Re: [Hackmeeting] social network e politica

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Auteur: blallo
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À: hackmeeting
Sujet: Re: [Hackmeeting] social network e politica
Intervengo a caso perché il thread mi pare l'inizio di un flammone
incasinato e voglio contribuire al rumore (+kaos, +rumore)

Boyska:
>jops:
>>>bombo:
>>>>io l'ho trovato interessante e c'e' da svegliarsi e pensare come
>>>>fermarli.
>>
>>sarebbe bello fermarli, ma come fare se ANCHE la maggior parte degli
>>spazi sociali si fa:
>>1) pubblicita' su facebook (e' sai, senno la ggente non viene alle
>>iniziative)
>>2) profilare, e al momento non piovono ancora denunce, ma chissa' a breve
>
>molto interessante la vicenda di cambridge analytica. La cosa che mi ha
>colpito di più è che la notizia del giorno potrebbe essere derubricata
>in un grande "sticazzi", invece pare che il mondo la percepisca come una
>bomba. [...]


Concordo. L'approccio di questa comunità per questa comunità, nel mio
modo di percepire le cose, dovrebbe essere uno "sticazzi" immenso (che
ricordo a Roma significa qualcosa tipo "non mi interessa, lo sapevo già,
non mi tange", al contrario del suo significato in qualche altra parte
d'italia).
Questo perché noi veramente già lo sapevamo e lo diciamo da tempo. E già
da tempo ci diciamo che non abbiamo una soluzione per le comunità a cui
siamo contigu* o che attraversiamo. Non abbiamo soluzioni e consigli
risolutori da dare @ compagn@ var@. Almeno a me pare che non ci sia
consenso su una strategia comune...

>Io continuo a credere che la notizia bomba fosse la prima, quella cioè
>che dimostrava ancora una volta la possibilità materiale di influenzare
>laggente in modo pesantissimo, se si dispone di:
>(1) capitale/dati
>(2) possibilità di mandare messaggi mirati alla singola persona, non
> semplicemente a contesti sociali (il certo posto di lavoro,
> quartiere, città, fascia d'età)
>(3) che questi messaggi cadano in un contesto sfavorevole alla
> riflessione critica
>
>per il punto (1) mi pare chiaro che la fine del capitalismo sarebbe una
>soluzione, ma forse per ora un filo lontana dalle nostre possibilità,
>quindi rimarrei su (2) e (3).



A me pare che tutto questo casino sia sospinto anche da una parte del
potere occidentale contro l'altro. Sarà una visione molto ristretta, ma
mi pare che il discorso sia qualcosa tipo: "ah, noi elite intellettuale
d'occidente abbiamo a che fare con questi zotici che purtroppo hanno il
diritto di voto. Ma vedi che non è colpa nostra se non siamo riusciti ad
indirizzare il voto USA o quello sulla Brexit nella _giusta_ direzione:
gli altri hanno giocato sporco, hanno usato fb per manipolare grandi
masse di beceri". Sottointeso che la parte che adesso sta alzando il
casino non c'è riuscita e se ne duole.

La democrazia rappresentativa ha i suoi limiti, di cui credo siamo
abbastanza consci/e. Sicuramente un atteggiamento da santone o guru di
relazioni digitali è perdente anche e soprattutto nelle nostre comunità.

>E quindi il problema di queste piattaforme mi pare anzitutto che
>impongono un consumo di contenuti scevro dalla possibilità di
>riflessione critica.
>Il problema del condividere i contenuti su facebook, insomma, mi sembra
>solo secondariamente un problema legale, mentre è in primis un problema
>di modalità "comunicativa". Niente di intelligente può essere detto in
>80 caratteri e senza contesto (cfr [2], da [3]).
>Dobbiamo accettare che le nostre capacità critiche sono inferiori alle
>armi del nemico quando accettiamo lo scontro in un campo tanto
>sfavorevole. Siamo influenzabili più di quanto vorremmo ammettere.
>
>Non si tratta di:
>>dare del deficiente a chi prova a far passare un pò di
>>comunicazione con i mezzi che ha a disposizione...
>
>ma di non infantilizzare chi vogliamo che _riceva_ questi messaggi: se
>trattiamo le persone che abbiamo intorno come delle "masse ignoranti",
>esse non ci deluderanno, e si riveleranno delle masse ignoranti.
>


Concordo.

>>Forse sara' uno dei tanti tentativi nel vuoto, ma il punto e', come far
>>ripigliare almeno i/le compagn*?
>
>forse con un'analisi che provi a dimostrare che facebook-come-mezzo
>promuove un discorso intrinsecamente reazionario, quasi
>indipendentemente dai contenuti che cerchiamo di mettere su quel mezzo.
>


Il fatto è che per parlare questi linguaggi ti devi immergere in questa
roba, e a me viene proprio l'orticaria.

Comunque a me è da un po' che sembra che i sn abbiano in qualche modo
risposto ad una necessità che le persone avevano, che abbiano riempito
qualche vuoto. Non mi spiegherei altrimenti una pervasività e una
adozione _così_ rapida.

>[0] http://ge.tt/61tYEIi2
>[1] http://ide.mit.edu/sites/default/files/publications/2017%20IDE%20Research%20Brief%20False%20News.pdf
>[2] https://www.clickz.com/wp-content/uploads/sites/2/cnt-import/clickz-db/IMG/322/212322/blitzlocal-chart-2.jpg
>[3] https://www.clickz.com/what-120-billion-facebook-impressions-can-tell-us/46470/
>



Ciao

--
Blallo