[Pacifistat] Taser, l’elettroshock supera ilmanganello

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Autore: Roberto Badel
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To: pacifistat
Oggetto: [Pacifistat] Taser, l’elettroshock supera ilmanganello

http://www.antigone.it/news/antigone-news/3147-taser-l-elettroshock-supera-il-manganello

*/La pistola elettrica. Da Milano a Catania, in sei città italiane è
iniziata la sperimentazione per polizia e carabinieri. Usata negli Stati
uniti soprattutto in strada e in carcere, non è un’alternativa alle armi
da fuoco, ma può provocare la morte. Vedi i dati dell'inchiesta Reuters/*

*/di Patrizio Gonnella da il manifesto del 28/03/2018/*

Il 20 marzo il ministero degli Interni, Direzione anticrimine, ha
diramato una circolare diretta a sei questure italiane di grandi città
Brindisi, Caserta, Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia
autorizzandole a una sperimentazione all’uso della pistola Taser.

*PARTIAMO DAL NOME*. Perché le pistole si chiamano Taser? Taser
International Incorporation è un’azienda americana che ha sede a
Scottosdale in Arizona e produce per l’appunto le pistole Taser (per la
precisione Taser X26 ECD) che non sparano proiettili ma usano
l’elettroshock. Con la pistola Taser vengono sparate scariche
elettriche. Negli Usa è almeno dal 2000 che la pistola Taser viene usata
da polizie locali e statali. Come sempre gli Stati uniti fanno da
apripista rispetto all’Europa e all’Italia sulle politiche di sicurezza,
anche quelle più ardite.

Prima di tutto va sgomberato il campo da un equivoco interpretativo.
Come l’esperienza statunitense e canadese insegna, la pistola Taser non
è utilizzata nella pratica di polizia come alternativa meno pericolosa
rispetto all’arma da fuoco, bensì come alternativa più incisiva rispetto
all’uso di altri mezzi coercitivi come manette o manganelli non
elettrificati. Chiunque sia esperto in ordine pubblico o in operazioni
di polizia investigativa potrebbe ben confermare come non si userà mica
la pistola Taser di fronte a una persona armata che potrebbe sparare (o
che ha una pistola in pugno) in occasione di una rapina, di un
sequestro, di un’aggressione o per neutralizzare un terrorista che sta
per far esplodere una bomba o che sta per uccidere persone a caso per
strada. In questo caso la polizia userà armi da fuoco tradizionali. La
pistola Taser sarà invece più probabilmente utilizzata per bloccare
persone che fanno resistenza non armata, nelle manifestazioni di piazza,
preventivamente contro chi si agita o chi protesta scompostamente.
Dunque, come detto, è e sarà un’alternativa al manganello e non alla
pistola.

*SOFFERMIAMOCI ORA* sulle analisi medico-scientifiche: dati ma anche
documenti istituzionali sull’uso, l’abuso, i danni e i decessi derivati
dall’utilizzo della pistola Taser. C’è un lungo dibattito internazionale
con prese di posizione da parte di organismi istituzionali sia in sede
di Nazioni Unite che di Consiglio d’Europa. E ci sono inchieste di
organizzazioni non governative e di grandi agenzie di informazione
straniera.

*PARTIAMO DA DUE STORIE* per capire in quale contesto vengono usate le
pistole taser negli Usa. Natasha McKenna, come ci ha raccontato Vice,
nel febbraio del 2015, era in carcere in Virginia. Era affetta da
schizofrenia e molto magra. Si rifiutava di essere trasferita in altra
prigione. I poliziotti incaricati del trasporto non si limitano ad
ammanettarla, ma di fronte alla sua resistenza, le sparano quattro
scosse elettriche. Muore in ospedale e l’autopsia certifica «un delirio
associato alla restrizione fisica con l’utilizzo di dispositivi
conduttori di elettricità e il contributo della schizofrenia e del
disturbo bipolare». Negli Stati uniti la pistola Taser si usa molto
nelle prigioni e nell’ordine pubblico per strada. Nel giugno del 2015 un
uomo afro-americano nello Stato di New York muore dopo essere stato
colpito con la pistola Taser perché si sarebbe rifiutato, dopo essere
andato fuori strada, di uscire dalla sua auto. Secondo un’indagine
condotta da Amnesty International sarebbero stati tra il 2001 e il 2012
più di 500 le persone morte negli Usa a causa dell’uso della pistola
Taser. Altri dati li fornisce l’inchiesta dei giornalisti investigativi
della Reuters, che hanno letto centinaia di certificati autoptici: dal
2000 (quando la pistola Tasers ha iniziato a essere usata dalla polizia
negli Stati uniti) fino al 2017 più di 1.000 persone negli Usa sarebbero
morte dopo che la polizia le avrebbe stordite con la pistola Taser.

