[peer_to_peer] L’ANNUNCIO PRO-PRIVACY DI FACEBOOK

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*L’ANNUNCIO PRO-PRIVACY DI FACEBOOK*

Mercoledì Mark Zuckerberg, il fondatore e Ceo di Facebook, ha
pubblicato un lungo post
<https://www.facebook.com/notes/mark-zuckerberg/a-privacy-focused-vision-for-social-networking/10156700570096634/>
in cui ha annunciato una svolta radicale del suo social network, una
svolta pro-privacy. Consiglio di leggere il post, ma qui
evidenzio/commento alcune parti:
*1)* “Credo che una piattaforma di comunicazione incentrata sulla
privacy diventerà anche più importante delle piattaforme aperte di oggi”
- Questa è una frase-chiave, che fin dalle prime righe ribalta l’idea
alla base di Facebook, il suo DNA, poi consolidatosi con il News Feed,
il concetto di condivisione pubblica, di pubblica piazza, “di social
network pubblico”. Ora si parla di comunicazione non di condivisione.​
*2)* Non solo. “Il futuro della comunicazione andrà sempre di più in
direzione di servizi privati, cifrati” - Da saldare a “storie
temporanee”, “gruppi piccoli”, “cautela per la condivisione di contenuti
permanenti”.
*3)* I principi di questa nuova visione sono esplicitamente definiti:
interazioni private; cifratura (end-to-end); riduzione della permanenza;
sicurezza; interoperabilità; conservazione dei dati sicura.
*4)* Qui è il momento in cui tutti noi siamo tornati su quel post per
vedere se non ci fosse un errore e fossimo su un articolo della
Electronic Frontier Foundation.
*5)* La pubblica piazza rimarrà ma per funzioni mirate.
*6)* Infatti, scrive Zuckerberg, “mi aspetto che versioni future di
Messenger e Whatsapp diventino il modo principale in cui le persone
comunicano sul network Facebook”. Laddove network suona come
infrastruttura e non social network.
*7)* C’è una intera parte che è un’ode alla cifratura. E dice anche:
“Le persone si aspettano che le loro comunicazioni siano sicure e viste
solo dai destinatari - non da hacker, criminali, governi invasivi”. Qui
è dove tornate sul link per vedere se non eravate finiti su una
dichiarazione di Tim Cook al tempo dello scontro fra Fbi-Apple sulla
cifratura (caso San Bernardino).
*8)* Naturalmente Zuckerberg precisa che cercheranno comunque di
trovare dei modi diversi per individuare attori malevoli, “anche se non
possiamo vedere i contenuti” (perché i governi, le forze dell’ordine e
una parte della società comunque chiederanno una capacità di intervento
di Facebook, anche se tutte le comunicazioni diventano cifrate e più
private).
*9)* Ridurre la permanenza dei contenuti. Questo è un altro punto
cruciale (e non riguarda solo Facebook ma molte altre piattaforme). Ora
la filosofia delle “storie”, di contenuti che scadono naturalmente e
scompaiono, verrà estesa a tutti. Questo vale anche per i metadati. “Una
importante parte della soluzione è raccogliere meno dati personali prima
di tutto”.
*10)* Ci sarà interoperabilità fra Messenger, Whatsapp, Instagram (e
gli sms su Android) con varie ricadute pratiche - poter scegliere ad
esempio di ricevere un messaggio Facebook su Whatsapp senza condividere
il telefono con quella persona.
*11)* Conservazione dati sicura - “Abbiamo scelto di non costruire data
center in Paesi che violano diritti umani”. (Traduzione: la Cina può
attendere, confermato anche da fonti interne, vedi Buzzfeed
<https://www.buzzfeednews.com/article/ryanmac/facebook-backing-away-china-mark-zuckerberg-privacy?utm_campaign=The%20Interface&utm_medium=email&utm_source=Revue%20newsletter>).
In quanto alle parole usate (che ho raccolto qua
<https://twitter.com/carolafrediani/status/1103576230606049280?s=20>),
oltre alla rilevanza della cifratura e di concetti come privato e
sicuro, è importante sottolineare l’idea espressa più volte di Facebook
come infrastruttura di comunicazioni, pagamenti, commercio.

