Auteur: Michele Riccio Date: À: pacifistat CC: michelericcio gm Sujet: [Pacifistat] “CHE FARE?" IL 1° MAGGIO
Vi giro il volantino che i giovani dei Circoli operai stanno distribuendo per invitare alla Conferenza del Primo Maggio.
Ciao Michele
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“CHE FARE?" IL 1° MAGGIO
E' uscito il nuovo rapporto FAO. Tre "C" rubano cibo alle popolazioni più vulnerabili del pianeta: Conflitti, Cataclismi e Crisi economiche.
Nel 2018 sono 113 milioni colpiti da denutrizione cronica. Si dirà: non sono raggiunti dal benessere di cui gode la nostra parte di mondo. Quello che è sicuro è che sono travolti dalle contraddizioni tipiche dello sviluppo capitalistico.
Il massimo della tecnologia serve per produrre barbarie. Le armi più letali con cui potenze di tutte le stazze, dai giganti globali ai satrapi regionali, si affrontano per procura sulla poca pelle rimasta dei civili.
E, infatti, ai primi posti in classifica ci sono Siria, Afghanistan e Yemen.
Non sono solo gli Stati canaglia a commerciare in armi. I mercanti più floridi siedono nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , lo stesso organismo che spende fiumi di retorica per condannare la violenza tra e negli Stati.
Un esempio? La fabbrica delle mine, che non si è mai fermata dal III secolo, quando fu inventata in Cina.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (quando si dice la mano destra non sa che fa la sinistra) deplora l'uso smodato delle mine sul territorio europeo , in Ucraina, dove è in corso un conflitto nel Donbass.
Ogni anno nel mondo - a causa delle mine - muoiono 7200 persone. Il 90% delle vittime sono civili; di questi la metà sono bambini, perché sono più curiosi e hanno il vizio di correre.
Le mine sono soldati perfetti: non hanno sonno, non hanno fame, eseguono le consegne per anni. Sono oltre 100 milioni quelle inesplose disseminate ad ogni latitudine.
L'Italia è il Paese che fabbrica quelle più sofisticate : ce ne sono per tutti i gusti, come le "pappagallo verde" a forma di giocattolo per attirare i più piccoli.
Al bazar delle armi abbiamo il prepotente Trump, lo zar Putin, il sultano Erdogan e l'imperatore Xi, ma anche gli imbonitori dell'Europa benigna e che protegge.
Veri e propri funamboli sul filo dell'ipocrisia: Berlino prolunga di 6 mesi l'embargo all'Arabia Saudita, ma non tocca i progetti comuni europei di difesa " a patto che Riad non li usi nella guerra in Yemen ".
Come si dice a Roma " so' boni tutti a mettece' il cartello ".
Non metteremo il nostro futuro nelle mani di questa cricca di avidi affaristi, ciarlatani e apprendisti stregoni.
Essi stessi sono in balia del caos e dell'anarchia di un sistema che non possono controllare, dove guerre e crisi sono all'ordine del giorno.
Non ci faremo arruolare nelle loro guerre per il profitto e l'egemonia.
Ormai sono ultra espliciti. Il ministro francese Le Maire firma un saggio che è una chiamata alle armi: " Bisogna contrattaccare le superpotenze Cina ed Usa o ci ritroveremo sottomessi. Serve il nuovo Impero: l'Europa del XXI secolo ".
La storia delle lotte delle classi l'abbiamo studiata: i lavoratori negli Imperi hanno sempre fatto o da carne da cannone o da animali da lavoro.
Questa volta non finirà così, noi sappiamo "Che fare". I salariati sono oltre 2miliardi nel mondo. Se divengono consapevoli della loro forza, della loro unità, se conquistano la loro autonomia possono farla finita con tutti gli Imperi, le guerre e lo sfruttamento.
E' la storia del 1° Maggio internazionalista. E' la nostra storia. Studiamola ed organizziamoci per scriverne un nuovo capitolo.
MERCOLEDÌ 1 °MAGGIO ore 10
MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALISTA
TEATRO BRANCACCIO - Via Merulana 244
Comitati Internazionalisti