[Hackmeeting] esperimenti & obiettivi a breve termine per fa…

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Autore: vecna
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To: hackmeeting
Oggetto: [Hackmeeting] esperimenti & obiettivi a breve termine per far resistenza contro le piattaforme
Assunto che abbiamo perso, che il territorio di scontro lo decide il
peggiore degli avversari, che siamo in contenimento danno e che il
problema non è solo uno quindi non avremo mai una soluzione organica ed
autocontenuta…

Come prima cosa, perchè non dare strumenti che permettano di hackare
su/dentro a facebook, iniziare ad immaginare alternative non fini a se
stesse, ma con feature e funzioni che facebook non può/non vuole
esplorare. (poi si possono applicare anche verso le altre piattaforme
che non sono facebook, ma prendiamolo come riferimento)

Ho qui una piccola lista di cose che sto provando e voglio che si crei
una comunità attorno, non è un progetto che ha senso pensare da soli, e
sono così tante le cose che non saranno raggiungibili da un gruppo solo.
E’ la tecnologia sulla quale ho lavorato negli ultimi 2 anni, ora è ad
un livello di maturità interessante e serve creare community. Che si
prenda in carico un po’ di sviluppo, di analisi dei dati, di critica
tecno-politica (che so,
https://medium.com/@trackingexposed/the-iron-bubble-or-how-the-facebook-algorithm-insulates-fascists-from-reality-d36739b0758b
):

1) fare consapevolezza, divulgazione, mostrare quello che è invisibile.
Domanda per voi: cosa fa facebook che fate fatica a spiegare? cos’è
inquietante *solo per tecnici* e non lo è fuori dalla nostra bolla?
identifichiamo quella cosa e rendiamola visibile (Abbiamo fatto degli
esperimenti, ma i risultati erano grafici e statistiche. Abbiamo cercato
di trovare un modo per renderlo più comunicabile, scegliendo uno dei
casi in cui c’è una certa attrazione pubblica, scegliendo categorie in
cui le persone si riconoscono, e qui trovate i risultati
https://elezioni.tracking.exposed ) L’algoritmo ha molti modi per
esercitare la sua influenza, nuovi test vanno fatti, altri racconti.

2) pratiche. saper usare senza essere usati. oltre alla diversificazione
menzionata nella prima mail. Mark zuck, deponendo alla commissione
Senato+Casabianca ripeteva spesso un "quando ho iniziato facebook ero
nel mio dormitorio. Ha sorpreso tutto il nostro successo, abbiamo usato
content moderation nel migliore dei modi, ma ora avremo AI sempre più
sofisticate in grado di gestire e capire hate speech e terrorismo". Con
queste premesse, le pratiche dovrebbero essere quelle che ci permettono
di ingannare questa AI, capirne i limiti, raccontarli e svelarne i
fallimenti (per ridere:
https://twitter.com/mit_csail/status/975070008563916800 per non ridere:
https://twitter.com/Hellchick/status/942863353403150336 ). Alla meglio,
neutralizzare la sua opera di prioritizzazione contenuti. Ambire ad
ottenere una nuova libertà, un nuovo diritto: quello di far girare la
tua AI sui tuoi dati, avere il controllo sulla prioritizzazione. L’AI
non è malvagia di persé, lo è se non è un tuo strumento ma uno strumento
di qualcun’altro che gira sulla tua vita. Se la sai
attivare/disattivare/cambiare/addestrare, può esserti d’aiuto. o forse
no, e capirai i limiti dell’AI. ma deve essere in mano tua, tratta e
ordina i suoi dati.

3) affrontare il monopolio è più difficile “dell’altra volta”, quando
Microsoft ha messo Explorer di default. Qui la dinamica è diversa. Una
rete vale il quadrato dei suoi nodi. Le utenze future, quando si saranno
iscritte, avranno più probabilità di trovare amicizie esistenti. Quindi
la rete vale per la sua ipotetica inerzia, e questa è la base del
monopolio. Si deve specificare il nome della risorsa quando si parla di
monopolio, in questo caso è del grafo sociale. aka “il monopolio delle
rubriche”. non conta chi le possiede, conta che ne hai una copia
aggiornata in tempo reale di quali sono le relazioni tra tutte/molte le
persone connesse [ 𝕌 \{iran} \{~russia} \{cina} \{DPRK} ]; Questi sono
dati personali, grafo sociale. Oltre a questi c'è un'inerzia di dati
prodotti da parte di realtà per le quali internet è uno strumento che
deve funzionare e basta. acritiche, agnostiche, che si atteggiano
pensando che fb sia un'opportunità tutto sommato utile. Chi crea gli
eventi, gruppi che prima erano forum e ora sono pagine facebook, fonti
di pubblico interesse come il meteo o dei gruppi che fanno politica.
Istituzioni formali e non, come la squadra di ping-pong di serie D (che
detto così può sembrare una cosa campata per aria, ma se non fosse stato
per quello un mio famigliare manco ci sarebbe entrato in fb). Nel
momento in cui usano facebook gli danno valore, loro percepiscono che il
loro business funziona ed è quello che interessa loro, e continueranno a
dare contenuti nel SN che fanno aumentare la sua influenza. E’ come un
buco nero in cui ogni interazione significativa è un blocco di materia
in più. Queste organizzazioni hanno elaborato negli anni metodi di
social media management. Abbiamo da guardare loro se vogliamo dare delle
alternative più libere. se no, nerd-issue-numero-0: staremmo sviluppando
software senza conoscere i nostri utenti.

