Autor: Romana Mancini Data: Dla: pacifistat Temat: [Pacifistat] Non perdiamo le buone abitudini
Domenica mattina, ho partecipato ad un evento, veramente interessante, organizzato in difesa della stampa italiana.
L'articolo 21 della nostra Costituzione, che difende la libertà di stampa, è violato in modo indecente, da decenni, la
situazione dell'incolumità e della libertà dei giornalisti italiani è più grave di quanto si possa pensare.
L'Italia com'è noto è al 73% posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, un dato molto preoccupante, che deve essere letto con correttezza, non si riferisce,infatti,all'asserita "pennivendolaggine o puttanaggine" dei giornalisti, bensì al fatto che molti di loro sono sotto scorta.
Questo deve farci riflettere sull'assoluta necessità di far valere in sede europea quei principi del BES, proposti da Kennedy, valorizzati da Stiglitz e difesi da Giovannini, che nel suo ultimo libro "L'utopia possibile" propone di inserirli negli obiettivi dell'Unione Europea.
Difendere la stampa italiana è un dovere di ogni cittadino perchè è il primo pilastro che i facinorosi attaccano quando vogliono distruggere la democrazia, gli altri obiettivi sono di solito la Corte Costituzionale e la magistratura ordinaria.
Dal convegno al quale hanno partecipato le migliori firme del nostro giornalismo,molti dei quali vivono sotto scorta da anni,
è emersa una verità inconfutabile: il progetto pentastellato (testimoniato da alcuni video) di eliminare la carta stampata entro 9 anni. Quest'idea sbandierata con la solita e fuori dal comune aggressività verbale, veniva giustificata con il preteso "spreco" delle risorse pubbliche. Lo Stato destinando milioni alla stampa avrebbe prodotto un danno. La risposta dei giornalisti è stata che, da anni, i finanziamenti pubblici ai giornali, sono pari a zero.
Mi domando, quale Paese occidentale moderno taglia in questo modo i finanziamenti ai giornali? La libertà della stampa è maggiore se le risorse si basano solamente sulle vendite? Nel nostro Paese c'è una realtà, sconcertante e vergognosa, della quale nessuno parla, neanche, in questo convegno se ne accennato ed è che, nel meridione i giornali o non arrivano o arrivano in misura ridotta, il fenomeno si sta aggravando ed estendendo al centro Italia, ad Amatrice, ad un passo da Roma e nei paesetti vicini, poichè le vendite erano crollate in seguito al terremoto, i giornali non arrivano più.
C'è un problema di distribuzione pauroso, perchè,i distributori consegnano le copie in relazione alle vendite. Queste tecniche apparentemente sono neutrali, in reltà sono metodologie di marketing scopiazzate dagli USA, che minano profondamente la libertà di stampa e quel che è più grave, allontanano i lettori più deboli, dalla riflessione sui temi di attualità, politica e cultura. La situazione è aggravata, in modo esponenziale, dal fatto che la banda larga o la semplice connessione ad internet, manca in buona parte del sud e se pensiamo al digital divide,quindi, alla difficoltà di uso che hanno molti cittadini, possiamo comprendere la gravità del danno.
Non perdiamo la buona abitudine di leggere i quotidiani di carta, perchè le notizie sono diverse da quelle on-line.
Molti italiani, tra i quali mio nonno, furono pestati durante il fascismo, solamente, perchè compravano i quotidiani (l'Unità e l'Avanti) ma a mio avviso la storia non torna indietro.