vi giro la convocazione per Brugole e merletti 2018
https://doityourtrash.noblogs.org
Sabato 21 e domenica 22 aprile 2018 - Firenze, NextEmerson.
Due giorni di workshop pratici e mani in pasta.
Vorrebbe essere un warm up di hackmeeting perche' promettiamo di dire 
che ci
sara' hackmeeting a genova a luglio e perche' lo spirito e' lo stesso. 
Quindi
se il sito di hackit avra' una bozza prima di allora, segnamolo.
queste sono un po' di cose che troverete (altre se ne aggiungeranno),
i nomi scritti tra parentesi magari per voi non hanno
senso, ma mi faceva fatica fare altro, oltre al copia incolla
- autocostruzione di antenne radio (loop antenne a altro, per ricevere 
le onde medie e in particolare le onde mediocri del wombat). a cura di 
Radio Wombat e della Ciurma Pirata della Modulazione di Ampiezza.
- autocostruzione di un theremin digitale (giacomo)
- da un computer da buttare, tira fuori un alimentatore da banco (avana 
hacklab, roma)
- la riparazione della bicicletta con e senza zen (critical mass 
firenze)
- stampa serigrafica su stoffa e carta (stampax, la serigrafia di viale 
corsica)
- saldatura a stagno (lobo + aiutanti vari)
- cucito e/o maglieria e/o altro ancora da vedere (serpica naro, milano)
- i bei tempi andati: angolo giochi con commodore 64 (lobo)
- teatrino elettrico (!)
- bigiotteria con pezzi di bici
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Brugole e Merletti 2018
..il grande ritorno.
Sabato 21 e domenica 22 aprile 2018 - Firenze, NextEmerson.
Due giorni di workshop pratici e mani in pasta.
Negli ultimi cinquant’anni si e’ fatta strada nelle nostre vite 
un’insistente idea di progresso. Il benessere individuale si misurava in 
soldi, macchine e elettrodomestici, la crescente padronanza nell’uso 
delle tecnologie informatiche ci avrebbe affrancato dalla schiavitù del 
lavoro. L’informatica e la microelettronica sono state elette a scienze 
del futuro, i tecnici sacerdoti di una casta oscura. Eppure smontare un 
computer non è molto diverso da smontare un motore. La tecnologia del 
progresso era una tecnologia inaccessibile e lontana, determinata 
dall’alto e guidata da scelte di mercato. Saper lavorare la terra, 
conoscere i ritmi delle stagioni, essere in grado di intrecciare cesti, 
riparare macchine diventava il simbolo di un “vecchio mondo”. Il mondo 
nuovo, quello veloce e elettronico, ci avrebbe liberato: ci avrebbe dato 
cibo in abbondanza senza farci faticare, ci avrebbe riempito di 
cianfrusaglie bellissime, di plastica usa e getta, di una frivola e 
rilassata agiatezza.
Arrivati ad oggi pero’ è sempre piu’ difficile riuscire seriamente a 
sostenere l’ideologia di un progresso le cui macerie e devastazioni 
crescono di giorno in giorno. Abitiamo un mondo soffocato dal cemento, 
dalla plastica e dai rifiuti, la tecnologia, lungi dall’affrancarci, ci 
ha invece reso ancora piu’ dipendenti e ansiosi.
Traditi da un’idea falsa e inconsistente, ci siamo ritrovati un bel 
giorno spiazzati, con delle mani sempre piu’ inutili e incapaci di 
sopravvivere senza un supermercato aperto.
Triste è il futuro, se non impariamo da capo le conoscenze che abbiamo 
perso, vuote le critiche, se non alleniamo il cervello a una 
pragmaticità della sopravvivenza.
Dobbiamo riproporci di diventare abili in mille tecniche, utilizzare la 
curiosita’, ibridare le specializzazioni, recuperare le vecchie 
capacita’ perdute e unirle alle possibilita’ date dai nuovi strumenti. 
Una stampante 3D ci aiuterà a riparare un tornio, un software open 
source ci permettera’ di entrare nella centralina della nostra 
automobile..
Non e’ importante la tecnica, e’ importante l’approccio. Sporcarsi le 
mani imparando collettivamente e’ l’essenza dell’autogestione.