[Pacifistat] Il decreto Salvini a piedi uniti sulla logistic…

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Autor: Roberto Badel
Data:  
A: pacifistat
Assumpte: [Pacifistat] Il decreto Salvini a piedi uniti sulla logistica

https://www.infoaut.org/precariato-sociale/il-decreto-salvini-a-piedi-uniti-sulla-logistica

"Segnaliamo da Ship2ShoreShip2Shore
<http://www.ship2shore.it/it/logistica/il-decreto-salvini-a-piedi-uniti-sulla-logistica_68620.htm> questo
articolo di Sergio Bologna nel quale (al di là delle valutazioni sugli
scioperi nella logistica, che ci vedono da sempre solidali e partecipi a
sostegno di queste lotte) viene correttamente segnalato come il decreto
Salvini contenga anche una norma ad hoc per disarticolare il tessuto
conflittuale consolidatosi nel settore della movimentazione delle merci
attaccando in maniera frontale le sue pratiche e la sua composizione
sociale.

*Il provvedimento appena varato dal Governo su sicurezza e immigrazione
introduce la reclusione (e l’espulsione in caso di condanna di
extracomunitari) per i picchettaggi stradali. Plauso di Confetra*


Anche il mondo della logistica sarà interessato dal decreto legge
approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri in merito a sicurezza
e immigrazione, che nella vulgata porta il nome del suo ispiratore, il
Ministro degli Interni Matteo Salvini.

Il rimando non è esplicito, ma l’art.25 del provvedimento dispone,
modificando un decreto legislativo del 1948 e uno del 1998, che anche
chi operi blocchi stradali (finora la cosa era prevista per strade
ferrate, zone portuali e acque interne) sia passibile di reclusione (e
non solo di una sanzione amministrativa) da 1 a 6 anni e che, qualora la
condanna “con sentenza irrevocabile” riguardi un cittadino
extracomunitario, costui venga espulso.

La norma interessa evidentemente il settore della logistica,
caratterizzato, da una parte, da una fortissima presenza di lavoratori
extracomunitari e, dall’altra, da un elevatissimo livello di
conflittualità. Il CCNL firmato dal sindacato confederale non solo non è
stato firmato dalle centrali cooperative, ma è fortemente contestato
dalle numerosissime sigle sindacali autonome, ritagliatesi un ruolo
sempre maggiore proprio nella logistica di magazzino, in un contesto in
cui, complice proprio la significativa presenza di lavoratori più
assoggettabili, per provenienza e condizioni sociali, a forme di
sfruttamento, sono numerosi gli episodi di caporalato e criminalità
organizzata emersi negli ultimi anni.

Una situazione articolata (e complicata dal ventaglio amplissimo di
attività ricomprese nel CCNL), che nel tempo ha creato difficoltà sia al
sindacato confederale che alla parte datoriale, tanto da portare
Confetra, lo scorso giugno, a “rappresentare allo Stato l’impossibilità
di sopportare ancora la strumentalizzazione di lavoratori stranieri per
realizzare blocchi e picchettaggi promossi da organismi pseudo sindacali
che spesso con l’aiuto di estranei impongono la loro volontà ad altri
lavoratori anche con la violenza”.

Un appello che il Governo, lungi dal predisporre un intervento specifico
sulle condizioni di lavoro nel settore, sembra ora aver raccolto,
appesantendo enormemente le conseguenze delle tutt’altro che
infrequenti, motivate o strumentalizzate che siano, proteste nei
magazzini logistici, spesso esplicitatesi in picchettaggi e blocchi
stradali ad opera di lavoratori, ovviamente anche extracomunitari. I
quali ora, in situazioni analoghe, rischieranno non solo la galera ma
anche l’espulsione dal paese.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Confetra Nereo
Marcucci: “Considero i contenuti dell'articolo 25 un ulteriore
indispensabile strumento di prevenzione di forme di violenza e di
sopraffazione di pochi verso molti. Certamente non limita il diritto
costituzionalmente garantito allo sciopero. Con le nostre imprese ed i
nostri dipendenti contiamo molto sul suo effetto dissuasivo su pochi
caporioni”.

Nessuna reazione per il momento – ma l’iter del decreto legge è appena
cominciato – sul fronte del sindacato confederale, mentre, fra i
sindacati di base, SI Cobas ha annunciato per il 26 ottobre uno sciopero
generale e per il 27 una manifestazione a Roma per protestare contro le
politiche del governo e il pacchetto sicurezza nella sua complessità."