Autor: ginox Data: Para: hackmeeting Assunto: Re: [Hackmeeting] what the (f)hack?
On Wed, Oct 30, 2019 at 01:31:01PM +0000, cecatadallafregna@??? wrote:
No ma non ti deprimere, anch'io
rimango piuttosto sorpreso dal fatto che in alcuni comunicati
di realta' di movimento sulla questione FB si citino
concetti come il plusvalore e in generale ci si rifaccia
alla critica marxista dell'economia, approdondando poi
alla conclusione che FB debba essere nazionalizzato o
comunque reso pubblico.
Non so, avro' capito male io Marx probabilmente, ma secondo
me e' una cosa un po' tirata per i capelli.
ora sotto provo a fare un inutile e sommaria applicazione
della teoria del plusvalore, come da bignami del marxismo,
perche' anch'io voglio dire la mia con le formulette
rassicuranti.
Quello che scambia FB sono informazioni e relazioni,
che produce chi utilizza FB, e fino qui siamo tutti daccordo.
Ora prendiamo come esempio un collettivo politico a caso che utilizza
FB per inserire i propri contenuti e siccome su FB ci stanno tutti
e' importante curare per bene la pagina, perche' e' la tua
interfaccia social con il mondo. Poniamo che il collettivo dedichi
diverse
ore della giornata a questa attivita' militante, in media,
cioe' qualche giorno non ci sara' niente da fare, ma in altri
dovrai rispondere ai commenti, alle domande, arricchire la
pagina di cose e approfondimenti. Tanto piu' le informazioni
e le relazioni che il collettivo produce sono curate e ramificate,
tanto piu' FB trae profitto da questo lavoro.
Ma quanto spende FB per contribuire alla riproduzione della forza lavoro
del collettivo ? 0
Marx quando parlava di plusvalore penso intendesse un
numeretto per la quantita' di lavoro atta a riprodurre la forza
lavoro, diverso da 0. 0 è peggio della schiavitù, agli schiavi
gli devi dare da mangiare almeno.
Dal punto di vista di FB e' un ottimo affare
Legge del plus valore
PV = L - V
quindi dal punto di vista di FB
PV = L - 0
Il valore creato e' tot e ogni ora spesa su FB produce un PV
purissimo, perchè FB non contribuisce a riprodurre e sostenere
la forza lavoro del colletivo politico (manco un panino ti
offre)
Il saggio di profitto secondo Marx si calcola cosi'
PV/(CC + CV)
dove
CC = capitale costante (i soldi spesi per le infrastrutture)
CV = capitale investito nei salari
Ma di nuovo nel caso del nostro collettivo
CV = 0
Quindi il nostro collettivo che porta le lotte dentro FB
fa intanto realizzare a FB un saggio di profitto tale che
PV/CC
Cioe' il profitto dipende solo dal capitale costante.
La parte di capitale costante investito da FB per le sole
attivita' del nostro piccolo collettivo e' risibile chiaramente.
Quindi a FB conviene tenerti a produrre non pagato fino
a quando spende molto poco per permetterti di farlo.
Se pero' produci contenuti che potrebbero portarsi dietro
cause legali, noie burocratiche, pubblicita' negativa
incidi sul PV, come gli oneri finanziari, le tasse, ecc...
e FB ti licenzia.
Secondo me la situazione si capisce meglio parlando di
licenziamento (che la licenza che accetti stando su FB
sembra un contratto di lavoro), che di censura. Io penso che a FB
freghi relativamente poco di censurare qualcuno,
penso gli interessi che tu non costi, piu' di quanto produci,
da qui i filtri automatici per rivelare gli utenti problematici,
che rischiano di costare piu' di quanto producano.
Con queste poche righe, cmq io non mi voglio inserire
tra coloro che pensano che dovremmo rivendicare un salario
da FB, perche' mi sembra una cosa senza senso almeno quanto
pensare che FB dovrebbe essere pubblico. nè mi allettano
entrambe le cose messe assieme.
Mi piaceva pero' ricollocare l'attivita' di FB nell'ortodossia
un po' imprecisa della teoria marxista perchè io
guardando le stesse formule arrivo alla conclusione che mi
conviene stare su FB, solo se non mi costa niente in termini
di tempo, perchè altrimenti a portare le lotte su FB, ci guadagna
solo FB (potrei pero' aver sbagliato a interpretare le formule).
Spesso la maggior parte delle persone che sostengono a spada
tratta questa roba che dobbiamo stare su FB, perche' dobbiamo
stare nelle contraddizioni del capitale, mi sembra che non colgano
che in FB non c'e' alcuna contraddizione del capitale,
e' proprio una sua applicazione esemplare, in cui il saggio
di profitto e' altissimo, e' il saggio di sfruttamento
pure, perche' l'operaio e' pagato 0, sono pagati solo
coloro che lavorano alla creazione e manutenzione
dell'infrastruttura, che secondo me possiamo far rientrare
con una forzatura nel capitale costante.
e' forse questa sua natura cosi' pura che lascia
perplessi, che uno poi si sente strano a pensarci, e
allora io ho iniziato a credere che forse stare dentro
le contraddizioni non e' una frase
da prendere alla lettera, chiedendosi "dove è la contraddizione ?",
ma e' una formula per mascherare la solitudine:
"è dura questa vita... no dai ci sto dentro anch'io,
mal comune mezzo gaudio, senti come è soffice poi la contraddizione,
è così calduccina, guarda quanti siamo, c'e' anche la signora
piera che teneva la pensione del mare quando andavo con nonna
da piccolo, e poi c'e' tutta la mia classe delle elementari.
vedi chi l'avrebbe mai detto".
E ho iniziato a guardare a chi dice che dobbiamo stare dentro
le contraddizioni come a persone molto sole, a cui domandare
davanti a una bevanda calda "dai spegni il cellulare o almeno
disabilita le notifiche di FB, raccontami di questa contraddizione..."