[Pacifistat] Fwd: I: [stop-ttip] Pessime notizie: il sistema…

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Lähettäjä: Grazia Di Bella
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Aihe: [Pacifistat] Fwd: I: [stop-ttip] Pessime notizie: il sistema ICS del CETA promosso dalla Corte di Giustizia UE. Firmiamo la petizione
Ricevo e inoltro. Firmamiamo e facciamo firmare!!

Grazia



-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:     I: [stop-ttip] Pessime notizie: il sistema ICS del CETA 
promosso dalla Corte di Giustizia UE. Firmiamo la petizione
Data:     Thu, 2 May 2019 22:58:22 +0200
Mittente:     retidipace@???
Rispondi-a:     retidipace@???
A:     Lista <lista_rdp@???>






Che cosa è l' ICS - "Investment Court System"? Qui di seguito la
spiegazione tratta dal "Comunicato Stampa" della Campagna Stop Ttip Italia

"/*L’Investment Court System (ICS),* un sistema lievemente rivisto
rispetto al tradizionale Investor-State Dispute Settlement (*ISDS*), è
stato inserito nel CETA con l’intenzione di offrire alle imprese di
ciascuna parte contraente una protezione contro leggi che ne possano
intaccare la libera iniziativa. Quando una società ritiene che le
proprie aspettative di profitto siano andate deluse dalla legislazione
del paese ospitante (in questo caso Canada o UE), può chiedere
risarcimento tramite l’arbitrato internazionale (ISDS/ICS), *un sistema
giudiziario parallelo alle corti ordinarie*. L’ICS, ad esempio, sarà
composto da un pool di avvocati commerciali, pagati a chiamata, che
possono approvare richieste di indennizzo virtualmente illimitate da
parte delle imprese, condannando gli stati a risarcirle o a ritirare le
norme contestate./

Il 30 aprile riceviamo la comunicazione dalla Campagna Stop Ttip Italia
che la Corte europea di  giustizia ha emesso il parere che  l'ICS è
compatibile con il diritto europeo. "Una brutta notizia". Ma il parere,
afferma il responsabile della Campagna, è inaccettabile, e invita
caldamente a firmare e far firmare la petizione /"Diritto per le
persone, regole per le multinazionali"/
Qui la petizione https://bit.ly/2HoCWdp
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fbit.ly%2F2HoCWdp&e=3cfb7ead&h=52eb67a0&f=y&p=y>

Seguono, qui di seguito, la comunicazione del 30  aprile e sotto il
Comunicato Stampa */"CETA: la Corte UE promuove il tribunale delle
multinazionali"/ della portavoce della Campagna  Monica Di Sisto*

Invitiamo tutte e tutti a firmare, a far firmare, a dare massima
diffusione a  petizione e Comunicato  Stampa

Reti di Pace


Comunicazione del 30 aprile

Care e cari,
un'altra brutta notizia.
Pochi minuti fa la Corte di giustizia europea ha emesso un parere sul
ricorso del Belgio datato ormai 2017. Il Belgio chiedeva alla Corte di
spiegare se il sistema ISDS/ICS fosse compatibile con il diritto
europeo. Se la Corte avesse detto di no, il CETA avrebbe subito un duro
colpo. Ha invece detto di sì.
Questo non significa che un tribunale ad uso e consumo delle
multinazionali, zeppo di conflitti di interessi, sia per noi
accettabile. Non lo è e va scardinato. Le 500 mila firme raggiunte in
Europa dalla petizione #StopISDS lo dimostrano.
Vi preghiamo, oggi più che mai, di condividere il nostro comunicato
stampa e far firmare la petizione a tutti coloro che conoscete.
Ecco il link al comunicato https://bit.ly/2GNTdom
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fbit.ly%2F2GNTdom&e=3cfb7ead&h=ee43b7ad&f=y&p=y>
Ecco il link alla petizione https://bit.ly/2HoCWdp
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fbit.ly%2F2HoCWdp&e=3cfb7ead&h=52eb67a0&f=y&p=y>

Non perdiamoci d'animo. La guerra è lunga.
Un abbraccio
Ma niente è perduto, finchè esiste consapevolezza e volontà di agire
Francesco Panié
Tel. +39 3664212245
Twitter: francesco_panie
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Ftwitter.com%2Ffrancesco_panie&e=3cfb7ead&h=f6d94649&f=y&p=y>



*retidipace@???* <mailto:retidipace@retidipace.it>

CETA: la Corte UE promuove il tribunale delle multinazionali

APR 30
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fstop-ttip-italia.net%2F2019%2F04%2F30%2Fceta-corte-ue-tribunale-multinazionali%2F&e=3cfb7ead&h=005ee687&f=y&p=y>

