[Pacifistat] Intervento in assemblea

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Auteur: Michele Riccio
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À: pacifistat
Sujet: [Pacifistat] Intervento in assemblea
Ciao a tutti

Per continuare ed allargare la discussione dell'assemblea di Mercoledì scorso riporto qui una sintesi dell'intervento che avevo fatto.

Michele
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Lo spettacolo a cui stiamo assistendo è indecente e basta!
- Caporalato nell'agricoltura, e ormai si spara direttamente su chi osa ribellarsi
- Donne e bambini, prigionieri sulle navi, usati come ostaggi nelle trattative con l'Europa
- centinaia di persone chiuse e torturate nei campi di concentramento libici, promossi e finanziati dall'Europa e dal governo italiano: quello di sinistra, di Gentiloni e Minniti.

E' indecente dal punto di vista umano! Ma se vogliamo incidere nella realtà non basta l'indignazione Umana, dobbiamo capire e approfondire, usiamo la Statistica ed, anzi, il metodo scientifico: perché anche la società si può indagare con il metodo scientifico.

Alcuni punti:
- In Italia la presenza reale degli immigrati è intorno al 10% (6 milioni). Però se ne parla come fossero il triplo.
Non c'è nessuna invasione!
Anzi:
- In Italia non si fanno più bambini, saremo sempre più una società di vecchi:
Fra 15 anni nella fascia di età 20-49 mancherà il 23% della popolazione, quella più produttiva (e si dovrebbe anche considerare l'emigrazione degli giovani italiani laureati all'estero), a fronte di un aumento dei pensionati.
Avremo un declino dell'economia spaventoso!
Per colmare questo buco servirebbero il doppio dei migranti di oggi.
Altrimenti chi pagherà le pensioni ?
Chi baderà ai nostri vecchi ?

Di questo 10% di immigrati però noi abbiamo una visione distorta: noi vediamo quella piccola minoranza che chiede l'elemosina, ma non la maggioranza, perché questa è nelle grandi fabbriche del Nord, ad accudire i nostri genitori, a raccogliere la frutta e verdura.

Il disastro del ponte di Genova è chiarificatore: il 25% dei morti sono immigrati (di 1° o 2° generazione), tutti morti in attività produttive! il 25% rispetto il 10% sulla popolazione.

- "Aiutiamoli a casa loro", vediamo la realtà:
Questa immigrazione non è causata dalla arretratezza, ma anzi proprio dalla impetuosa crescita economica!
Per questo è inarrestabile.
La popolazione in Africa è passata dai 500 milioni del 1980 al 1 miliardo e 200 milioni di oggi, e di questi il 70% ha meno di 30 anni. Il numero di figli per donna è 5 (non l'1,3 italiano).
Questo insieme ad una crescita economica spaventosa che svuota le campagne e crea megalopoli enormi.
Sono tassi di crescita economica asiatici: Il Mali, dal 2000 ad oggi, ha moltiplicato il PIL di 5 volte.
=> Più il tasso di crescita è forte e più aumenta l'urbanizzazione e di conseguenza l'emigrazione.

Perciò "Aiutiamoli a casa loro" è sempre un imbroglio ... è solo un modo ipocrita per coprire gli investimenti europei in Africa, sempre più messi in forse dalla concorrenza cinese!!

Insomma il fenomeno è inarrestabile!
Ma se vengono a cercare condizioni di lavoro dignitose in Italia o scappano dalle guerre,   
          Noi che dobbiamo fare ?


Dobbiamo essere i loro naturali alleati!
- Sono lavoratori come noi
- hanno o avranno gli stessi nostri interessi e problemi
Solo se come lavoratori italiani chiediamo pari condizioni per tutti, immigrati o italiani, potremo difendere le nostre condizioni.
Solo unendoci tutti come lavoratori potremo rafforzarci per far fronte ai disastri che questa società prepara!
Altrimenti saremo divisi, più deboli e ricattabili.

In conclusione:
Alla retorica cinica e individualista, E' possibile reagire!

Ma si deve alzare la voce, non si può essere timidi e silenziosi di fronte ai Salvini, ai mestatori che giocano sulle nostre paure e sull'incertezza del futuro.

Bisogna capire, approfondire e organizzarsi!
Se siamo visibili, e con dei contenuti, togliamo gente agli spacciatori di paura e di ricette facili.

Per questo questa prima assemblea in ISTAT è importante e si deve continuare su questa strada, estendendo ancora di più l'invito alla discussione.

Il problema non è chi votare.
Il problema è cosa si fa in pratica!

Michele Riccio