De Magistris: «Lontani dal Pse, saremo una sinistra credibile»
Il sindaco verso le elezioni europee. Il leader di Dema: il centrosinistra in Italia non è credibile non solo perché ha fallito ma perché ha tradito i suoi ideali, per questo ci ritroviamo con il governo più a destra di sempre
Luigi De Magistris
Adriana Pollice
NAPOLI
EDIZIONE DEL
27.09.2018
PUBBLICATO
26.9.2018, 23:59
«Per costruire l’alternativa ci vuole un’esperienza credibile. Il centrosinistra in Italia non è credibile perché ha avuto le sue opportunità ma non solo ha fallito, cosa che si può scusare, ma ha pure tradito i suoi ideali. Ed è per questo che ci ritroviamo con il governo più a destra di sempre»: il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ieri pomeriggio era al panel conclusivo della due giorni di studi organizzata dal Gue/Ngl, il gruppo della sinistra al parlamento europeo, nel capoluogo partenopeo. Il discorso, naturalmente, ha come orizzonte le prossime elezioni europee di maggio: «L’alternativa deve essere rivoluzionaria – prosegue -, il riformismo moderato non mi interessa perché questo tipo di politica, appoggiata anche dal Pse, ha sorretto il liberismo che è la causa dei fascismi che si stanno diffondendo in Europa, che ne sono appunto l’effetto collaterale. Bisogna dialogare consapevoli che, a volte, a sinistra siamo bravissimi a trovare differenze al nostro interno, anche quando non ci sono».
Il sindaco si è messo in gioco in vista della tornata elettorale di maggio a partire da un principio: il cambiamento non arriva dagli stati ma dai territori e i comuni possono essere l’esperienza politica in grado di connettere i popoli saltando i confini delle politiche dei governi. Del resto, come spiega l’eurodeputata Eleonora Forenza, il confronto a Napoli si è svolto seguendo il filo delle pratiche che hanno contrastato le politiche messe in campo da Ue ed esecutivi italiani negli ultimi decenni: difesa dei beni comuni a partire dalle risorse idriche, rifiuto di svendere il patrimonio pubblico e i servizi, politiche di accoglienza verso i migranti. Se i temi del dibattito disegnano un campo comune, non è però così semplice il percorso verso un gruppo unico della sinistra alle elezioni.
L’unica certezza è la presa di distanza dal Pse: «Costruire l’alternativa da Macron a Tsipras, come si sente ripetere, non ci interessa – spiega Forenza -, la prima discriminante è costruire un progetto che avversi il neoliberismo. Il Pse ha fatto la sua parte nel massacro sociale della Grecia, ha avallato politiche come il fiscal compact, ha messo in campo, ad esempio in Italia con l’ex ministro Minniti, politiche di respingimento dei migranti dando il proprio contributo alla costruzione della ‘fortezza Europa’. Siamo anche contrari a sovranismi di ritorno». Ma per costruire cosa? «Per dare potere ai popoli» conclude, ed è un richiamo a Potere al popolo, il soggetto politico in costruzione a cui ha aderito, approdata da Rifondazione comunista.
E qui il nodo europeo prende una strada tutta italiana. Pap dovrà decidere su come schierarsi in Europa. La famiglia della sinistra per ora ha due poli: quelli che hanno aderito al Patto di Lisbona e cioè La France Insoumise, Podemos e i portoghesi di Bloco de Ezquerda; quelli che seguono Yanis Varoufakis e il suo Diem25 come de Magistris, che ha un dialogo aperto con Sinistra italiana e i sindaci che seguono Federico Pizzarotti con Italia in comune. Una divisione che attraversa anche Pap con Eurostop e l’Ex Opg Je so’ pazzo da sempre sulle posizioni di La France Insoumise e il Prc che invece vuole un Quarto polo. Le strade potrebbero convergere. O dividersi. «Abbiamo invitato de Magistris, nel Gue c’è Podemos – conclude Forenza -, continuiamo il dialogo».
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"Eppure il vento soffia ancora ...." Pierangelo Bertoli, (Sassuolo, 5 novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002)
antonio bruno
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