4) irrobustire le alternative. Ci sono esperimenti funzionanti di social
network federate, (l’ultimo che funziona bene, mastodon), ma se ne clona
le dinamiche sociali, anche stare su una rete open source, community
sponsored, federata, non vuol dire che le politiche applicate ai dati ed
alla circolazione delle informazioni siano in qualche modo migliori da
facebook. (il rischio è di fare il libreoffice della rete. un clone
brutto di microsoft office). Invece si deve testare la community di
sviluppo di mastodont, provare feature, politiche di open data, di
moderazione, di data processing. Immaginare e sperimentare interfacce,
che non ruotino attorno al collezionare followers e like.
Deve essere stato doppiamente difficile sviluppare openoffice nel 2000.
La prima complessità perché è un prodotto software complesso, e il
secondo perché l’unico esempio (quello che gli utenti si immaginano
d’avere) era m$-office. Microsoft aveva definito il metro di paragone,
i termini con il quale il tuo prodotto libero sarebbe stato giudicato, e
avendo determinato il campo nel quale si sarebbero confrontati, è sempre
stato superiore. In quei termini. In quel caso l’usabilità, la comodità
d’uso avevano marcato una differenza importante, ora siamo nella stessa
situazione con Facebook.
Ci sono due macro-aree sulle quali riflettere: quali sono le forze di
facebook che devono essere tenute, e quali sono le funzionalità che il
business della facebook INC non può/non vuole dare, e usare quelle
funzioni come punti di forza. Un paio di esempi per dare concretezza:
Permettere a chi pubblica l'inserimento di metadati, permettere ricerche
strutturate e complesse, fare download di dati e permettere uso offline.
dare accesso “in ordine cronologico” non scala bene quando hai tante
persone e tra le quali chi ti spamma. Devi avere il controllo del tuo
algoritmo, devi poter giocare con le politiche di prioritizzazione
perchè facebook non ne fa mistero nell’utilizzo dell’algoritmo come
metodo per controllare come le informazioni circolano.

5) liberare i dati. nel paragrafo n.3 identificavo 2 tipi di dati che
potrebbero essere acquisiti e liberati. la massa di contenuti di
pubblico interesse e i dati che derivano dalla portabilità dell'identità
digitale.
Ignifugo+samba facevano menzione a come si potrebbe rss-izzare le pagine
facebook. E' qualcosa che può essere fatto con
facebook.tracking.exposed; Siccome oggi è il Mozilla Global Sprint
https://medium.com/read-write-participate/mozillas-48-hour-hackathon-for-a-better-internet-cb1f07ef63d5
e ho messo questa issue come parte dello scopo di oggi/domani:
https://github.com/tracking-exposed/facebook/issues/81

… Per saperne di più degli internals, se vi piace l’analisi dei dati,
qui ce ne sono alcuni:
(https://github.com/tracking-exposed/experiments-data/tree/master/e18) o
se vi piaciono i .pdf di 6 pagine che sintetizzano metodologia e
findings:
(https://github.com/tracking-exposed/presentation/blob/master/Progetto%20fbtrex%20-%20Revisione%208%20-%20Aprile%202018.pdf
)

6) comunicare. spiegare, rendere visibile l'algoritmo, la pubblicità, la
censura, la compulsione, la distrazione. sono tutte cose invisibili, che
in qualche modo si sanno (ma se vi prendete 10 minuti vedrete che anche
tra esperti c'è una certa confusione), ma sono astratte, personali,
soggettive. il browser Brave ogni volta che lo apri da informazioni
come:
"38,115 Trackers Blocked, 16,477 Ads Blocked, 6,348 HTTPS Upgrades, 46
minutes Time Saved"
E questo ha naturalmente un impatto su privacy, libertà, political del
web... ma non sono quelli i termini da usare, e sono astratti allo
stesso modo. La difficoltà nel comunicare/educare/insegnare rimarrà
sempre, per questo deve essere affrontato come un problema principale
delle forme di resistenza alle piattaforme.