Un film di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen, Diego Roman, Ghita Nørby,
Mariano Arce, Viilbjørk Malling Agger. Drammatico, durata 108 min. -
Danimarca, USA, Argentina, 2014.
Spagnolo, danese, francese, sottotitolato in italiano.
*ALONSO CONFERMA LA SUA RICERCA ESISTENZIALE PER IL TRAMITE DEL CINEMA E FA
TAPPA NEL WESTERN. *
*1882. In un avamposto sperduto nel deserto al fondo della Patagonia, il
capitano danese Gunnar e la figlia di quindici anni Ingeborg sono di stanza
sulla costa, con pochi uomini dell'armata argentina impegnata nella
campagna di genocidio degli indigeni. Unica femmina del luogo, adocchiata
da un ufficiale, Inge scappa invece nottetempo con un soldato semplice.
Gunnar parte, allora, solitario a cavallo, alla sua disperata ricerca. *
*Jauja è il nome di una leggendaria terra di abbondanza e felicità, per
cercare la quale tanti esploratori hanno perduto il cammino e non hanno mai
fatto ritorno. Dove sono finiti? Dove finiamo tutti, per poi fare ritorno,
per vie misteriose? L'ultimo viaggio di Alonso, sceneggiato dal poeta
argentino Fabian Casas, recupera la materia primigenia del cinema, la sua
magia fotografica, il muto, il mascherino, l'assenza di direttive narrative
imposte, che lascia spazio allo spettatore, lo ingloba nel processo
creativo. *
*Viggo Mortensen si mette con straordinaria disponibilità al servizio di
questo sogno in movimento, splendidamente fotografato da Salminem. Compagno
ideale di Didi e Gogo, in attesa di Godot, il personaggio interpretato da
Mortensen abbandona, però, ad un certo punto, la stasi dell'attesa e
intraprende un cammino sorprendente nel quasi nulla, che ricorda l'esodo
dei coloni di Kelly Reichardt in "Meek's Cutoff". E qui Alonso offre una
grande prova di regia, riprendendo il vuoto con gentile insistenza finché
il momento, ogni momento, si fa impercettibilmente pieno. *
*Il regista di Fantasma e Los Muertos continua ad esplorare la terra di
mezzo tra la carne e lo spirito (e il sangue e il simbolo), una terra che
unisce due continenti solo apparentemente agli antipodi (come la Danimarca
e l'Argentina) ma in verità contigui, per non dire sovrapposti, dissolti
-per usare un termine filmico- l'uno nell'altro. Al punto che la vita si
dipana nel ritrovamento di tracce dell'altrove, in questo film più che mai.
*
*Chi conosce la sua opera fin qui, amerà anche quest'incursione nel western
esistenziale, che conferma la consuetudine del regista con l'universo
dell'onirico ma anche la visione del cinema come esperienza di conoscenza,
ricerca concreta dell'intangibile, sconfinamento in una realtà più liquida
e rivelatrice. Chi si accosta per la prima volta rimarrà preso tra
l'interrogativo e la contemplazione: senza saperlo, al posto giusto.
**(Recensione
di Matteo Berardini)*
*preceduto dal consueto apericena.*
*Il Presidente*
*Ivan Gottlieb*
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