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Pronte le nuove impostazioni di Facebook sulla privacy, assicura Zuckerberg

Il Ceo di Facebook davanti ai parlamentari Ue annuncia che verranno
tolte altre app dal social. Ma alle domande più scomode non risponde.
Articoli del Sole 24 Ore, Corriere della Sera e TgCom24

https://www.agi.it/innovazione/zuckerberg_facebook_gdpr_parlamento_europeo-3935922/news/2018-05-22/

Zuckerberg al Parlamento UE: la montagna partorisce il topolino

http://punto-informatico.it/4433075/PI/News/zuckerberg-al-parlamento-ue-montagna-partorisce-topolino.aspx

Dall'incontro tra Zuckerberg ed il Parlamento Europeo non scaturisce
alcuna notizia di rilievo, né ci si attendeva qualcosa di diverso:
format e contesto hanno favorito il nulla di fatto.
Cosa rimane dell'incontro tra Facebook ed il Parlamento Europeo?
Pressoché nulla. E non poteva essere altrimenti. Nel presentare
l'appuntamento lo avevamo già anticipato: la finalità non poteva essere
certo quella di arrivare ad uno scontro in diretta streaming che non
avrebbe giovato ad alcuno, ed al tempo stesso se Mark Zuckerberg non
fosse stato rassicurato su tempi e modi dell'appuntamento non avrebbe di
certo accettato l'invito a comparire.

La capacità di Antonio Tajani è stata nel cucire un compromesso che
potesse portare comunque Zuckerberg al Parlamento Europeo, dove ha
riferito circa le attività di Facebook in rapporto alla gestione dei
dati personali e altri aspetti considerati centrali nel dibattito nel
vecchio continente; al tempo stesso tale compromesso ha generato una
situazione ideale affinché la montagna partorisse il topolino, riducendo
al lumicino le informazioni effettivamente trapelate.

Il format ha fatto sì che il tempo dedicato alle domande fosse molto
maggiore rispetto a quello dedicato alle risposte, e così i 75 minuti
previsti son volati via con una diretta streaming che ha mostrato in
volto ognuno degli interroganti e ben poche espressioni da parte di un
interrogato evidentemente rassicurato dal canovaccio. Le maggiori accuse
a Zuckerberg sono giunte da Guy Verhofstadt, il quale ha giocato la
carta "The Circle" per suggestionare gli ascoltatori circa il ruolo di
Facebook nella società ed ha infine chiesto a Zuckerberg che ruolo
voglia che gli venga riconosciuto nella storia: un grande innovatore del
calibro di Steve Jobs e Bill Gates, oppure colui il quale ha dato vita
ad una creatura in grado di smembrare le democrazie?

Il video dell'incontro è disponibile sulla pagina Facebook del
Parlamento Europeo, ma i contenuti sono sostanzialmente quelli già
ascoltati nei precedenti incontri: Zuckerberg promette massimo impegno
da parte del gruppo contro terrorismo e fake news, si sta muovendo per
correggere il tiro dopo i problemi con Cambridge Analytica e promette di
collaborare su qualsivoglia richiesta raccolta dalle istituzioni.

Si tratta tuttavia dell'ennesimo incontro senza colpo ferire, il che
consente a Facebook di uscire dal marasma degli ultimi mesi con un
profilo ripulito, se non ricostruito: anche le minacce in tema antitrust
son sembrate cadere al momento pressoché nel vuoto e per le istituzioni
europee un eventuale rilancio dovrà arrivare a bocce ferme, con il CEO
ormai tornato a Menlo Park e con Facebook non certo lontano dall'essere
ormai fuori pericolo. La verità è che anche il Parlamento Europeo non
sembra aver avuto la volontà di inchiodare Zuckerberg a responsabiltà
che la politica non è stata bene in grado di identificare: si è
considerato sufficiente dimostrare di aver la capacità di imporre
un'audizione, portando il CEO presso le sale del potere europeo e
costringendo simbolicamente Facebook a rispondere delle proprie azioni
anche in territorio extra-USA.

Così è stato, e simbolicamente la cosa ha un suo innegabile significato.
Ma in questo significato si cela anche la moneta di scambio che
Zuckerberg ha saggiamente usato per defilarsi da una situazione
problematica: il compromesso sulla privacy andrà probabilmente
ritracciato sulla base dei paletti imposti dall'UE, ma le condizioni
sono tali per cui il gruppo potrà giocarsi le proprie carte senza un
eccessivo peso sulle spalle. Zuckerberg si è messo in gioco, ha risposto
direttamente alle richieste europee e questo depone a suo favore in una
fase innegabilmente cruciale per il futuro del social network

























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"Faccio un lavoro che di fatto non è un lavoro, direi che è un modo di
vivere" L. Bertell

"tecnologie appropriate"

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