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Genova respira veleno: rischi da ozono e biossido di azoto
Traffico e smog, Genova respira veleno: rischi da ozono e biossido di azoto
I dati più critici di Arpal in via Ungaretti a Pegli e in corso Europa, ma è allarme anche all’Acquasola e in corso Firenze
Si respira veleno a Genova: i dati su ozono e biossido di azoto (gas che può provocare irritazione agli occhi, tosse, problemi alle vie respiratorie e un aumento delle malattie cardiovascolari) dicono che tira una brutta aria sotto la Lanterna. Un esempio: in via Ungaretti, a Pegli, la media massima giornaliera di 120 microgrammi per metro cubo è stata superata per ben 103 giorni, più di tre mesi, mentre il limite orario di ozono da non oltrepassare è di 25 giorni all’anno.
E nel 2017 non era andata molto meglio: erano stati 90 i giorni di "superi".
È questo il quadro tracciato da Arpal al convegno "Qualità dell’aria, gli attori, la normativa e le responsabilità sul territorio" che si è tenuto nella Sala Chierici della Biblioteca Berio, organizzato da Assogasliquidi, Federchimica, Ancitel con l’ordine degli architetti ingegneri e patrocinato dal Comune.
Se per le PM10 si registra un tendenziale miglioramento (dai dati Arpal i giorni di sforamento nel 2018 sono stati cinque contro i nove del 2017, con Busalla che ne ha avuti 19 e zero nel 2018) preoccupano i dati su NO2 e ozono, soprattutto dopo che la Commissione Europea ha deciso di deferire alla Corte di Giustizia dell’Ue l’Italia per il mancato rispetto della direttiva sulla qualità dell’aria, in particolare per quanto riguarda proprio i limiti massimi consentiti per il biossido.
L’Italia avrebbe dovuto adeguarsi agli obblighi previsti dalla direttiva entro il 2010: i limiti da non superare sono due, uno annuale (40 microgrammi per metro cubo) e l’altro orario (200 microgrammi per metro cubo, da non superare per più di 18 giorni l’anno). È il primo che preoccupa.
Analizzando i risultati del monitoraggio dell’aria di Arpal, per quanto riguarda il biossido la maglia nera va a corso Europa/San Martino , dove le centraline a causa del traffico hanno registrato un valore su 365 giorni di 60. Seguono via Buozzi (55) e v ia Pastorino a Bolzaneto , dove si è toccato un valore di 51 anche a causa del crollo di ponte Morandi perché la strada era diventata l’unico collegamento con Rivarolo e Certosa: entra nella "top five" anche Pegli-Multedo con 46 e a sorpresa corso Buenos Aires, dove la media annuale è stata di 43, quindi poco al sopra dei limiti di legge. A livello regionale, i superamenti sono stati rilevati in provincia di La Spezia a San Cipriano (42 casi) e in quella di Genova a Busalla, dove in piazza Garibaldi sono stati registrati sforamenti.
Ed ecco che si arriva al capitolo ozono, un gas la cui composizione chimica è molto simile a quella dell’ossigeno che respiriamo, sebbene si tratti di un gas altamente tossico che provoca infiammazioni alla gola e alle vie respiratorie. Come detto, i livelli più alti sono stati registrati in via Ungaretti a Pegli, ma la situazione è critica anche in pieno centro, addirittura al parco dell’Acquasola, dove i giorni di superamento sono stati 90 nel 2018. Un altro punto in cui le centraline hanno registrato dati preoccupanti, è corso Firenze con 18 giorni e la zona di Quarto, dove se ne sono registrati 65 con un picco di valore medio orario di 227. A livello regionale, spiccano i dati di Arpal che riguardano Chiappa e Bolano, dove le centraline hanno registrato 26 e 40 giorni di superamento.