[Lecce-sf] contro un decreto aberrante

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Autore: Silverio Tomeo
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To: città plurale, social forum, coordinamento antifa
Oggetto: [Lecce-sf] contro un decreto aberrante
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Un decreto incostituzionale da respingere

Fonti di stampa riportano la bozza di un “decreto legge” che il Consiglio
dei Ministri si appresta a deliberare su proposta del Ministro dell’interno,
recante “disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”.

Fermo restando che costituisce una grave scorrettezza annunziare un “decreto
legge” e pubblicarne il testo prima che la procedura sia stata portata a
termine, trattandosi di un espediente rivolto a condizionare la libertà di
autodeterminazione del Governo e del Presidente della Repubblica, quello che
allarma non è la violazione del galateo istituzionale, ma i contenuti
gravemente incostituzionali che fanno apparire il decreto come un atto
sovversivo dei valori che la Costituzione ha posto a fondamento della
Repubblica italiana.

Innanzitutto gli invocati presupposti di straordinaria necessità ed urgenza
sono frutto di una evidente falsificazione ideologica della realtà dal
momento che la pressione migratoria dei flussi provenienti dal Mediterraneo
si è ridotta negli ultimi due anni del 98%, mentre, sotto il profilo
dell’ordine pubblico, l’unica urgenza deriva dalla recrudescenza dei crimini
d’odio per i quali non viene proposta alcuna forma di contrasto.

Nel merito, l’art. 1 del decreto introducendo una sanzione inconcepibile per
tutte le imbarcazioni che si trovino in condizione di effettuare operazioni
di soccorso in acque internazionali, impone nella sostanza di pagare un
“riscatto” variante da 3.500 a 5.500 euro per ogni naufrago tratto in salvo.
In pratica la norma pone un divieto di salvataggio dei naufraghi in alto
mare, malgrado un richiamo apparente al rispetto della Convenzioni
internazionali sul diritto del mare. Si tratta di una disposizione che non
può avere altro effetto che quello di favorire la morte per annegamento dei
profughi che tentano di attraversare il Mediterraneo con mezzi di fortuna.
Una normativa simile non è mai stata emanata negli ordinamenti democratici;
soltanto nella Germania dell’est sono state emanate delle disposizioni che
favorivano l’uccisione di coloro che tentavano di passare irregolarmente la
frontiera. Tali normative non hanno impedito la condanna dei responsabili
politici di quello Stato, confermata dalla Corte europea dei diritti
dell’uomo (con la sentenza Krenz del 22 marzo 2001).

Le modifiche al Codice della Navigazione, con il conferimento al Ministro
dell’interno di competenze specifiche del Ministro delle infrastrutture e
dei trasporti, e del codice di procedura penale, con l’attribuzione alla
Procura distrettuale della competenza per il reato di favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina, si prestano ad una censura di
incostituzionalità per la loro palese irragionevolezza. Così come si
prestano alle medesime censure le norme che introducono modifiche al codice
penale, alle disposizioni a tutela dell’ordine pubblico ed al Testo unico di
pubblica sicurezza, dove vengono addirittura raddoppiate le sanzioni
previste dal legislatore fascista.

Costituisce, inoltre, una novità assoluta ed inconcepibile l’istituzione di
un Commissario straordinario del Governo, proposto dal Ministro
dell’interno, che intervenga nell’organizzazione degli uffici giudiziari,
che in base all’art. 110 della Costituzione spetta al Ministro della
Giustizia.

Le norme in parola realizzano un’anomala concentrazione di poteri in capo al
Ministro dell’Interno, che è anche il Capo di un partito politico, turbando
gravemente i delicati equilibri istituzionali che presidiano le competenze
statuali in materia di giustizia, difesa e sicurezza. Esse difficilmente
potrebbero passare il vaglio di legittimità della Corte costituzionale;
tuttavia di fronte a delle disposizioni che mettono in pericolo la vita di
centinaia o migliaia di persone, le garanzie dell’ordinamento devono essere
anticipate: è necessario che nel Consiglio dei Ministri si giunga ad una
votazione per distinguere le responsabilità di ciascuno            ed è
fondamentale il ruolo di controllo del Presidente della Repubblica che può
rifiutarsi di emanare un provvedimento così oltraggioso per i valori
repubblicani, come avvenne in passato per il c.d. “decreto Englaro”.   


Roma, 15 maggio 2019

Massimo Villone, Silvia Manderino, Alfiero Grandi, Mauro Beschi, Domenico
Gallo, Antonio Pileggi, Alfonso Gianni, Pietro Adami, Antonio Esposito,
Giovanni Palombarini, Maria Agostina Cabiddu, Armando Spataro, Giovanni
Russo Spena, Livio Pepino,





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