[autorgstudbo] Ven 23/3 Manifestazione #GlobalActionForAfrin

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Autore: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
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To: autorgstudbo, forum, espress
Oggetto: [autorgstudbo] Ven 23/3 Manifestazione #GlobalActionForAfrin
*#GlobalActionForAfrin*


*VENERDI’ 23 MARZO’018 alle 17,30 @ PIAZZA NETTUNO *


* Invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza per il popolo curdo contro
l’aggressione della Turchia *

* Invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza per difendere Afrin, per
difendere la rivoluzione delle donne, per il Confederalismo Democratico*

Aderiamo all’appello internazionale lanciato dalle compagne e dai compagni
curdi per scendere nelle piazze di tutto il mondo in solidarietà ad Afrin:

Il 20 di gennaio è iniziata l’invasione del cantone di Afrin. Questo
territorio, collocato nella parte occidentale della Federazione Democratica
della Siria del Nord, è stato bombardato senza pietà da cacciabombardieri,
artiglieria e ogni tipo di armamentario moderno che porta il marchio della
Nato. L’esercito Turco, al fine di non sporcarsi le mani e cancellare il
numero di morti dalle sue statistiche, sta conducendo l’attacco servendosi
di milizie jihadiste.

Queste milizie, che in principio facevano parte di Al-Qaeda e che nel 2014
si sono riorganizzate nella forma di Daesh, vanno oggi sotto il nome di
FSA. Le immagini brutali che gli invasori stanno pubblicando sui propri
social media, così come le chiamate rumorose alla guerra contro gli
infedeli, al grido di “Allaha Akbar”, ci ricordano che il Rojava sta ancora
combattendo lo stesso nemico che ha già sconfitto a Kobane e Raqqa. Ma
questa volta, la bandiera dietro cui avanza è quella del secondo più grande
esercito della NATO. Del resto, in molte immagini la bandiera nera di Daesh
è stata avvistata insieme alla bandiera rossa della Turchia. Molti
combattenti, uccisi in battaglia dalle forze di auto-difesa che stanno
resistendo ad Afrin, sono stati senza dubbio identificati come comandanti
di Daesh.

Il dittatore fascista e misogino dello stato turco, Recep Tayyip Erdogan,
ha dichiarato pubblicamente che, attraverso questa invasione ai danni di un
territorio autonomo all’interno di una nazione sovrana, si augura di
“restituire Afrin ai suoi veri proprietari”. Dietro questa messinscena, si
sta effettivamente portando avanti una pulizia etnica e un genocidio ai
danni del popolo Curdo e di altre minoranze che vivono ad Afrin da tempo
immemore. Afrin è stato uno dei pochi territori che hanno relativamente
goduto di una situazione di pace durante la sanguinosa guerra che
imperversa in Siria negli ultimi sette anni. Molte famiglie sfollate dalla
guerra hanno trovato rifugio in questo territorio. In questo momento,
Erdogan sta provando ad approfittare di questa instabilità e della
sofferenza che attanaglia la popolazione della Siria per legittimare la sua
sete imperialista di potere, sognando di riconquistare i territori che una
volta erano occupati dall’impero Ottomano.

La comunità internazionale sta chiudendo gli occhi di fronte alle continue
richieste di aiuto che arrivano da Afrin. Il ritiro delle truppe russe che
stazionavano ad Afrin ha dato il via libera all’invasione e ha mostrato la
complicità della Russia con lo stato turco. Ad ogni modo, non è minore la
complicità degli stati membri della NATO. Questi ultimi stanno permettendo
alla Turchia di utilizzare armamentari e tecnologie occidentali per
massacrare civili. La Federazione democratica della Siria del Nord è stata
la principale forza di opposizione alla barbarie islamista di Daesh, ma ciò
sembra essere irrilevante per quei governi che, fin dal 2014, avevano
condannato ogni massacro rivendicato dalla propaganda di Daesh. Il 24
Febbraio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha unanimemente
adottato una risoluzione per una tregua in tutta la Siria. Ciò ha offerto
un barlume di speranza per evitare altri massacri di civili. Nonostante
questo, resta innegabile il silenzio seguìto all’intensificazione degli
attacchi turchi.

D’altra parte, il regime baathista di Bashar Al-Assad’s, dopo aver
dichiarato che non avrebbe mai permesso l’invasione di suolo Siriano da
parte della Turchia, ha dimostrato la propria incapacità di affrontare
l’aggressione. Malgrado un sistema antiaereo potrebbe fermare gli attacchi
della forza aerea turca, il regime ha richiesto ad Afrin di sottomettersi
completamente allo stato siriano e rinunciare alla propria autonomia, che è
stata ottenuta attraverso il processo rivoluzionario che ha avuto luogo in
Rojava negli ultimi anni. Non ci sono dubbi che questa invasione sia il
risultato degli accordi di Sochi tra Assad, la Russia e la Turchia.
L’esercito Arabo Siriano ha scelto di evitare ogni confronto diretto che
potrebbe opporsi ai piani di Erdogan e di abbandonare le forze siriane
democratiche. La sua dipendenza dalla Russia e la sua ostilità nei
confronti della Federazione Democratica della Siria del Nord sta
permettendo alle forze jihadiste neo-ottomane di occupare Afrin.

La situazione è critica. Le forze di occupazione sono ai cancelli della
città. Una città che offre riparo non solo ai suoi abitanti, ma a molti
rifugiati che hanno lasciato i propri villaggi dopo la distruzione causata
dai bombardamenti turchi. Oltre ai bombardamenti massicci, sono stati
registrati attacchi chimici contro i civili, in particolare con cloro
gassoso. E ancora, questa non è che l’immagine di una parte sola del
disordine provocato: anche le infrastrutture vitali alla sopravvivenza
della popolazione civile sono state volutamente attaccate. Una settimana fa
la Turchia ha interrotto la fornitura di acqua e elettricità alla città,
costringendo i residenti a fuggire. L’assedio continua e la popolazione va
incontro ad un massacro imminente. Ieri si trattava dell’ISIS a Kobane,
oggi dello stato turco ad Afrin.

La Comune internazionalista del Rojava, tenuto conto di tutti questi
avvenimenti, si unisce alle molteplici iniziative di solidarietà con Afrin.
Esortiamo tutte e tutti a unirsi in una giornata di azioni e solidarietà
globale, come quello che ebbe luogo l’1 Novembre 2014 per Kobane. E come
kobane, Afrin resisterà, Afrin vincerà.

La solidarietà con Afrin sarà ricevuta e sentita da tutto il mondo, per
provare che Afrin non è sola e che il progetto democratico e
antipatriarcale che vive ad Afrin sarà difeso dal mondo intero.

#GlobalActionforAfrin

*Circolo Anarchico Berneri*
* CUA-Collettivo Universitario Autonomo*
* Laboratorio Crash*
* Làbas*
* LUBO-Libera Università Bologna*
* Nodo Sociale Antifascista*
* TPO*
* Vag61*
* XM24*
* YaBastaBologna*

Link:
https://vag61.noblogs.org/post/2018/03/17/manifestazione-globalactionforafrin/

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