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Appello per la partecipazione a "E naufragar m’è dolce in questi suoni"
Interpretazione del brano "Les moutons de Panurge" (1969) di Frederic
Rzewski
in occasione dell’Error Day 2018
a cura di Alessandra Giura Longo e Clelia Sedda
*Domenica 27 maggio, ore 15.00 prova, ore 16.00 concerto in via Rizzoli,
vicino alle due torri a Bologna *
Chiunque, musicisti e non musicisti, con strumenti e voci o senza
strumenti, ma con la voce, con un leggio, 4 mollette da bucato per il
vento, uno strumento musicale oppure un oggetto che fa un bel suono, una
pentola, un fischietto, un giocattolo, un tavolino, un pezzo di legno,
un bicchiere, una gabbia per gli uccelli, un tagliauovo, una sedia
purchè facciano un bel suono.
Per partecipare inviare una mail a info@???
<
mailto:info@errorday.it> Ai partecipanti sarà inviata la partitura per
posta elettronica. I non musicisti riceveranno una partitura grafica di
facile ed immediata lettura.
Chi volesse utilizzare uno strumento che necessita di energia elettrica
(chitarra, basso, tastiera ecc…) deve organizzarsi autonomamente con
l’amplificatore a batteria.
"Les moutons de Panurge" è un brano scritto dal compositore americano
Frederic Rzewski nel 1968 per “un numero qualsiasi di musicisti che
possano suonare una melodia e per un numero qualsiasi di non-musicisti
che suonano qualsiasi cosa”. Il titolo si ispira ad un episodio
contenuto nel capitolo ottavo del Quarto Libro delle storie di Gargantua
e Pantagruel di François Rabelais : Panurge, compagno di Pantagruel in
un lungo viaggio per mare, si prende gioco del petulante mercante di
bestiame Dindenault gettando in mare un montone “urlante e belante” che
gli aveva appena comprato. Tutto il gregge, come da abituale
comportamento ovino, imita il montone natante urlando e belando,
trascinando con sé fuori bordo il mercante ed i suoi servitori che
cercano invano di evitare il disastro. Nella lingua francese
l’espressione “come i montoni di Panurge” è ancora oggi in uso per
indicare il comportamento gregario delle masse poco intelligenti che
seguono un improvvisato leader senza motivo, anche verso il naufragio.
In poche parole quello che in italiano chiamiamo comportamento “da
pecoroni”, fonte ineguagliata di madornali errori collettivi.
Rzewski chiede agli interpreti musicisti di suonare a velocità piuttosto
sostenuta (e in costante accellerando) una melodia di 65 note come in un
gioco, secondo uno schema di accumulazione e sottrazione di note.
Inevitabilmente poco dopo l’inizio del brano qualcuno inizia a
confondersi con i conti e a sbagliare, condizionando e trascinando con
sé gli altri. La regola data è però quella di continuare a suonare
cercando di seguire lo schema il più possibile, ognuno per conto suo.
Ovvero cercare di resistere all’errore fino a farsi gioiosamente
trascinare da esso. Se nessuno sbaglia, il pezzo non è interessante e
diventa noioso e monotono.
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