassi di comunicazione, e favorivano nuove modalità di organizzazione.
In Italia si va dai giornali e fogli d’agitazione socialisti, comunisti
o anarchici alla stampa underground, dalle radio libere degli anni
Settanta
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https://www.wumingfoundation.com/giap/2016/02/un-mito-di-stamattina-a-40-anni-dalla-prima-trasmissione-perche-vi-interessa-ancora-radio-alice/>
agli esperimenti di telematica indipendente e dal basso
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http://storieinmovimento.org/wp-content/uploads/2019/04/Zap45_17-Interventi.pdf>
fatti negli anni Ottanta, Novanta e Zero: la rete fax della “Pantera”,
le BBS, ECN/Isole nella rete, Indymedia, Autistici/Inventati…
Con l’utilizzo prevalente di Facebook da parte di realtà di movimento si
è prodotta una grave discontinuità. In nome del “facile”, non solo si è
rinunciato a “scartare” e innovare rispetto al mainstream, ma ci si è
messi in balia di diktat politici, capricci algoritmici e «termini di
servizio» della piattaforma. Una situazione precaria e di ricattabilità.