Pubblicato da Stop Ttip Italia
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fstop-ttip-italia.net%2Fauthor%2Fstopttip13%2F&e=3cfb7ead&h=34247049&f=y&p=y>

*Sec/ondo la Corte europea di giustizia il meccanismo ISDS/ICS è
compatibile con le regole dell’Europa. Per noi rimane inaccettabile. La
Campagna Stop TTIP/CETA chiede al Parlamento italiano di rispettare gli
impegni: “Bocciate il CETA al più presto per riaprire in Europa un
dibattito sul commercio senza regole”./*

ROMA, 30 APRILE 2019 – Questa mattina la Corte di giustizia dell’Unione
europea ha decretato
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fcuria.europa.eu%2Fjcms%2Fupload%2Fdocs%2Fapplication%2Fpdf%2F2019-04%2Fcp190052en.pdf&e=3cfb7ead&h=fe206328&f=y&p=y> che
il sistema di protezione degli investimenti inserito nel trattato di
liberalizzazione commerciale UE-Canada (CETA), è compatibile con il
diritto europeo. Il parere della Corte
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=http%3A%2F%2Fcuria.europa.eu%2Fjuris%2Fdocument%2Fdocument.jsf%3Ftext%3D%26docid%3D213502%26pageIndex%3D0%26doclang%3DEN%26mode%3Dlst%26dir%3D%26occ%3Dfirst%26part%3D1%26cid%3D706718&e=3cfb7ead&h=e26d07b2&f=y&p=y>arriva
dopo una richiesta – inoltrata nel 2017 dal Belgio – di esprimere un
parere la compatibilità del meccanismo di arbitrato presente nel CETA
con il diritto dell’Unione.

La sentenza legittima *un sistema controverso, che consente alle
multinazionali di fare causa agli Stati per scoraggiare l’approvazione
di leggi che minacciano i loro profitti*. Qualunque norma – anche se
varata per proteggere l’interesse pubblico o l’ambiente – sarà
impugnabile in opachi tribunali, che prestano il fianco a gravi
conflitti di interessi.

«Si tratta di un meccanismo costruito su misura per gli investitori
esteri, a scapito della sovranità degli Stati e dei diritti dei
cittadini – dichiara *Monica Di Sisto, portavoce della campagna Stop
CETA*, una coalizione di 200 organizzazioni che si batte contro gli
impatti dei trattati di libero scambio – Abbiamo dimostrato nel recente
rapporto “Diritti per le persone, regole per le multinazionali: Stop
ISDS[1]
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fstop-ttip-italia.net%2F2019%2F04%2F30%2Fceta-corte-ue-tribunale-multinazionali%2F%23_ftn1&e=3cfb7ead&h=c80b7deb&f=y&p=y>”,
che la creazione di Corte per gli investimenti inserita nel CETA su
proposta della Commissione europea rappresenta una minaccia per la
democrazia e l’ambiente e chiediamo che il Parlamento si attivi
immediatamente per bocciare il trattato in blocco, così da aprire in
tutta Europa un fronte critico verso il commercio senza regole e senza
rispetto dei diritti».

L’Investment Court System (*ICS*), un sistema lievemente rivisto
rispetto al tradizionale Investor-State Dispute Settlement (*ISDS*), è
stato inserito nel CETA con l’intenzione di offrire alle imprese di
ciascuna parte contraente una protezione contro leggi che ne possano
intaccare la libera iniziativa. Quando una società ritiene che le
proprie aspettative di profitto siano andate deluse dalla legislazione
del paese ospitante (in questo caso Canada o UE), può chiedere
risarcimento tramite l’*arbitrato internazionale *(ISDS/ICS), un sistema
giudiziario parallelo alle corti ordinarie. L’ICS, ad esempio, sarà
composto da un pool di avvocati commerciali, pagati a chiamata, che
possono approvare *richieste di indennizzo virtualmente illimitate* da
parte delle imprese, condannando gli stati a risarcirle o a ritirare le
norme contestate.

*«*Oggi l’arbitrato internazionale è diventato una macchina da soldi che
si autoalimenta grazie al conflitto di interessi – prosegue *Monica Di
Sisto* – I giudici guadagnano se aumentano i ricorsi, male cause
provengono unicamente dalle imprese, perché negli arbitrati lo stato può
vestire soltanto i panni dell’imputato. Ne consegue che deliberare a
favore del privato è l’unico modo per mantenere in salute il meccanismo».

Un meccanismo talmente lucroso da aver attratto, negli ultimi anni,
l’interesse di numerosi *fondi speculativi, che si offrono di coprire le
ingenti spese legali delle società coinvolte* (in media 8 milioni di
euro) *in cambio di una sostanziosa quota del risarcimento ottenuto in
caso di vittoria*.

