Giovedì 14 marzo ore 21, ARCI Scuotivento, Monza
ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO IL 25 APRILE A MONZA
Confronto aperto su iniziative verso il 25 aprile e oltre.
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Sabato 16 marzo 2019, Milano
LA LOTTA NON SI ARRESTA
16 marzo 2019, la Milano antifascista e anticapitalista ricorda Dax.
https://boccaccio.noblogs.org/post/2019/03/10/16-marzo-2019/
Oggi come ieri la memoria è nelle lotte. Quelle stesse lotte che il
Decreto Sicurezza sta provando a reprimere e criminalizzare attraverso
maxi-operazioni poliziesche in tutta Italia. Si susseguono infatti
sgomberi di spazi sociali e di occupazioni abitative, accompagnati da
numerosi arresti di compagni/e con frequente ricorso a imputazioni
relative a "reati associativi". Ne è testimonianza recente l'attacco al
Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, impegnato nella lotta per la
casa nello storico quartiere popolare milanese: oltre ai ripetuti
sgomberi-sequestri della Base Popolare, nove sono i compagni/e accusati
di "associazione a delinquere". Sono poi cronaca di questi giorni lo
sgombero dell'Asilo occupato a Torino e i sette arresti per
"associazione sovversiva" eseguiti nell'ambito di un'inchiesta che punta
a colpire la lotta ai CPR (la cui apertura in via Corelli costituisce
una minaccia per la città di Milano). A questi se ne sono aggiunti altri
a seguito del corteo di solidali, accusati di "devastazione e
saccheggio", rilasciati dopo alcuni giorni. Decine di compagni/e in
tutta Italia pagano con carcerazioni lunghissime il prezzo della propria
scelta militante, tra questi vogliamo ricordare in particolare Paska e i
suoi coimputati reclusi da più di un anno in attesa di processo per un
presunto attacco a una sede di Casapound a Firenze, accusati di "tentato
omicidio". La repressione arriva a colpire anche chi ha combattuto
contro Isis a fianco del popolo curdo. Preoccupa l'assurda richiesta di
"sorveglianza speciale" da parte della procura di Torino e di Cagliari.
Una regia comune muove l'azione delle Questure di tutta Italia, rendendo
concrete le norme espresse dal Decreto Salvini. Questo pericolosissimo
strumento di repressione e controllo sociale si inserisce nel solco
infame tracciato dal pacchetto Minniti-Orlando, inasprendo la guerra
alle fasce di popolazione più povere, in particolare i migranti, e a
tutti coloro che si mettono in gioco per combattere la deriva
autoritaria in atto. Una deriva che vede marciare compatte le forze
repressive e quelle fasciste, proprio come è accaduto in una notte di
sedici anni fa.
16 marzo 2003, la Notte Nera di Milano. Davide, Dax, Cesare viene ucciso
da lame squadriste, poco dopo i manganelli delle forze dell'ordine
picchiano a sangue i suoi compagni e compagne accorsi al pronto soccorso
del San Paolo. All'alba i giornali hanno già avviato la macchina
dell'infamia, parlando di "rissa tra balordi", mentre il questore
legittima la mattanza del San Paolo con la tesi secondo cui avevano
dovuto impedire che gli amici trafugassero il corpo esanime. Dopo le
lame e i manganelli, la prima battaglia è stata quella della verità:
raccontare e documentare in diversi modi la cronaca della Notte Nera,
rivendicando il fatto che Dax è stato ucciso perché militante
antifascista e che l'operato delle forze dell'ordine all'ospedale ha
risposto a una precisa catena di comando. Una verità calpestata infine
anche nei tribunali, con condanne a un totale di oltre tre anni per due
compagni ed a un risarcimento di 130mila euro. Oggi, dopo sedici anni,
quella verità è memoria collettiva, parte della storia di questa città e
non solo. Una storia che negli anni si è intrecciata a quelle di altre
vite spezzate dalla violenza fascista, di Stato e del capitalismo. Con
Dax sono stati ricordati nomi come quello di Carlo, Renato, Abba,
Rachel, Stefano, Federico, Ian, Carlos, Alexis, Beti, Nicola, Sakine,
Berta, ... .
Ricordare la vita di questi compagni e compagne ha significato dare
impulso agli ideali e alle lotte che hanno mosso i loro passi,
attualizzandole nel tempo e collettivizzando la responsabilità politica
della memoria. Il ricordo di Dax e delle battaglie di cui è stato
protagonista impone in primo luogo di ribadire il nostro odio nei
confronti di fascisti, razzisti e sessisti di ogni genere. Le giornate
di marzo sono un'occasione per condividere un'analisi sulla presenza
nella metropoli di gruppi e partiti di estrema destra, ma soprattutto
per porre l'accento sul valore attuale delle pratiche militanti di
resistenza e attacco al fascismo del terzo millennio, nelle molteplici
forme in cui esso si presenta (o si nasconde). Milano e il suo
hinterland sono stati la culla del progetto neonazista di Lealtà Azione,
che, in un processo di "maturazione" ormai quasi decennale, a livello
locale ha assorbito al suo interno le peggiori componenti nazionaliste,
omofobe e razziste, divenendo soggetto pressoché egemone nella galassia
nera con sedi, oltre che a Milano, a Monza, Abbiategrasso, Legnano,
Lodi. Flussi di denaro costanti e consistenti, camuffamenti sotto
presunti progetti o associazioni solidaristiche e culturali, nonché
espliciti apparentamenti con Lega o Fratelli d'Italia, hanno garantito a
questi soggetti di ritagliarsi spazi di visibilità e agibilità
istituzionale inaccettabili. Indignarsi e denunciare non basta: ciascuno
ha la responsabilità di operare in maniera incisiva nei territori in cui
vive per contrastare l'agibilità concessa a questi soggetti e
decostruire la retorica cittadinista dietro la quale prova a celarsi
l'identità hammerskin di Lealtà Azione. E' evidente poi come il
rinnovato quadro politico nazionale abbia aggravato la situazione: sono
tempi in cui il consenso per le tesi sovraniste, i deliri securitari, la
paura del "diverso" disegnano uno scenario in cui questi soggetti si
accodano alle istanze salviniane, cavalcando l'attuale deriva populista
e xenofoba italiana. Le giornate di marzo e, soprattutto, sabato 16,
saranno occasioni per concretizzare una mobilitazione significativa in
cui si intrecceranno questi temi, lanciare un segnale chiaro di presenza
e continuità, lasciare un'altra traccia indelebile nella città. Pensiamo
sia importante farlo nelle strade e nelle piazze che sono sempre state
teatro nel nostro agire politico e che ora la sete di normalizzazione
vorrebbe indifferenti alla memoria antagonista
cittadina. Pensiamo sia importante farlo con un corteo partecipato, che
attraversi i nostri quartieri, che, nella loro identità popolare,
solidale e multiculturale, raccontano la storia dell'antifascismo di
Milano. Quello di ieri, di oggi e di domani.