[NuovoLab] Libero scambio o ecologia

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Autore: Antonio Bruno
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Oggetto: [NuovoLab] Libero scambio o ecologia

Libero scambio o ecologia

Ottenendo il 10% dei seggi alle elezioni del parlamento europeo, gli ecologisti hanno risvegliato un vecchio dibattito sul posizionamento del loro movimento. E' di sinistra, come lascia pensare la maggior parte delle alleanze che ha intessuto finora, o liberista, come indicano l'adesione al partito di Emanuel Macron di molti ex dirigenti (Daniel Cohn-Bendit, Pascal Canfin, Pascal Durand) e alcune coalizioni come quella che in Germania include la destra e i Verdi?
Liberismo e protezione dell'ambiente dovrebbeor formare una copia esplosiva a priori. Nel 2003, in effetti, un teorico liberista radicale come Milton Friedman ha affermato: "L'ambiente è un problema molto sopravvalutato... Noi inquiniamo già respirando. L'idea di chiudere le fabbriche per eliminare tutte le emissioni di monossido di carbonio nell'atmosfera non ha alcun senso. Tanto varrebbe impiccarsi subito (1)".
Dieci anni prima Gary Becker un altro accanito oppositore di quella che ancora non era stata soprannnominata "ecologia punitiva" anche lui premio Nobel per l'Economia aveva sostenuto che "nella maggior parte dei paesi avanzati, i diritti dei lavoratori e la protezione dell'ambiente sono diventait eccessivi" E già allor asperava "Il libero scambio reprimerà alcuni di questi eccessi obbligando tutti a essere competitivi di fronte alle importazioni dai paesi in via di sviluppo" (2)
Di consegneza, si comprende come le angosce relative al futuro del pianeta abbiano riabilitato il termine "protezionismo" da molto tempo non visto di buon occhio. In Francia, durante un dibatito della campagna elettorale per le elezion ieuropee, i capilista socialista ed ecologista hanno perfino invocato, all'incirca negli stessi termini di Marine Le Pen "un protezionismo alla forntiera dell'Unione Europea"(3). Bisogna ancora valutare le conseguenze di un tale cambimaneto di rotta, dal momento che storicamente il libero scambio costituisce il principio fondatore dell'Unione e il motore enoconomico del suo Stato piu' potente, la germania.
Ormai tutti sanno che l'elogio dei produttori locali, delle filiere corte e del ritiro porta a porta dei rifiuti è incompatibile con un modo di produzione e di scambio che moltiplicale "catene d ivlaore" organizzanod il continuo via vai delle navi container su cui i componenti dello stesso prodotto "attraversano tre o quattro volte il Pacifico prima di arrivare nel raparto di un grande magazzino"(4)
Nelle prossime settimane, le occasioni per confermare nei fatti il rifiuto di un libero scambio ecologicamente nefasto non mancheranno.
I Parlamentari dell'Unione Europe dovranno in effett iratificare - o piuttosto, si spera, respingere - un accordo di liberalizzazione commericale con quattro stati dell'America latina, tra cui il Brasile e l'Argentina (Ue-Mercosur), un altro con il Canada (Ceta) e un terzo con la Tunisia (Aleca).
A quel punto si vdrà se davvero un'"onda verde" si è infranta sul vecchio continente.

SERGE HAMILI, Le Monde Diplomatique

(1) Intervista a Henri Lspage, Politique Internationale, n.100 Parigi, estate 2003

(2) Gary bACKER: "nAFTA tHE POLLUTION ISSUE IS JUST A SMOKESCREEN", bUSINESS wEEK, 9 AGOSTO 1993

(3) fRANCE 2, 22 MAGGIO 2019

(4) BEN CASSELMAN "mANUFACTURES ADAPT TO TRADE WAR, BUT THE COST COULD BE STEEP", THE NEW YORK TIMES, 31 MAGGIO 2019