Per questo l’opinione della Corte europea di Giustizia, accolta con
sollievo dal mondo della grande industrie della finanza, non metterà a
tacere le obiezioni espresse da milioni di cittadini europei sul
funzionamento del meccanismo di protezione degli investimenti. Dopo i
tre milioni e mezzo di firme raccolte contro TTIP e CETA nel 2015, una
nuova *petizione contro gli arbitrati ha superato in poche settimane il
mezzo milione di firme *(https://bit.ly/2HoCWdp
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fbit.ly%2F2HoCWdp&e=3cfb7ead&h=52eb67a0&f=y&p=y>).
*La richiesta è di abolire il meccanismo da tutti i trattati
commerciali, in vigore e in fase negoziale.*

«Rifiutiamo il principio stesso di un tribunale sovranazionale, che
consente agli investitori esteri, e soltanto a loro, di aggirare le
giurisdizioni nazionali ed europee per contrastare una decisione
pubblica che non rispecchia le loro aspettative di profitto. Governo e
Parlamento trovino il coraggio di fare quanto promesso in campagna
elettorale, bocciando il CETA e mettendo fine all’impunità delle
imprese», conclude la *portavoce della Campagna Stop CETA*.

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      *Maggiori informazioni*


I dati della Convenzione ONU sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD)
riferiti a circa 200 cause concluse sulle 900 totali, dimostrano che
negli ultimi trent’anni, in tutto il mondo, *gli Stati hanno già dovuto
pagare 84,4 miliardi di dollari alle imprese private* a seguito di
sentenze sfavorevoli (67,5 miliardi) o costosi patteggiamenti (16,9
miliardi). Una cifra enorme sottratta a potenziali misure volte a
promuovere e tutelare l’interesse generale, i servizi pubblici,
l’ambiente. Una cifra che però è parziale per due ragioni: da un lato i
dettagli di molte cause rimangono ignoti, rendendo impossibile sapere
con certezza l’ammontare del travaso di denaro dai contribuenti alle
aziende; dall’altro, la maggior parte dei ricorsi è ancora pendente, il
che lascia presumere che il numero è destinato a salire.

A finire sotto accusa sono legislazioni sull’inquinamento, la
ripubblicizzazione dei servizi, norme sul lavoro o per tutelare i
consumatori da prodotti nocivi. Nel rapporto “Diritti per le persone,
regole per le multinazionali
<https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fstop-ttip-italia.net%2Fwp-content%2Fuploads%2F2019%2F01%2FReport_ISDS_BHR_2019.pdf&e=3cfb7ead&h=e4b085c4&f=y&p=y>”,
vengono elencati numerosi casi ancora aperti o passati in giudicato, che
dimostrano come l’arbitrato rappresenti a tutti gli effetti *un’arma
delle multinazionali contro l’ambiente e la sovranità degli
stati*. L’Italia, per fare un esempio, si trova a fronteggiare 10 cause
arbitrali, la più pesante delle quali è stata intentata dalla compagnia
petrolifera britannica Rockhopper nel 2017. La richiesta è di *350
milioni di dollari*in compensazioni per aver subito il no dell’Italia al
rinnovo della concessione per la piattaforma *Ombrina Mare*, che voleva
cercare petrolio nell’Adriatico abruzzese entro le 12 miglia marine.

Nonostante il sistema sia pesantemente sbilanciato a favore delle
imprese, l’Unione europea continua a supportarlo, tentando di espanderlo
e consolidarlo in una *Corte mondiale per gli investimenti
*(Multilateral Investment Court). Nel frattempo Stati Uniti e Canada,
primi paesi industrializzati ad avere tra loro un meccanismo di
arbitrato, hanno cambiato idea: dopo averlo incluso nel NAFTA (l’accordo
trilaterale che comprende anche il Messico) nel 1994, hanno di recente
rinegoziato il trattato *cancellando il meccanismo di protezione
speciale degli investitori*. Il Ministro degli Esteri canadese, Chrystia
Freeland, ha giustificato la decisione sottolineando i suoi effetti
deleteri: «È costato ai contribuenti più di 300 milioni di dollari in
risarcimenti e spese legali. L’arbitrato elevai diritti delle imprese al
di sopra di quello dei governi sovrani. Rimuovendolo, abbiamo rafforzato
la capacità del nostro governo di regolamentare nell’interesse pubblico
e di proteggere la salute e l’ambiente». Stranamente, lo stesso Ministro
dello stesso governo, ha accettato l’arbitrato contenuto nell’accordo
commerciale con l’Unione europea.

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