[Pacifistat] olimpiadi dei grandi fondi d'investimento

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Aihe: [Pacifistat] olimpiadi dei grandi fondi d'investimento
Da Il manifesto

Paolo Berdini


Anche questa volta la misura non ha retto. Oltre ad un entusiasmo delle
autorità presenti al sorteggio degno di una gita scolastica, sono
iniziati gli aggettivi di rito, vittoria storica, la grande macchina
italiana invincibile… E tutta la vicenda delle Olimpiadi invernali si è
subito colorata di una retorica falsa, tanto per evitare ogni
ragionamento di merito.

Stavolta si sostiene che saranno le prime Olimpiadi sostenibili dal
punto di vista ambientale, economico e del riuso di tutte le
attrezzature che verranno realizzate. Sembra di riascoltare i roboanti
annunci che contribuirono a far passare l’Expo 2015, la precedente
vittoria “epocale” di Milano, quando ci dissero che l’esposizione
avrebbe contribuito a sconfiggere la fame nel mondo. Fandonie.

Intanto la città ha dovuto prendere atto del grande buco nero –
economico e urbano – creato dalla manifestazione. L’area è infatti
abbandonata da anni e nessuno ha un’idea chiara di come potrà essere
trasformata nell’interesse di tutta la città, a parte quello del fondo
Lendlease per la parte privata.

E qui iniziamo ad avvicinarci al cuore della scelta di assegnare le
Olimpiadi a Milano e Cortina. Se infatti Expo non ha contribuito al
miglioramento della città intesa nel suo complesso, e cioè comprensiva
delle periferie degradate, è stata certamente utilissima ad alcuni
grandi gruppi finanziari e immobiliari che da sempre controllano lo
sviluppo della metropoli lombarda.

L’EVENTO HA CREATO un indubbio ritorno di immagine di cui si è giovata
l’economia dominante. Nel marzo scorso, il Sole 24 Ore titolava
sull’inizio del «rinascimento» (sic) di Milano, mentre per Assoimpredile
e Ance si era resa disponibile una liquidità record, circa 10 miliardi
in dieci anni, e con una cifra così gigantesca si sarebbe sicuramente
potuto cambiare il volto della città.

Tutti i grandi quartieri che si erano arenati a causa della bolla
immobiliare esplosa nel 2008 si sono rimessi in moto grazie all’aiuto
prezioso dei grandi fondi di investimento internazionali. A Santa Giulia
entra in campo il fondo di investimento australiano Lendleaseal posto di
Luigi Zunino la cui società era stata rilevata da un pool di banche. A
Porta Vittoria, altro buco nero lasciato da Danilo Coppola, è subentrato
il fondo statunitense Nike di Prelios sgr, che ha acquistato i crediti
da Bpm. A Segrate un altro grande fondo immobiliare internazionale
realizzerà uno dei più grandi centri commerciali d’Europa: una
trasformazione di cui la città sentiva un gran bisogno.

Poi c’è la grande trasformazione delle aree ferroviarie su cui si
vorrebbe far arrivare una alluvione di cemento, fin qui contrastata
dall’intelligenza collettiva dei comitati. L’elenco potrebbe continuare
con altri esempi, ma ci possiamo fermare.

A PARTIRE DAL 2019 a Milano verrà investito un miliardo all’anno. Forse
la Svezia ha perso la sfida perché non è al centro delle attenzioni e
delle aspettative dei grandi gruppi finanziari internazionali e
immobiliari che dominano invece Milano.

A questo fiume di denaro che metterà la città a ferro e fuoco, si
aggiunge una quota di investimenti pubblici olimpici che al confronto
sono molto modesti, ma che torneranno utilissimi per chiudere alcuni
progetti. È stato ad esempio già anticipato che a Santa Giulia
nasceranno le case per gli atleti che diventeranno poi immancabili
alloggi per studenti. Nuovi alloggi in una città che ha una enorme
quantità di immobili abbandonati: si parte dunque male.

È del tutto evidente che chi ha un’altra idea del futuro di Milano
rischia di soccombere di fronte allo strapotere di quei potentati
economici. Ma la partita è invece aperta. È lo stato delle periferie
milanesi a formare la cartina di tornasole per dare un giudizio
consapevole. Ciò che possiamo affermare con sicurezza è che seguiremo
con grande attenzione ogni atto in cui i poteri pubblici – un nuovo
immancabile commissario, a quanto si afferma – prenderanno le decisioni.

Nulla di preconcetto, dunque. Chi scrive si era dichiarato a favore
della candidatura di Roma alla sfida olimpica proprio sulla base di un
ragionamento che minava alla radice la retorica nascosta dietro il
progetto urbano che era stato approvato dalle precedenti giunte
comunali. Tram invece di nuove case; risanamento delle periferie invece
della continuazione delle politiche liberiste che hanno devastato le
città in questi decenni. I 5 Stelle, romani e nazionali, mostrarono
allora tutta la loro inconsistenza e non compresero i termini del
confronto. A Milano la sfida di sognare città che cancellano le
periferie può diventare invece un buon terreno di scontro.



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