Autore: Romana Mancini Data: To: pacifistat Oggetto: Re: [Pacifistat] [Regolamento telelavoro]
Il problema di fondo è che nella legge sul telelavoro non c'è alcun limite numerico ed è logico, in primo luogo, perchè il legislatore vuole una maggiore diffusione delle forme flessibili di lavoro, telelavoro e smartworking, in secondo luogo, in un'istituzione moderna si potrebbe perfino organizzare un'attività lavorativa senza la presenza in ufficio dei lavoratori e secondo me prima o poi ci si arriverà, anche per ridurre l'uso delle auto secondo quanto stabilito dal Trattato di Kyoto e dai successivi, fino alle recenti direttive europee sugli appalti, che obbligano le PA a studiare sistemi di riduzione delle emissioni inquinanti e ad agire di conseguenza.
In Italia in alcuni settori privati già da anni ci sono esperimenti di questo tipo ed i risultati sono esaltanti.
In una società che ha sede a Milano già da una decina d'anni una dipendente ha potuto lavorare da Lampedusa.
In termini di impronta ambientale che secondo l'UE tutte le organizzazioni lavorative devono ridurre, significa che quella dipendente prenderà meno l'aereo (con i relativi consumi)e l'auto per arrivare in centro, avrà una riduzione dello stress lavoro-correlato, inciderà sul piano sociale utilizzando l'esperienza lavorativa in una sede disagiata ecc.
Il mondo cambia ed il progresso è inarrestabile, certo è necessario che il vertice sappia innovare i processi lavorativi tenendo presenti le esigenze della produzione e quelle dei dipendenti. In Istat si ritiene, in base ai risultati del progetto di fattibilità iniziale che il personale delle segreterie non possa usufruire del telelavoro ma con una buona organizzazione del lavoro anche questo vincolo potrebbe essere superato.
Ciao
Romana Mancini.