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FACEBOOK
VERSO INTERGRAZIONE WHATSAPP, INSTAGRAM, MESSENGER?
Mark Zuckerberg vuole integrare i sistemi di messaggistica di Whatsapp,
Instagram e Facebook Messenger. I tre servizi continueranno a operare
come app autonome, ma “la loro infrastruttura tecnica verrà unificata”,
scrive il NYT
<https://www.nytimes.com/2019/01/25/technology/facebook-instagram-whatsapp-messenger.html>
citando fonti interne riservate. Il piano dovrebbe completarsi tra
2019/2020 e richiede che migliaia di dipendenti Facebook riconfigurino
il modo in cui funzionano le tre app. Tutte dovranno incorporare la
crittografia end-to-end, quella più sicura, in cui solo mittente e
destinatario possono cifrare e decifrare i messaggi scambiati, e che è
implementata di default solo da Whatsapp (nella galassia Facebook intendo).

Implicazioni
Questa notizia - se confermata - ha implicazioni enormi. Certamente
l’integrazione solleva questioni di privacy su come i dati (e quali)
verranno condivisi fra i vari servizi. Oggi per iscriversi a Whatsapp
serve solo un numero di telefono, Facebook richiede altre informazioni.
E già non è chiaro che tipo di correlazioni vengano fatte fra questi
servizi o dentro gli stessi (mesi fa la relazione Whatsapp-Facebook era
entrata nel mirino
<https://www.theguardian.com/technology/2018/mar/14/whatsapp-sharing-user-data-facebook-illegal-ico-gdpr>
di varie autorità europee per la protezione dei dati).
Ma l’unificazione delle tre app sembra addirittura portarci verso uno
scenario alla Wechat, l’app/social piglia-tutto diffusa in Cina, che
aggrega assieme diverse funzioni. Anche se paradossalmente c’è chi
ritiene che la mossa di Zuckerberg sia fatta anche per anticipare e
sventare contestazioni dalle autorità (del tipo: se unifico tutto, non
mi chiederanno di staccare Instagram/Whatsapp, vedi tweet di Casey
Newton <https://twitter.com/caseynewton/status/1088803003509891072>).

Anche sul fronte sicurezza non mancano timori per questa possibile
integrazione. Verrà davvero alzato il livello di sicurezza di
Messenger/Instagram, o verrà abbassato quello di Whatsapp? si chiede
<https://twitter.com/matthew_d_green/status/1088810264563249152> ad
esempio il crittografo Matthew Green.
Tuttavia c’è chi invece è meno pessimista e anzi saluta la notizia come
positiva. Perché estenderebbe e rafforzerebbe la sicurezza e la privacy
degli utenti, argomenta Alec Muffet
<https://twitter.com/AlecMuffett/status/1088896479211765767>, noto
security evangelist. Tenendo sempre presente che non è sui contenuti
delle conversazioni ma sui dati relativi alle stesse (chi, con chi,
quando, quanto ecc), cioè sui metadati, che si giocherà e già ora si
gioca la partita dal punto di vista degli interessi Facebook. Sulla
stessa linea Alex Stamos
<https://twitter.com/alexstamos/status/1088904236820160512>.
Quindi? Tralasciando questioni antitrust, almeno sul fronte sicurezza,
l’implementazione, i dettagli tecnici faranno la differenza. Tema da
monitorare da vicino.

WHATSAPP/DISINFORMAZIONE
Whatsapp limita a 5 il numero di volte in cui un utente può inoltrare
un messaggio. A luglio il limite era già stato ridotto a 20 inoltri. La
decisione rientra nello sforzo della app (e della sua casa madre,
Facebook) di combattere la disinformazione, le bufale e le voci
incontrollate, e di fatto estende una sperimentazione già testata in
India, uno dei Paesi finiti sotto la lente per la diffusione di notizie
false, ma soprattutto di hate speech, sui social media e app di
messaggistica. (Reuters
<https://www.reuters.com/article/us-facebook-whatsapp/facebooks-whatsapp-limits-text-forwards-to-five-recipients-to-curb-rumors-idUSKCN1PF0TP>).
Anche il Brasile aveva avuto i suoi problemi al riguardo (NYT
<https://www.reuters.com/article/us-facebook-whatsapp/facebooks-whatsapp-limits-text-forwards-to-five-recipients-to-curb-rumors-idUSKCN1PF0TP>)
Per alcuni il limite serve a poco (Matt Suiche
<https://twitter.com/msuiche/status/1088641479927566337>)
Anche per alcuni attivisti indiani il problema sarebbe più ampio.
Proprio in questi giorni TIME
<http://time.com/5512032/whatsapp-india-election-2019/> analizza lo
sforzo propagandistico via Whatsapp che alcuni partiti stanno allestendo
in India. Come aveva già segnalato l’Hindustantimes
<https://www.hindustantimes.com/india-news/bjp-plans-a-whatsapp-campaign-for-2019-lok-sabha-election/story-lHQBYbxwXHaChc7Akk6hcI.html>,
in previsione delle elezioni dei prossimi mesi, il partito del primo
ministro Modi - Bharatiya Janata Party (BJP) - starebbe pianificando la
creazione di gruppi Whatsapp per ogni seggio indiano. Ma siamo lontani
dalla mobilitazione dal basso, Obama-style. Il rischio che tali gruppi
diffondano odio e bufale è molto alto.




da Guerre di rete di Carola Frediani

http://tinyletter.com/carolafrediani



























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"Faccio un lavoro che di fatto non è un lavoro, direi che è un modo di
vivere" L. Bertell

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