Re: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xen…

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Author: Michele Riccio
Date:  
To: Stefano Gerosa
CC: pacifistat
Subject: Re: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xenofobia di mercoledì 12
Mi fa piacere che Stefano ci porti un po' di sano realismo e ci ricordi che lo Stato non "Siamo noi" , ma al contrario è l'organizzazione che difende gli interessi dei grandi gruppi economici nel loro complesso.
E' questo è vero anche nei paesi più avanzati e democratici, dove questo ruolo è più elegantemente mascherato.

Ciao Michele

----- Messaggio originale -----
Da: "Stefano Gerosa" <gerosa@???>
A: "Aldo Maria Femia" <femia@???>
Cc: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 11 settembre 2018 15:45:55
Oggetto: Re: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xenofobia di mercoledì 12

Il problema sta nel fatto che noi non partecipiamo ad iniziative di cooperazione legate alla "società civile", ma in linea di massima ad attività direttamente legate ad apparati di stato o direttamente governativi (basti pensare che l'ufficio di statistica egiziano è direttamente gestito dai militari).
D'altronde "statistica" viene da "stato" e, malgrado le illusioni che qualche volta ci facciamo al proposito, queste realtà ce lo ricordano nel modo più aspro.
Se collaboriamo alla preparazione della infrastruttura tecnica o informatica di rilevazioni censuarie, dobbiamo tenere presente che il censimento è un atto direttamente politico (lo è fin dalla sua origine), utile per fornire un'immagine della realtà conforme ai desideri di chi governa (che magari ha interesse a far si che la consistenza di questo o quel gruppo etnico o linguistico sia alterata ad esempio). Non va poi dimenticato che queste iniziative sono, in modo sempre più esplicito, coordinate con altre agenzie governative (come il MAE) come "pacchetti di intervento" con obiettivi diplomatici e commerciali, e non come neutre azioni di condivisione dei saperi.
La clausola di cui parlavo, contenuta nella convenzione del 2014 firmata con il MAE, recita così

"assicurare che il personale operante in Myanmar, in esecuzione all'incarico in oggetto della presente Convenzione, si impegni contrattualmente a rimanere estraneo a questioni politiche, etniche, religiose aventi carattere interno al suddetto territorio e ad astenersi da qualsiasi manifestazione suscettibile di nuocere alle buone relazioni tra l'Italia e l'area in questione"

Ciao e buona assemblea,

Stefano


----- Messaggio originale -----
Da: "Aldo M. Femia" <femia@???>
A: "gerosa" <gerosa@???>
Cc: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 11 settembre 2018 12:49:09
Oggetto: Re: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xenofobia di mercoledì 12

caro Stefano

grazie mille per questo contributo. Se non ti dispiace se ne potrebbe dare lettura domani in assemblea.

Personalmente non ho certezze sul fatto che la nostra presenza come cooperatori nei Paesi che dici sia di per sè un fatto negativo, nel senso che fornisca sostegno ai regimi più di quanto possa essere invece un elemento di apertura, dialogo, contaminazione o addirittura sostegno a nostri colleghi che nei regimi si trovano in difficoltà.

Io non ho voluto fare esperienza nei Paesi che menzioni, sono stato solo in Tunisia, che non è più quella di Ben Alì. Spesso è stato necessario però, per allentare un inveterato abito mentale, piuttosto stretto e rigido, incoraggiare le nostre controparti a porsi criticamente e con spirito indipendente di fronte al dato. Insomma, con il collega Francese abbiamo cercato di rafforzare l'adesione ad alcuni dei principi di base della statistica ufficiale, fondamentali per la democrazia. Per non parlare degli scambi informali, delle informazioni che porti e di quelle che riporti a casa. Insomma, come certi boicottaggi che penalizzano le popolazioni più che i regimi, non sempre la chiusura aiuta.

Però la "clausola di non ingerenza" fa accapponare la pelle, sembra fatta apposta per impedire gli scambi non strettamente "tecnici". Mi piacerebbe saperne di più, il discorso va sicuramente approfondito.

ciao

Aldo


Da: "Stefano Gerosa" <gerosa@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Martedì, 11 settembre 2018 11:45:07
Oggetto: Re: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xenofobia di mercoledì 12

Ciao a tutti e tutte,

l'iniziativa di domani mi sembra importante, vista anche la concreta possibilità che la presidenza dell'Istat finisca in mano ad un esponente di questo razzismo di stato che pare dilagare ai quattro angoli del mondo.
Domani non potrò esserci, ma mi permetto di sottolineare un aspetto che credo l'assemblea dovrebbe discutere.
Si tratta del ruolo che l'Istat svolge sul terreno della "cooperazione internazionale'. Si tratta di un ruolo all'apparenza tecnico, ma che in particolare negli ultimi anni ha assunto profili inquietanti (e più volte denunciati).
Nel quadro di una stretta relazione con il Ministero degli Affari Esteri, l'Istat ha attivato negli ultimi anni numerose "convenzioni" per la realizzazione di progetti statistici con paesi guidati da dittature militari e/o fortemente impegnati nella repressione di minoranza interne, su base etnica o politica.
Il caso più evidente è quello della collaborazione con il regime al potere in Myanmar, che un recente rapporto dell'ONU indica come responsabile di genocidio nei confronti della popolazione rohingya (700.000 costretti alla fuga verso il Bangladesh, sistematica distruzione dei villaggi e stupri di massa da parte dell'esercito birmano). Tale collaborazione, attiva dal 2014, è stata più volte confermata e recava anche una singolare "clausola di non ingerenza" del personale Istat negli affari politici e sociali del paese. Sulla falsariga di quella convenzione, nel 2016 è stata attivata un'analoga convenzione con il regime di Al Sisi in Egitto, responsabile tra molte altre cose dell'uccisione di Giulio Regeni. Sono o sono stati attivi altri progetti di collaborazione con la Turchia di Erdogan, e con l'Etiopia, il cui regime è responsabile di attacchi contro la popolazione Oromo.
Credo che una presa di coscienza, e un rinnovato attivismo, dei lavoratori Istat sui temi del razzismo e della xenofobia non possa prescindere dal rifiuto dell'arruolamento dell'Istituto in progetti e attività di collaborazione con regimi razzisti, autoritari e al limite genocidari.
Occorre arrivare a definire una presa di responsabilità che impegni l'Istat a sottrarre la disponibilità del proprio know-how tecnico (che nella storia della statistica ufficiale tante volte è purtroppo stato usato per servire le forze più oscure del nazionalismo e del razzismo di stato) a regimi come quelli a cui abbiamo dato il nostro piccolo contributo in questi anni.

