[Antirazzista] I: Lettera da alcuni ex operatori ed ex opera…

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Autor: Viola Vitali - viola.vitali@studio.unibo.it
Data:  
A: antirazzista@inventati.org
Assumpte: [Antirazzista] I: Lettera da alcuni ex operatori ed ex operatrici del Centro Mattei
scusate credo che l'allegato non si apra, ecco il testo:


"Cari re Magi,


la stalla in via Mattei 60 è temporaneamente chiusa per ristrutturazione. Era anche ora! Senza tv via cavo, senza piscina, senza aria condizionata, senza riscaldamento, senza wifi ma che stalla era?


Vi raccontiamo la sua storia, in un giorno è stato aperto e in due è stato chiuso. Nel mezzo del cammino della sua vita, alcune persone ci hanno lavorato e tante altre ci hanno vissuto. Sicuramente molti altri – la maggior parte – lo hanno conosciuto. E se conosci, non hai paura. Da un CIE è diventato un centro di accoglienza, un Hub, una piccola città nella città di Bologna, un mondo a sé, dove ognuno (nonostante tutto) si è sempre sentito al sicuro. Dall’emergenza, infatti, è diventato una casa per molti. Una casa non ristrutturata da chi, invece, avrebbe dovuto occuparsene. Come operatori, quotidianamente abbiam lavorato, sudato, parlato, mediato, spiegato e ascoltato cento lingue, cercando di comprendere chi avevamo davanti. Allo stesso tempo, abbiamo cercato di spiegarci, come persone e come comunità. Ci siamo fatti portatori di risposte e giustificato decisioni, politiche e pensieri che non ci appartenevano e che erano responsabilità di altri; direttive che avremmo voluto cambiare, ma sulle quali non avevamo alcun potere.

Un posto amato e odiato. Un limbo di contraddizioni, di speranze e relazioni. Si può quasi giustificare l’ignoranza nel comprendere un luogo di cui, dall’esterno, si vedono solo le sbarre e il filo spinato. Ma dopotutto, non è altro che la semplificazione di un paese che vede l’apparenza e non la sostanza.


Qui, a parlare, siamo pochi operatori, che hanno aperto, visto crescere e vissuto intensamente un microcosmo del mondo, che ha visto coabitare tante nazionalità, non solo africane, come qualcuno ha detto. Di certo non ci vogliamo arrogare il diritto di farci portavoce di tutti gli operatori e le operatrici che hanno avuto l’opportunità di vivere questa esperienza lavorativa. Ma non possiamo neanche tacere di fronte a tanta dequalificazione professionale, che gira nelle menti e nelle parole di chi non vuol guardare e di chi non vuol conoscere. Il mondo dell’accoglienza è fatto di persone qualificate, professionisti, portatori di competenze e conoscenze. E l’hub Mattei è stato portato avanti giorno e notte da persone che per poco più di 1000 euro al mese hanno cercato di trasformare un carcere in un posto accogliente e non solo un luogo di transito. Integrazione, mediazione, gestione dei conflitti, lavoro di squadra e gestione dell’operativo quotidiano, stancavano, facevano arrabbiare, ma allo stesso tempo gratificavano. Non è stato facile lavorare in una struttura fatiscente, nata con altre finalità e trasformata in centro di accoglienza. Infatti tra di noi c’è chi è rimasto e chi se n’è andato, ma ne difendiamo le possibilità di crescita non solo emotiva e umana, ma anche professionale che sono state sperimentate.


Ci rivolgiamo a tutti voi, non importa che siate privati cittadini o istituzioni, per dirvi che l’accoglienza non la fa un luogo, ma la fanno le persone: i lavoratori e le lavoratrici del sociale.


Alcuni ex operatori ed ex operatrici del Centro Mattei


Bologna, 17/06/19"


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Da: Antirazzista <antirazzista-bounces@???> per conto di Viola Vitali - viola.vitali@??? <viola.vitali@???>
Inviato: lunedì 17 giugno 2019 23:08
A: antirazzista@???
Oggetto: [Antirazzista] Lettera da alcuni ex operatori ed ex operatrici del Centro Mattei








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