*Cinemanemico*
*Via San romano 1*
*OTTOBRE 2019*
*Djibril Diop Mambéty: il Godard africano*
* Raffinato, visionario, innovatore, il senegalese Djibril Diop
Mambéty (1945-1998), nella sua folgorante ma breve carriera, ha
rivoluzionato la storia del cinema africano e non solo, inventando nuovi
modelli narrativi. Con la sua continua sperimentazione di stili, ha
scardinato la dialettica tradizione vs. modernità e cultura africana vs.
cultura occidentale.*
*I suoi film più celebri Touki Bouki e Hyènes, sono veri e propri manifesti
cinematografici e politici e hanno ispirato molti registi
internazionali. Martin Scorsese ad esempio ha sostenuto personalmente con
la sua fondazione The Film Foundation – World Cinema Project il restauro
di Touki Bouki, in collaborazione con la Cineteca di Bologna.*
*Vissuto tra Dakar, Parigi e la Svizzera, Mambéty aveva forte un legame con
l’Italia e ha partecipato varie volte al Festival del Cinema Africano di
Milano.Giovane attore nei film di Piero Vivarelli, incontrò a Roma nel
1972 Pier Paolo Pasolini, uno dei suoi maestri ispiratori.*
*Durante il montaggio di Touki Bouki negli studi romani, Mambéty venne
arrestato per aver partecipato a una manifestazione antirazzista, e fu in
seguito liberato grazie all’intervento di intellettuali, registi e attori,
tra i quali spiccano Bernardo Bertolucci e Sophia Loren*
*Venerdì 4 ottobre 21.30*
*Simona Cella e Cinzia Quadrati, del Festival del Cinema Africano, d’Asia e
America Latina, presentano il libro “Mambety o il viaggio della iena” sul
regista Djibril Diop Mambety *
* A seguire Proiezione di:*
*Le Franc *
Un film di Djibril Diop Mambéty. Con Dieye Ma, Aminata Fall, Demba Bâ
Drammatico, durata 45 min. - Senegal, Svizzera, Francia 1994.
*In “un’epoca di incertezze”, come annuncia la radio nel film, che invita
la popolazione, impoverita dalla svalutazione del franco CFA, a tentare la
sorte con la lotteria, Mambéty viaggia al di là della semplice
constatazione e sublima il suo desiderio anarchico e ribelle, creando il
personaggio antisociale di Marigo. L’andatura scanzonata, l’abbigliamento
chapliniano, già dalle prime immagini Marigo esprime il suo carattere
irriverente: sputa sul pavimento della capanna e si soffia il naso
nell’asciugamano come un adolescente riottoso. La sua comicità si fa arte
come nel cinema muto di Chaplin, quasi senza parole. Marigo comunica con
l’espressione del volto e non soccombe alla malasorte che sembra
perseguitarlo. Come Chaplin lascia sempre uno spiraglio all’ottimismo: la
forza dei personaggi di Mambéty sta nella dignità, nel coraggio e nel
rifiuto del fatalismo e della rassegnazione. Sono lezioni di speranza in
controtendenza rispetto all’afro-pessimismo, a quella mancanza di fiducia
nelle capacità di sviluppo del continente, che stava nascendo in quegli
anni.*
Alessandra Speciale, Djibril *Diop Mambéty o Il viaggio della Iena,*
--
*Venerdì 11 ottobre 21.30*
*La Petite vendeuse du Soleil*
*Venerdì 18 ottobre 21.30*
*Hyènes*
*Venerdì 25 ottobre 21.30*
*Touki Bouki*
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