Ciao e buona assemblea,

Stefano



----- Messaggio originale -----
Da: "fabio rapiti" <fabio.rapiti@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Lunedì, 10 settembre 2018 18:08:05
Oggetto: [Pacifistat] Qualche idea per l'assemblea contro la xenofobia di mercoledì 12

Buon pomeriggio a tutte/i,

sono contento che torniamo, dopo parecchio tempo, ad incontrarci in assemblea mercoledì pomeriggio. Mi auguro che non sia solo una piccola fiammata di indignazione in cui sfogarsi dell’impotenza di queste settimane ma l’inizio di un impegno costante. Una rete permanente che informa, forma, promuove consapevolezza ed iniziative. Dobbiamo prepararci bene per l’assemblea e per il dopo che decideremo insieme. Direi che l’impegno è duplice: i) prima informarci e formarci meglio collettivamente dedicando un po’ del nostro tempo a capire e ad approfondire i diversi aspetti della questione; ii) poi rivolgerci all’esterno, dentro e fuori l’Istituto, per contribuire, anche con le nostre competenze, a costruire una cultura e iniziative che riescano ad opporsi in modo efficace all’egemonia culturale dei razzisti.

Credo sarebbe utile che ognuno di noi, in base alla propria sensibilità, interessi, competenze iniziasse ad approfondire uno dei tanti risvolti della questione (e, se possibile, si preparasse un intervento/contributo per mercoledì). Temi che, eventualmente, andrebbero poi approfonditi, eventualmente in piccoli gruppi, sfruttando i tanti materiali disponibili e poi, collettivamente, incontrando le diverse persone ed associazioni impegnate e qualificate disponibili (Mimmo Lucano, ecc.). Io provo a riassumere alcuni temi in ordine sparso, che in parte erano usciti anche nella discussione estiva nelle risposte alla iniziale mail di Franco :


1. Perché siamo arrivati fino a qui? Europa, crisi, disuguaglianza, disorientamento sociale, rancore, xenofobia

2. L’immigrazione nelle statistiche: realtà, percezione e propaganda

3. Migranti economici: un approfondimento sul rapporto Europa e Africa negli ultimi 30 anni (ruolo della Francia nell’area francofona, dei programmi del FMI, ecc.)

4. L’accoglienza (e l’integrazione) fallita: 25 anni di sperperi e corruzione. C’è qualcosa da salvare?

5. Quale spazio per politiche di immigrazione legale (Decreto flussi, canali umanitari, ecc.)?

6. Comunicazione, framing e linguaggio: come sottrarsi all’egemonia culturale/linguistica dei razzisti e costruire un nuovo senso comune, un modo alternativo di vedere l’immigrato (vedi Lakoff)?

7. Buone pratiche e storytelling: come raccontare Riace e le altre esperienze positive di integrazione? Come comunicare i tanti aspetti positivi di una società multietnica e multiculturale?



8. Immigrazione, caporalato e sfruttamento in agricoltura (e non solo). Come sostenere i lavoratori migranti (e gli italiani) a essere protagonisti della fine dello sfruttamento e dello schiavismo?

9. Cosa prevede il recentissimo decreto Salvini?

L’idea è che dobbiamo tornare ad essere protagonisti, imparare a parlare di nuovo con le persone, anche individualmente, non basta partecipare alle manifestazioni. Dobbiamo imparare ad avere modalità di intervento efficace sui social; dobbiamo essere in grado di convincere le persone a noi vicine o chi incontriamo sugli autobus; nostro cugino, nostra nonna, qualche amico/a che si sono fatto convincere dalla propaganda e capire perché si sono fatti convincere. Dobbiamo costruirci un kit, una cassetta degli attrezzi, per partecipare a questa battaglia delle idee di medio periodo.

Tra i libri/documenti recenti sicuramente utili ricordo:

- Alla deriva. I migranti, le rotte del Mar Mediterraneo, le Ong: il naufragio della politica, che nega i diritti per fabbricare il consenso. di Duccio Facchini, 2018, appena uscito per Altreconomia.

- #antifa il dizionario per fare a pezzi parola per parola la narrazione fascista di S. Catone, 2018.

- “L’epoca del rancore, nuove destre e nuovi razzismi” numero monografico de Il granello di sabbia” mensile di Attac Italia, giugno 2018. https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.italia.attac.org%2Findex.php%2Fgranello-di-sabbia%2F10749-anticipazioni-del-prossimo-numero-del-granello-di-sabbia&e=ba54c7f6&h=bc360000&f=y&p=y

Ciao

Fabio

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