*Le reazioni*
C’è chi evoca l’esorcista (Corriere
<https://www.corriere.it/tecnologia/19_marzo_06/zuckerberg-whatsapp-instagram-messenger-saranno-integrate-nuova-piattaforma-ruotera-privacy-c5b15b66-404b-11e9-bb83-aca868a1eb53.shtml>)
per indicare l’effetto rotazione a 360 gradi della quintessenza di
Facebook;
c’è chi non crede a una parola di quanto scritto in quel post
(Techcrunch
<https://techcrunch.com/2019/03/06/mark-zuckerberg-discovers-privacy/>).
Interessante il commento positivo di uno come Mike Masnick (fondatore
del blog TechDirt, qui articolo
<https://www.techdirt.com/articles/20190306/18040441750/yes-actually-there-is-lot-good-news-zuckerbergs-new-plans-facebook.shtml>):
“ci sono un sacco di cose importanti che dovremmo incoraggiare[in quel
post] e non prendere in giro”. Per lui, l’estensione della cifratura, la
rottura dei silos con interoperabilità fra le app, l’idea di piattaforma
come protocollo, l’implicita trasformazione del modello di business
(oggi schiacciato su pubblicità mirate basate sui dati personali degli
utenti) prevista dalla nuova visione sono tutti fattori positivi e
interessanti.
La questione del modello di business è ovviamente l’elefante nella
stanza. Un tale cambiamento è compatibile con il modo attuale con cui
Facebook macina profitti, basato sulla raccolta dei dati degli utenti?
E se prendiamo il cambiamento per buono come diavolo verrà monetizzato?
si chiedono in tanti, tra cui Wired Usa
<https://www.wired.com/story/mark-zuckerberg-facebook-interview-privacy-pivot/>.
Il nuovo modello di business saranno il commercio e i pagamenti,
ritengono alcuni(The Verge
<https://www.theverge.com/interface/2019/3/6/18253922/facebook-privacy-meaning-implications-mark-zuckerberg-pivot-analysis-interface-casey-newton>).
Non è un caso che Facebook stia lavorando pure a una sua criptomoneta.
Ma siamo sicuri che si voglia abbandonare la vacca grassa della
pubblicità personalizzata? (Financial Times)
<https://www.ft.com/content/cdcd852c-40ff-11e9-b896-fe36ec32aece>. C’è
chi pensa <https://twitter.com/RichBTIG/status/1103651438767628288?s=20>
che quella delineata da Zuckeberger sarà una addizione, un rilancio ma
non una sostituzione.
Il modello - secondo alcuni, come Business Insider
<https://www.businessinsider.com/facebook-big-terrifying-dream-wechat-communication-backbone-western-world-2019-3?IR=T>
- è il cinese WeChat, la piattaforma/app dove un miliardo di utenti
della Repubblica popolare ogni giorno scambiano messaggi, fanno
pagamenti, comprano cose, usano servizi ecc
Dunque un rivale che non ti aspetteresti in questa nuova visione di
Facebook privacy, payment e message-oriented? Apple (Slate
<https://slate.com/technology/2019/03/facebook-apple-messenger-whatsapp-imessage-rivals.html>)
Infine, molti dubbi su come questa nuova eventuale Facebook influirà
sull’ecosistema della disinformazione, dal momento che gruppi chiusi e
privati sono considerati la bestia nera della lotta alle bufale (Axios
<https://www.axios.com/facebook-privacy-plan-echo-chamber-misinformation-b87173a4-5aab-4e6c-a1b6-23aeabafeed5.html>)

*LA PROPOSTA WARREN CONTRO BIG TECH*
In questo contesto arriva dall’America un fuoco amico sul social di
Zuckerberg. La senatrice democratica Elizabeth Warren ha pubblicato una
proposta
<https://medium.com/@teamwarren/heres-how-we-can-break-up-big-tech-9ad9e0da324c>
per spezzettare i giganti tech - Facebook, Google, Amazon - se verrà
eletta presidente nel 2020 (notevole il tempismo di Zuckerberg uscito
poche ore prima di questa proposta della Warren, abbastanza per
smorzarla e non essere tacciato di reazione impaurita). Nello specifico
la senatrice vuole smembrare da Amazon: Whole Foods; Zappos; da
Facebook: WhatsApp; Instagram; da Google: Waze; Nest; DoubleClick.
Reazioni. Contrastanti e perplesse. C’è chi l’accusa di populismo
facilone, retorica contro Big Tech ecc; o chi trova contraddizioni nel
testo e negli esempi riportati; o critica
<https://twitter.com/balajis/status/1104127315913502720> nel merito
(TechDirt
<https://www.techdirt.com/articles/20190308/10591041767/elizabeth-warren-wants-to-break-up-amazon-google-facebook-does-her-plan-make-any-sense.shtml>).
Ma certo la mossa ha il merito di portare al centro il tema antitrust e
pratiche anti-competitive. E incassa il plauso di Tim Wu
<https://twitter.com/superwuster/status/1104051518272139264?s=20>.


da: http://tinyletter.com/carolafrediani


































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"Faccio un lavoro che di fatto non è un lavoro, direi che è un modo di
vivere" L. Bertell

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