Quanto inquina una ricerca su Google
Una ricercatrice ha provato a misurare quanta anidride carbonica produce
una operazione su Internet
di Paolo Fiore 08 maggio 2018
IIl display non è un'automobile. Ma anche Internet inquina. Quanto?
Difficile avere una stima precisa. Ma una ricercatrice ci ha provato.
Secondo Joana Moll, ogni ricerca su Google produce 10 grammi di anidride
carbonica. Considerando che Big G elabora circa 47.000 richieste al
secondo, vuol dire che il motore di ricerca produce 500 kg di Co2 ogni
60 secondi.
L'obiettivo di Moll, a metà tra ricerca e provocazione, non è imputare a
Google (o ad altri grandi gruppi tecnologici come Facebook) la
responsabilità dei cambiamenti climatici. È capire (e far capire) che
internet non è fatta solo di pagine e pixel immateriali ma anche di
infrastrutture. Che si toccano e che producono inquinamento. “Quasi
nessuno ricorda che internet è costituito da infrastrutture fisiche
interconnesse che consumano risorse naturali”, ha spigato Moll a Quartz.
[
https://qz.com/1267709/every-google-search-results-in-co2-emissions-this-real-time-dataviz-shows-how-much/
]Un dato di fatto che, secondo la ricercatrice, troppo spesso viene
ignorato dalla discussione pubblica. Ecco perché nel 2015 ha avviato un
progetto chiamato *CO2GLE*. È una semplice pagina web [
http://www.janavirgin.com/CO2/ ]. Una volta aperta, inizia a scorrere un
contatore che riporta, secondo dopo secondo, quanto emesso da Google. E
per rendere l'idea di maggiore impatto, Moll ha anche tradotto i numeri
in immagini.
Con un altro progetto chiamato DEFOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOREST
[
http://www.janavirgin.com/CO2/DEFOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOREST.html ]:
questa volta sulla pagina compaiono (sempre in tempo reale) 23 alberi al
secondo: tanti sono quelli necessari per assorbire l'anidride carbonica
prodotta da Google nello stesso lasso tempo.
I dati sono di Moll non sono stati smentiti da Google. Che anzi, in una
stima del 2009 aveva dichiarato che ogni ricerca ha conseguenze ben più
massicce: 200 grammi di Co2. La società sottolinea però quanto le
emissioni siano distanti da altre fonti inquinanti: un utente medio di
Google, infatti, in un mese produrrebbe la stessa quantità di Co2
necessaria per spingere un'auto per poco più di un chilometro. La
ricercatrice non punta il dito contro Google. E ammette che avere una
stima precisa delle emissioni di internet è sfida complessa. L'obiettivo
è un altro: “Quello che sto cercando di fare – ha affermato Moll - è
innescare una riflessione sulla 'materialità' di internet”. Cioè su come
“la più grande infrastruttura mai costruita dall'umanità” impatti
sull'ambiente.
https://www.agi.it/innovazione/google_inquinamento-3865069/news/2018-05-08/
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"Faccio un lavoro che di fatto non è un lavoro, direi che è un modo di
vivere" L. Bertell
"tecnologie appropriate"
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