In 153 di queste morti la pistola Taser ha causato direttamente il
decesso o comunque ha contribuito. Nove su dieci persone stordite con la
pistola Taser erano non armate e una su quattro soffriva di disturbi
mentali o neurologici. Segno che viene usata principalmente con chi a
causa dei disturbi psichici reagisce al fermo di polizia. 712 autopsie
su oltre 1.000 visionate hanno documentato che c’è stato l’utilizzo
della pistola Taser.

L’inchiesta dell’agenzia di stampa britannica è straordinaria. Andrebbe
letta e tradotta in italiano. È dell’agosto del 2017. Consigliamo a
tutti, compresi coloro che hanno deciso di avviarne la sperimentazione
in Italia, di leggerla sul sito della Reuters
<https://www.reuters.com/investigates/special-report/usa-taser-911/>.

*LA PISTOLA ELETTRIFICATA* dunque può ammazzare se usata contro persone
che hanno pregressi problemi cardiaci o disturbi neurologici. Può essere
letale per un bambino che è nel grembo della mamma. E non tutte le
gravidanze, soprattutto nei primi mesi, sono visibili. Nessuno o nessuna
viaggia per strada con scritto in fronte che è malato di cuore o che è
in stato gravidanza.

La stessa azienda produttrice riconosce che esisterebbe un fattore di
rischio pari allo 0,25%. E come se su un qualsiasi prodotto farmaceutico
ci fosse scritto che ogni 400 persone che lo usano uno di loro rischia
la morte. Quell’azienda farmaceutica, se lo scrivesse nel bugiardino,
verrebbe messa fuori legge insieme al suo prodotto.  Uno studio
dell’American Heart Association, pubblicato sulla rivista
medico-scientifica Circulation
<http://circ.ahajournals.org/content/129/1/101>, ha certificato ben otto
morti da uso della pistola Taser X26 ECD. Il dottor Douglas Zipes,
dell’Università dell’Indiana (Krannert Institute of Cardiology) afferma
che lo shock da Taser può produrre arresto cardiaco.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: ma cosa rappresentano così
pochi morti determinati dalle pistole Taser rispetto al loro massiccio
utilizzo quotidiano? Le morti certificate però non sono mica le morti
reali, molte restano oscure, le cause non accertate e comunque anche una
vita sola merita di essere salvata.

*VENIAMO IN BREVE* alle obiezioni e alle condanne degli organismi
internazionali che si occupano di diritti umani e prevenzione della
tortura.

Nel 2014 nel sostenere che vi sia stata una violazione dell’articolo 3
della Convenzione europea che proibisce la tortura determinata dall’uso
di pistole con scariche elettriche, nel caso Anzhelo contro Bulgaria la
Corte europea cita il Comitato di Strasburgo per la prevenzione della
tortura che tra l’altro afferma che l’uso dell’elettroshock potrebbe
aprire la porta a risposte sproporzionate. Anche il Comitato Onu contro
la Tortura, a proposito del Portogallo che voleva introdurre l’uso delle
pistole Taser nella propria legislazione, ha espresso la propria
contrarietà per il rischio che l’utilizzo di questi strumenti degeneri
in maltrattamenti.

È vero che la circolare si muove nel rispetto della legge 146 del 2014
che introduce la seguente disposizione: «Con decreto del ministro
dell’Interno, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in
vigore della legge di conversione del presente decreto,
l’Amministrazione della pubblica sicurezza avvia, con le necessarie
cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di
precauzione e previa intesa con il ministro della Salute, la
sperimentazione della pistola elettrica Taser per le esigenze dei propri
compiti istituzionali, nei limiti di spesa previsti dal comma 1, lettera
a).». Come spesso avviene, lo sport diventa palestra di pratiche
repressive che poi travalicano gli obiettivi di partenza.

*IN CONCLUSIONE*, essendoci concreti rischi mortali, sarebbe bene
conoscere se c’è stato un decreto governativo, oltre che una circolare,
e se il ministero della Salute ha prodotto una sua indagine. Bene
sarebbe conoscere i confini della sperimentazione e come evitare che
scariche elettriche colpiscano malati di cuore, bambini, donne incinta.
Utile sarebbe anche conoscere i costi di tale operazione. Non sarebbe
stato meglio e più utile investire quei soldi in formazione, autovetture
e logistica non potenzialmente mortale?