E' di oggi la notizia che il Governo vuole allungare l'età pensionabile dei medici a 70 anni, dopo decenni di blocco delle assunzioni e di numero chiuso nelle facoltà di medicina e nelle relative specializzazioni, il rimedio alla carenza di medici che sarà di 17.000 circa ogni anno, sarà far rientrare in servizio i medici pensionati e allungare l'età pensionabile.E' un Paese civile il nostro? Non è da sottovalutare, neanche, il problema che con l'età, la considerazione vale soprattutto per il personale infermieristico, diminuisce la forza fisica, che, in alcuni casi (sollevamento del paziente, accompagnamento ecc.) è indispensabile.
I giovani, invece, emigrano perchè non trovano lavoro, neanche, in questi settori, perchè qui vengono sottopagati. Gli stipendi dei medici sono a volte la metà o meno di quelli che vanno all'estero, per non parlare della ricerca, rispetto alla quale i finanziamenti sono fermi e che in parte è finanziata dai privati attraverso eventi di beneficenza o collette on-line (vedi ad esempio Telethon).
E' fondamentale,invece,eliminare il numero chiuso a medicina ed anche nelle altre facoltà(considerato lo scarso numero di laureati dell'Italia che ormai dal 2017 si attesta al penultimo posto in Europa) anche nel rispetto dei principi della nostra Costituzione che assicura un lavoro conforme alle proprie aspirazioni (art. 4 Ogni cittadino ha il dovere di svolgere SECONDO LE PROPRIE POSSIBILITA' E LA PROPRIA SCELTA UN'ATTIVITA' O UNA FUNZIONE CHE CONCORRA AL PROGRESSO MATERIALE O SPIRITUALE DELLA SOCIETA'.Il concetto di scelta del proprio lavoro, quindi è importantissimo al punto che è stabilito nei primi articoli della Carta Costituzionale, ma viene abitualmente disatteso e sottovalutato. Questa indifferenza ad un principio tanto importante costituisce uno dei motivi delle attuali emigrazioni e della profonda insoddisfazione che serpeggia ovunque in Europa.Il lavoro, manca, è sottopagato, ma a volte a causa del numero chiuso è lontanissimo dalle reale aspirazioni dei singoli.
La produttività, inoltre, è di gran lunga inferiore nel caso in cui le reali funzioni o nei casi peggiori, attività svolte siano diverse da quelle desiderate. Non a caso, sentiamo frequentemente dire da persone che si sono affermate nel mondo del lavoro "Io mi diverto". Quando il lavoro è in sintonia con le reali aspirazioni dell'individuo la penosità del lavoro, di Keynesiana memoria,diminuisce, fino a scomparire.
Il Paese ha necessità di scelte coraggiose quali la libertà nelle iscrizioni alle facoltà e sostegno ai giovani meritevoli.
I cugini francesi insorgono? Il problema è che il semplice buon senso sembra aver abbandonato le classi politiche, si può chiedere a generazioni stressate da riforme continue, dalla globalizzazione, dalla digitalizzazione, dall'uso continuo di lingue straniere e dal costante aggiornamento professionale, di continuare a lavorare dopo i 62 anni?
Chi sostiene il contrario è nemico dei giovani, che in questo modo non troveranno mai lavori di qualità, oppure è un grande opportunista che all'approssimarsi della sua età pensionabile tenta di alzarla.
Una direttiva europea che distrugga veramente questi privilegi è auspicabile. Un concetto chiaro per tutti (ci sono categorie che già lavorano fino a 70 anni ed oltre: magistrati, le sentenze della Cassazione sono sempre lodevoli? prefetti, quante donne sono tali oggi? ambasciatori idem ecc.) è che l'allungamento dell'età pensionabile è gravemente nocivo ai giovani ed alle donne.
Rendiamo attuale la nostra Costituzione, diamo ai giovani la possibilità di fare il lavoro che vogliono, qui in questo grande e bellissimo Paese.
La Costituzione tutela il diritto al lavoro in molti articoli (35,36,37,38,39,40) ma quello "eterno" non è previsto da nessuna Costituzione ed i francesi, l'hanno capito prima degli altri.
Auguri di Buone Feste.
----- Messaggio originale -----
Da: "Roberto Badel" <robadel@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Mercoledì, 18 dicembre 2019 22:13:49
Oggetto: [Pacifistat] Francia: cronaca di una mobilitazione “monstre”. A quando in Italia?
"Un Paese paralizzato che vive il 13esimo giorno di sciopero illimitato: ferrovieri, insegnanti, dipendenti pubblici, avvocati, tutti uniti contro la riforma delle pensioni. E non è prevista tregua natalizia, almeno fino al “ritiro completo della riforma” tuonano i sindacati che hanno ritrovato un’inaspettata compattezza contro Macron. Intanto anche i principali partiti di opposizione scendono in campo. Un conflitto sociale, duro, che da noi sembra essere fantascienza."
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