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Da: Nino Lisi <giovanni302011@???>
Inviato: martedì 23 luglio 2019 18:20
Oggetto: UNA E TRINA. LA LEGA
*COMMENTI*
23 LUGLIO 2019
*Il Sole 24 Ore*
*velo alzato sulla FINZIONE DELLA LEGA UNA E TRINA*
C’è voluta l’autonomia per alzare il velo sulla grande finzione della
politica italiana.
Fino a oggi Matteo Salvini ha fatto credere che esista una sola Lega, una
Lega nazionale, nata nel momento in cui si è andati a votare nel 2018.
Quella Lega in realtà non è mai esistita. Era ed è semplicemente un simbolo
elettorale. La realtà è che le Leghe sono sempre state tre. La prima si
chiama ancora Lega Nord per l’indipendenza della Padania, creata da Bossi
nel 1991.
C’è voluta l’autonomia per alzare il velo sulla grande finzione della
politica italiana.
Fino a oggi Matteo Salvini ha fatto credere che esista una sola Lega, una
Lega nazionale, nata nel momento in cui si è andati a votare nel 2018.
Quella Lega in realtà non è mai esistita. Era ed è semplicemente un simbolo
elettorale. La realtà è che le Leghe sono sempre state tre. La prima si
chiama ancora Lega Nord per l’indipendenza della Padania, creata da Bossi
nel 1991.
Le seconda è la Lega per Salvini premier, nata ufficialmente nel dicembre
2017 con tanto di statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Questi sono
i due partiti di cui Salvini è segretario. Unico caso in Europa. A queste
due Leghe nel 2018 si è aggiunta la Lega-simbolo elettorale.
Fino a oggi la finzione di una Lega nazionale ha funzionato. Sembra che
nessuno se ne sia accorto. Né i media, né il Pd, né Forza Italia, né il
M5s. Tutti a credere, o a far finta di credere, che esistesse una unica
Lega che avesse messo nel cassetto l’articolo 1 dello statuto della Lega
Nord, quello che prevede come missione del partito la creazione della
Padania. È grazie a questa finzione che Salvini è riuscito a superare i
confini tradizionali della Lega di Bossi.
Lega Nord, Lega per Salvini premier e Lega-simbolo elettorale convivono. La
Lega una e trina di Salvini è stata, e lo è tuttora, una straordinaria
operazione politica. Rappresenta il tentativo di trasformare in maniera
indolore un partito secessionista in un partito nazionalista e sovranista.
Questo è l’obiettivo di Salvini. La scomparsa di An ha lasciato uno spazio
politico a destra che la Meloni non è riuscita a riempire. Ci ha provato
Salvini e con successo. La prima tappa è stata la creazione della lista
“Noi con Salvini” con cui si è presentato al Sud a livello di elezioni
regionali. Non è andata bene. Da lì è passato a la “Lega per Salvini
premier”. Ma la vera furbizia, e la chiave del successo, è stata la
presentazione di un unico simbolo alle politiche del 2018. Non più la Lega
Nord al Nord e “Noi con Salvini” al Sud. Semplicemente Lega. Con questa
operazione il leader della Lega Nord è riuscito a far credere agli elettori
del Sud che fosse sparita la Lega Nord, quella che sparava contro i
terroni, e che fosse nata una Lega diversa, per l’appunto nazionale e
patriottica.
Perché Salvini non ha mai fatto un congresso per sancire la fine della Lega
Nord e la nascita di una Lega nazionale? La ragione è semplice. La Lega
Nord è una realtà importante. Ha una storia, ha una organizzazione
territoriale, ha delle regole. La secessione è cosa del passato, ma l’idea
di una diversità del Nord e in particolare del Nord Est dal resto del Paese
rimane. Fa parte anche oggi della identità del partito. Questo spiega
perché nemmeno il Salvini trionfante nelle urne riesce a fare il passo di
convocare un congresso per annunciare che la Lega Nord non esiste più e che
è nata la Lega nazionale. E così si continua con la finzione della Lega una
e trina.
Ma adesso è arrivata l’autonomia e le cose si complicano. I nordisti
vogliono l’autonomia. I sudisti no. In mezzo c’è Salvini che vuole una Lega
nazionale. Giustamente, dal loro punto di vista, le regioni del Nord
governate dalla Lega Nord reclamano che la Lega di Salvini, arrivata al
potere a Roma, realizzi almeno in parte quelli che da sempre sono gli
obiettivi del partito in cui sono nati e cresciuti. Come andrà a finire
dipenderà dal tipo di compromesso che Salvini, attraverso Conte, cercherà
di far ingoiare e dalla loro reazione. Questo è il momento in cui si
scoprono le carte. Il re è nudo. Non si può fare la Lega nazionale e allo
stesso tempo realizzare veramente la missione - o il sogno - della Lega
Nord. Detto ciò, è probabile comunque che Salvini riesca ancora una volta a
spuntarla. Dalla sua ci sono gli straordinari risultati elettorali, la
prospettiva di arrivare da solo al governo del Paese e la insussistenza
delle opposizioni. Alla fine, la Lega Nord si dovrà accontentare. Almeno
per ora.
Il compromesso dunque si farà. In fondo non conviene ai leghisti del Nord
rompere il giocattolo di una Lega che è diventata il primo partito del
Paese. E non conviene ai leghisti del Sud abbandonare il carro del
vincitore. E certamente non conviene a Salvini tirare la corda sulla
autonomia. Come si fa a credere che possa fare una crisi di governo ora?
Una crisi che metterebbe il Nord contro il Sud? La Lega Nord contro la Lega
per Salvini premier, mettendo a nudo la finzione su cui Salvini ha
costruito la sua fortuna elettorale. No. Le elezioni adesso metterebbero a
rischio il progetto della Lega nazionale. Per conquistare da solo il
governo del Paese Salvini ha bisogno del Sud, dei collegi uninominali del
Sud. Ha bisogno della pace armata con i Cinque Stelle per crescere al Sud,
strappando voti proprio a loro. Ha bisogno di tempo. E per questo ha
bisogno che la finzione continui ancora per un po’. Deve solo convincere i
nordisti ad avere pazienza. Forse sarà proprio Conte a dargli una mano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Roberto D’Alimonte
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